Il 24 ottobre a Roma presso l’auditorium “Cosimo Piccinno” del Ministero della Salute è stato presentato il “Secondo Report Italiano sulle ATMP – Come rendere attrattiva l’Italia nella ricerca e produzione delle ATMP”.

Secondo Report Italiano sulle Atmp
Presentazione al Ministero della Salute del Secondo Report Italiano sulle Atmp

L’iniziativa, organizzata da MA Provider, ha l’obiettivo di presentare i risultati di questo secondo rapporto e costituisce un momento di confronto per incentivare la formazione di partnership pubblico-private per lo sviluppo delle Terapie Avanzate in Italia. Tra i temi affrontati, emergono la gestione delle Atmp nella programmazione sanitaria e l’eccellenza italiana nella ricerca, l’accesso e la sostenibilità economica, l’individuazione dei centri di trattamento e delle tecnologie sanitarie, la presentazione di nuovi progetti italiani di terapie avanzate da parte di gruppi di ricerca.

Maria Rizzotti, membro della XII Commissione Igiene e Sanità del Senato, intervistata dall’agenzia Dire in occasione della presentazione al ministero del secondo Report italiano sulle Atmp, ha dichiarato che diversi farmaci avanzati approvati dall’EMA sono in attesa da mesi di risposte dal nostro sistema regolatorio e auspica che ancora una volta non sia la burocrazia a porre i paletti all’industria e alla ricerca.

Le terapie avanzate

Le terapie avanzate (ATMP – Advanced Therapy Medicinal Product) comprendono, ad esempio, l’ingegneria tissutale, le terapie geniche e le terapie cellulari e sono potenzialmente applicabili in molteplici aree anche per patologie ad oggi difficilmente trattabili o incurabili. Le ATMP hanno un alto valore clinico in quanto sono spesso curative, e comunque in grado di trattare patologie senza alternative.

La ricerca, lo sviluppo e la produzione di terapie avanzate possono rappresentare un elemento di valore competitivo per l’Italia.

«Le Atmp possono rappresentare una concreta opportunità per il sistema Paese e perciò il Governo ha iniziato ad investire e valutare forme innovative di finanziamento e modelli organizzativi che possano realmente garantirne la loro implementazione – dichiara il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri. In tal senso è sempre più auspicabile un maggiore dialogo tra tutti i potenziali attori per rendere l’Italia competitiva dalla fase di ricerca, allo sviluppo, con il fine ultimo di rispondere agli attuali “unmet need” del paziente».

«Un nuova era si sta progressivamente affermando in medicina: quella delle terapie avanzate, basate sull’impiego di cellule proprie del paziente geneticamente modificate per correggere un difetto genetico alla base di patologie ereditarie o di cellule del sistema immunitario reindirizzate attraverso una manipolazione genetica per aggredire efficacemente e selettivamente un bersaglio espresso su elementi tumorali. In questo affascinante scenario, l’Italia e i ricercatori del nostro Paese hanno tutte le caratteristiche per giocare un ruolo essenziale, sia nella validazione di questi approcci, sia per renderli applicabili a tutti i pazienti che ne possono beneficiare, garantendo al contempo la sostenibilità nel contesto di un sistema sanitario solidaristico di cui i cittadini italiani godono» – evidenzia Franco Locatelli, direttore Dipartimento di Onco–Ematologia e Terapia Cellulare e Genica, OPBG e Presidente del Consiglio Superiore di Sanità.

«Sul versante delle patologie non oncologiche abbiamo oggi dei dati di grandi rilevanza e di significativo interesse per la cura di quella che è la malattia per definizione più frequente del sangue, cioè la talassemia su base costituzionale, che ha così larga diffusione nel nostro Paese -spiega Franco Locatelli all’agenzia Dire. – Abbiamo già dei dati, che hanno portato poi ad un’approvazione da parte dell’Agenzia europea del Farmaco che indicano come una proporzione rilevante di pazienti con un tipo particolare di talassemia che si chiama “non ß-zero – non ß-zero” diventa indipendente da trasfusione e beneficia di livelli di emoglobina straordinariamente elevati. Allora davvero dobbiamo pensare in maniera diversa al futuro della medicina, che sarà sempre più orientata ad un impiego di farmaci vivi, come sono le cellule, verso una medicina di precisione e per larghi aspetti personalizzata».

