La Commissione europea ha aggiornato il quadro relativo ai requisiti e alle interazioni tra lo sviluppo di nuove terapie geniche in vivo e l’utilizzo di organismi geneticamente modificati (Ogm), descritto nella sua globalità all’interno del documento Questions & Answers. Più in particolare, è stata pubblicato anche un Good practice document per la valutazione degli aspetti correlati agli Ogm nel corso della conduzione di studi clinici con vettori virali adeno-associati (Aav).

Per il momento diciotto paesi coinvolti

La linea guida ha trovato l’approvazione di diciotto paesi europei, tra cui l’Italia, ed è stata pensata per facilitare la conduzione dei trial all’interno dell’attuale quadro legislativo. Essa va quindi considerata il riferimento per chi voglia avviare nuovi studi clinici con vettori Aav nei paesi che l’hanno approvata.

Gli stessi paesi hanno approvato anche un modello comune per gli investigational medicinal products a base di vettori Aav destinati a uso umano. Qualora la domanda di autorizzazione sia effettuata ai sensi della direttiva 2001/18/EC (“deliberate release framework” per gli Ogm), tale modello deve essere accompagnato anche dal modello Snif (Summary notification information format for notifications concerning the deliberate release into the environment of genetically modified organisms for purposes other than for placing on the market).

Le autorità competenti dei paesi coinvolti e la Commissione europea hanno anche approvato un modello comune di domanda per i vettori virali; anche in questo caso, il modello può essere utilizzato per le pratiche presentate nei paesi che l’hanno approvato, e non si applica a specifiche categorie di prodotti, come le terapie CAR-T. In questo caso, gli sponsor degli studi devono continuare a utilizzare il modello di domanda per gli studi clinici con cellule umane geneticamente modificate con vettori retro- o lentovirali. Similmente, anche per i prodotti sperimentali basati su vettori adeno-associati (Aav) si deve utilizzare l’apposito modello di domanda. Per i prodotti già autorizzati che vengono sottoposti a nuovi studi clinici si deve utilizzare il modello dedicato.

Per quanto riguarda l’Italia, viene specificato che è necessario inviare ad Aifa un modello separato per ogni sito clinico che partecipa allo studio, inclusi i laboratori che preparano gli organismi geneticamente modificati, i siti per la conservazione dei medicinali sperimentali e quelli dove vengono conservati i campioni clinici dei pazienti che sono stati trattati con gli Ogm. Lo sponsor può venire autorizzato dai centri coinvolti a inviare tutte le necessarie notifiche; in tal caso, le responsabilità legali ai sensi del d. lgs 206/2001 dei diversi siti rimangono invariate.

Le specificità dei vettori Aav

La linea guida è applicabile solo ai vettori virali Aav per cui si sia dimostrata l’assenza di formazione di virus in grado di replicarsi e l’innocuità del costrutto transgenico. Altri possibili pericoli identificati nel documento riguardano la persistenza di lungo termine del vettore virale nelle cellule transdotte, con presenza d’infezione latente, la possibilità di insertional mutagenesis per chi entri accidentalmente a contatto con il prodotto o via shedding ambientale. La linea guida descrive diversi possibili scenari per l’esposizione agli Aav e la verosimiglianza della comparsa di effetti collaterali, sia nell’uomo che negli animali. L’analisi del rischio da condurre da parte degli sviluppatori delle nuove terapie avanzate e la messa in atto delle conseguenti misure di mitigazione e controllo dovrebbe portare a un rischio residuo trascurabile sia per la salute dell’uomo che dell’ambiente.

Secondo quanto riportato nella linea guida, gli adenovirus sono molto comuni e sembra non siano associati alla comparsa di alcuna malattia sia nell’uomo che negli animali; si stima che circa l’80% della popolazione adulta sia positiva ad almeno un loro sierotipo. Gli adenovirus sono composti da un unico filamento di Dna, sono privi d’involucro e risultano altamente stabili anche dopo essiccamento. Essi si attivano solo in presenza di co-infezione da parte di un virus helper; ove ciò si verifichi, si ha replicazione, espressione genica e produzione di virioni, mentre in assenza del virus helper, il Dna dell’Aav può persistere nel nucleo della cellula ospite in forma episomale o integrarsi nel genoma, dando luogo a un’infezione latente. L’integrazione nel genoma della cellula ospite avviene a livello di loci preferiti ed è mediato da proteine specifiche.

I vettori Aav utilizzati per gli studi clinici sono caratterizzati dalla rimozione della pressoché totalità del genoma del virus wild-type, con eccezione delle ripetizioni terminali invertite (Itr). Tra gli elementi da inserire nei costrutti per esercitare gli effetti terapeutici desiderati vi sono le sequenze Itr che fiancheggiano il gene d’interesse, sequenze Rep e Cap necessarie per la replicazione del virus e per le proteine del capside virale, le funzioni relative al virus helper e una linea cellulare in grado di supportare la replicazione di entrambi i virus.