I brevetti sono una delle chiavi del successo delle piccole e medie imprese (Pmi), spiega il reportMarket success for inventions – Patent commercialisation scoreboard: European SMEs” pubblicato dall’Ufficio brevetti europeo (Epo). Nel 2018 i brevetti depositati da Pmi o imprenditori individuali hanno rappresentato un quinto del totale, e sono indirizzati a proteggere soprattutto le invenzioni ad alto potenziale; i due terzi di queste (67%) riescono a trovare uno sbocco sul mercato, spiega il rapporto, in circa la metà dei casi (33%) in partnership con aziende di dimensioni maggiori.

Lo studio condotto di Epo si basa su un sondaggio condotto tra oltre 1100 Pmi europee nella prima metà del 2019, in relazione ai brevetti da esse depositati nel periodo 2008-2018 (già concessi o ancora sotto esame). Sono stati presi in considerazione brevetti in campo chimico, dell’ingegneria meccanica ed elettrica e della strumentazione; le aree geografiche considerate sono state la Germania, la Francia e il Regno Unito, i paesi del Sud-Est Europa e quelli del Nord-Ovest. Per quanto riguarda i brevetti in campo chimico, il 34% sono orientati al prodotto, il 43% includono elementi sia di prodotto che di processo o metodo, mentre il restante 23% sono brevetti di processo o metodo.

Questo studio dimostra che anche le Pmi utilizzano i brevetti per commercializzare le loro invenzioni, che mettono a punto strategie IP sempre più innovative e che esiste un tremendo potenziale inespresso. Visto il ruolo che i brevetti hanno nel supportare la nostra economia e nel far avanzare le nuove tecnologie, devono continuare gli sforzi per trovare modalità per rispondere con successo alle sfide evidenziate dallo studio” ha commentato il presidente dell’Epo, António Campinos.

Trovare un partner industriale

Le collaborazioni vedono le Pmi impegnate quasi equamente con partner industriali di altri paesi europei (56%) o della loro stessa nazione (53%), sotto la spinta conferita dal brevetto europeo, che offre protezione in 44 diversi paesi; minori sono le percentuali di chi guarda agli Stati Uniti (26%) o ai paesi asiatici (21%).

La mancanza di esperienza in campo brevettuale è una delle sfide principali che le Pmi devono affrontare a tale riguardo, insieme a risorse e contatti limitati per favorire la commercializzazione dei propri prodotti in altri paesi. I clienti con cui già si collabora sono risultati essere i partner preferiti (59%) per le Pmi in cerca di nuove partnership, che in alternativa guardano anche ai fornitori (26%), a collaborazioni con università ed enti di ricerca (19%) o anche con competitor diretti (15%).  Nel 10% dei casi i partner per lo sviluppo commerciale del brevetto sono al di fuori del settore di business in cui opera la Pmi. È interessante notare come in un’ottica di pianificazione delle collaborazioni future, i competitori diretti si collochino al secondo posto come partner potenziali (22%), sempre dietro ai clienti già acquisiti (32%).

Gli accordi di licenza sono la forma di collaborazione preferita dal 62% dei partecipanti all’indagine, seguiti da contratti di cooperazione (49%), dalla creazione di spin-off (32%) o tramite cross-licensing (21%). Tra i benefici di tali accordi percepiti a livello delle piccole e medie imprese figurano un aumento del fatturato (85%) e una maggiore facilità di accesso al mercato (73%). Altre driving force importanti che spingono verso forme di collaborazione tra imprese sono state individuate in progetti congiunti d’innovazione (56%), nell’outsourcing della produzione (42%) o nella composizione di casi di infringement brevettuale (32%).

I motivi per brevettare

Proteggersi dalle imitazioni è il motivo principale (83%) che spinge le Pmi europee a depositare dei brevetti, seguito dalla salvaguardia della reputazione dell’azienda (69%) e dalla possibilità di operare con maggiore libertà sui mercati (59%); altri motivi considerati importanti o molto importanti dalle aziende che hanno partecipato al sondaggio figurano la possibilità di chiudere contratti (53%) e operazioni di licensing (46%) o di finanziamento (35%).

L’uso di altri brevetti complementari a quello principale rappresenta una forma di protezione aggiuntiva per il 48% delle Pmi intervistate; anche i marchi (45%) svolgono un’azione importante in tal senso, mentre meno utilizzato è risultato essere il design industriale (27%). La ricerca del partner avviene nella maggior parte dei casi (77%) attraverso i network dell’azienda o tramite partner passati (67%); i casi in cui è l’azienda di più grande dimensioni ad aver individuato la Pmi come partner rappresentano il 60% del totale.