Atmp approvate dall’EMA

Attualmente sono dieci le Atmp approvate dall’Ema (European Medicines Agency) e disponibili sul mercato. Delle dieci Atmp con marketing authorization (Ma) oggi attiva in Europa, 4 hanno ottenuto il rimborso in Italia, 8 in Germania, 7 nel Regno Unito, 5 in Francia e 3 in Spagna.

Ben tre delle prime quattro Atmp (Holoclar, Strimvelis e Zalmoxis) sono state scoperte in Italia grazie alla collaborazione virtuosa tra centri di ricerca, imprese e soggetti pubblici e/o organizzazioni no profit. Il nostro Paese rappresenta quindi un’eccellenza in questo settore, anche se questa posizione necessita di essere rafforzata e implementata.

Atmp rimborsate in Italia

In Italia le Atmp rimborsate sono dunque quattro (una prossima al ritiro dal mercato) e tre in fase di negoziazione con Aifa. Per la prima terapia a base di cellule Car-T (Chimeric antigen receptor T-cell) che ha concluso l’iter negoziale, tisagenlecleucel, è stato elaborato un nuovo modello di pagamento, il payment at result, subordinato alla risposta del paziente e Aifa ha stilato dei requisiti minimi cui le Regioni devono attenersi nella selezione dei Centri di somministrazione e manipolazione del farmaco. Ad oggi, 13 Regioni hanno individuato complessivamente 30 centri che sono in fase di qualificazione da parte dell’azienda titolare della Ma, mentre otto centri sono già stati qualificati e sono pronti per trattare i pazienti.

“Considerando le Atmp rimborsate in Italia o in negoziazione, quelle in valutazione di Ema e quelle in fase di sviluppo più avanzato – emerge dal Rapporto- la spesa pubblica attesa per il prossimo triennio è limitata, ma ci si aspetta un aumento soprattutto a partire da 2022, arrivando a 250-500 milioni nel 2024, a seconda che si ipotizzi un tasso di risposta al trattamento del 50% o 100%”. Pertanto, anche qualora tutte le Atmp venissero giudicate innovative, queste “non arriverebbero a saturare i due fondi per l’innovazione. Complessivamente, la gestione a silos dei tetti di spesa e dei fondi per i farmaci innovativi possono presentare delle criticità, ad esempio, l’alta specializzazione richiesta per la manipolazione esomministrazione delle Car-T ha portato alla scelta di centri privati, che non possono però usufruire dei fondi per i farmaci innovativi se non tramite le strutture pubbliche”.

Vanno infatti garantiti, da un lato, l’accesso omogeneo dei pazienti sul territorio alle Atmp e, dall’altro, la sostenibilità economica di queste terapie.

L’accesso alle Atmp

«Approvare una Atmp non significa necessariamente accesso del paziente alla terapia, accesso che comporta un complesso processo di valutazione ai fini del rimborso, la determinazione del prezzo e delle eventuali risorse organizzative necessarie, la definizione dei centri destinati alla gestione di tali terapie e la disponibilità effettiva delle risorse» – spiega Claudio Jommi, professore della SDA Bocconi.

«Il quadro dell’accesso è ancora abbastanza frammentato nei principali Paesi Europei, ma si stanno delineando alcune soluzioni pratiche, che la letteratura ha già suggerito: si va dalla disponibilità a stipulare accordi di rimborso parzialmente condizionato agli effetti del farmaco nella pratica clinica, al frazionamento nel tempo del costo delle terapie, pur in un orizzonte temporale ragionevole, fino a una pianificazione più strutturata dei centri abilitati alla gestione delle Atmp. Questi approcci, unitamente a una visione più razionale e meno allarmistica rispetto all’impatto sulla spesa, su cui il rapporto fornisce dati analitici, e sistemi strutturati di dialogo anticipato tra imprese, valutatori per l’accesso e pagatori ed altri stakeholder, stanno portando e porteranno una migliore gestione dell’accesso delle ATMP sulla base della coerenza tra costo e valore aggiunto per il sistema sanitario, in un contesto di risorse limitate» – conclude Claudio Jommi.

