Siamo in mezzo alla pandemia da nuovo coronavirus che sta imperversando dall’inizio del 2020 in tutti i Paesi del mondo e che ha già causato morti, disastri economici e sociali. Ma non basta. Nuove brutte notizie arrivano infatti dal mondo dei microrganismi, come funghi, batteri e parassiti, i quali stanno diventando sempre più resistenti alle terapie con conseguenti notevoli e ingravescenti difficoltà nel curare le malattie determinate da questi agenti patogeni.

L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha preso posizione entrando in materia e ha dichiarato ufficialmente che la resistenza alla terapia antibiotica non solo è una evidente realtà, ma sta aumentando e mettendo a rischio la vita di molti esseri viventi, sia animali, uomo compreso, che vegetali. 

Più in generale, l’ONU ha affermato che l’intero insieme dei farmaci antimicrobici, il quale comprende non solo gli antibiotici (medicamenti che combattono i batteri), ma anche gli antivirali, gli antimicotici (medicinali contro i funghi) e gli antiparassitari, non sono più efficaci come in precedenza proprio a causa della resistenza opposta dalle queste categorie di agenti patogeni infettivi. 

Le cause di questo pericoloso fenomeno sono diverse e tra queste vi sono:

  • uso eccessivo nell’uomo, negli animali e nel settore agricolo
  • insufficiente utilizzo di acque pulite
  • carenza dei servizi igienici e sanitari

Secondo le valutazioni fatte dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, ogni anno 700.000 persone perdono la vita nel mondo in seguito a malattie infettive che non possono più essere trattate con successo a causa della resistenza agli antimicrobici. In particolare, ha ammonito l’ONU: «La resistenza a questi farmaci è una grave minaccia globale per la salute pubblica, la sicurezza alimentare, nonché per i mezzi di sussistenza, la produzione animale e lo sviluppo economico e agricolo».

Nei prossimi dieci anni, secondo l’istituzione internazionale, ben 24 milioni di individui potrebbero ritrovarsi in condizioni di miseria assoluta proprio a causa del fenomeno dell’antimicrobico resistenza e il ruolo chiave per cambiare direzione deve essere svolto da manovre di prevenzione da mettere in atto con urgenza. Tra queste, soprattutto la diminuzione dell’uso di questi prodotti potrebbe salvaguardare l’intera catena alimentare in tutte le sue fasi evitando di arrivare a punti di non ritorno.

Proprio per promuovere l’utilizzo di pratiche agricole e sanitarie più corrette e sostenibili atte a porre un freno al sensibile e progressivo aumento delle antimicrobico resistenze, L’ONU ha deciso di promuovere e di istituire la Global Antimicrobial Use WeekUn Istituto dell’ONU, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), si è già preoccupata di dare inizio a diversi progetti in oltre 40 Nazioni di vari continenti (Africa, Asia, America Latina) con lo scopo di incentivare e di aiutare i vari settori coinvolti all’impiego più responsabile dei prodotti che combattono i microrganismi patogeni.