Advanced Therapy Medicinal Product per le malattie infiammatorie croniche intestinali

«Negli ultimi 20 anni, si sono registrati molti passi avanti nella terapia delle malattie infiammatorie croniche intestinali grazie allo sviluppo di farmaci ad alto contenuto tecnologico, i farmaci biotecnologici, molecole complesse frequentemente di natura anticorpale, capaci di bloccare specificamente processi infiammatori e immunitari alterati che sono alla base delle malattie – spiega Alessandro Armuzzi, Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS Università Cattolica del Sacro Cuore. – Un ulteriore importante sviluppo in questo campo è rappresentato dalla recente introduzione delle cellule staminali nella terapia delle fistole perianali complesse nella malattia di Crohn, una delle condizioni più impattanti sulla qualità di vita del paziente, in quanto molto invalidante e molto difficile da trattare: l’utilizzo di questo nuovo approccio terapeutico, unitamente alla gestione multidisciplinare del paziente, sembra rappresentare una grande opportunità per una complicanza molto impegnativa per la sua gestione e per le pesanti ripercussioni sulle attività quotidiane di chi ne è affetto. Questa nuova terapia ha il potenziale di garantire una buona risposta nella fase acuta di questa condizione e di mantenere nel tempo uno stato di remissione».

Scopo del progetto ATMP Forum

L’obiettivo comune di MA Provide e del Dipartimento di Scienze del Farmaco dell’Università del Piemonte Orientale (Novara) che il 6 luglio 2017 hanno dato vita al progetto ATMP Forum è rafforzare e implementare il ruolo dell’Italia nello scenario ATMP.

«La presentazione di questo Secondo Report ci rende particolarmente orgogliosi. L’ATMP Forum è stata la prima iniziativa in Italia ad occuparsi di terapie avanzate, anche tramite il portale ufficiale Atmpforum.com, che vuole essere una fonte di informazione e continuo aggiornamento sul tema”. A dicembre 2018 abbiamo presentato il “Primo Report” prodotto in Italia che ha affrontato l’andamento della ricerca e lo sviluppo delle ATMP a livello globale, le modalità di accesso e la rimborsabilità delle terapie avanzate. Il 2019 ha visto l’approvazione da parte di EMA di nuove terapie dedicate a  pazienti con elevati “unmet need”. Spesso le opzioni per questi pazienti sono trapianti o interventi dal costo molto elevato per il SSN: il beneficio delle ATMP è dato dall’effetto immediato del trattamento “’one shot”, il quale rispetto ad anni di trattamenti cronici porta a un risparmio nel lungo periodo» – sottolinea Elena Paola Lanati, direttore ATMP Forum.

«Abbiamo quindi voluto stimare l’impatto incrementale sulla spesa farmaceutica per permettere ai decisori di pianificare l’allocazione corretta delle risorse, tenendo conto di un numero realistico di pazienti che verranno trattati e di prezzi sicuramente più elevati della media delle terapie standard, ma comunque contenuti come impatto sul budget. Infatti se nel 2019 andremo incontro a una spesa massima di circa 20 milioni, a 5 anni, la spesa proiettata per i prossimi 16 farmaci a 5 anni sarà inferiore ai 500 milioni. Quando si parla di queste terapie, va ricordato che il loro valore deve tenere conto, non solo di una fase di ricerca e sviluppo costosa e caratterizzata da alto rischio di fallimento, ma anche di costi di produzione del singolo farmaco, sottoposto a procedura GMP e controllo di qualità singolo, decisamente rilevanti» – aggiunge Elena Paola Lanati.

L’Atmp forum award

In occasione dell’evento sono stati presentati inoltre i risultati dei progetti di ricerca più innovativi e specifici sulle terapie avanzate. La ricerca italiana è oggi un’eccellenza in termini di pubblicazioni scientifiche, tuttavia il numero di progetti che determina un brevetto e lo sviluppo industriale è ancora basso. Esiste infatti una difficoltà oggettiva nel trasferimento tecnologico dal mondo accademico all’azienda. Una chiave per invertire questa tendenza è una concreta partnership tra pubblico e privato: questa occasione rappresenta dunque un momento di incontro tra ricerca e impresa in grado di anteporre anche potenziali investitori, Aziende Farmaceutiche e società operanti nel settore.

Al progetto giudicato più rilevante verrà conferito un premio di 10.000€ e verrà premiato in un evento ad hoc nel 2020.

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