Se ancora nel 2019 il 70% delle merci trasportate nel mondo viaggiava su voli passeggeri, solamente un anno dopo e chiaramente a causa della pandemia da Covid-19 il quadro si presentava radicalmente diverso. Posti di fronte a un’emergenza senza precedenti che ha creato un inevitabile sbilanciamento fra domanda e offerta nonché l’aumento dei contratti di nolo, gli operatori della logistica – e a maggior ragione se impegnati nel pharma – hanno dovuto reagire riorganizzandosi. Del come lo abbiano fatto si è discusso nel corso di un webinar a tema organizzato da DHL Global Forwarding e apertosi alla luce della consapevolezza che la richiesta è tornata nel 2021 ai livelli precedenti il diffondersi della SARS-CoV-2; mentre la capacità disponibile è in flessione del 36%. Logistica e farmaceutica, secondo il commento di Bruno Bergonti e Carlo De Ruvo, rispettivamente Business Developement Life Science & Healthcare e Head of Airfreight in DHL Global Forwarding, hanno unito le forze, dimostrandosi flessibili e mettendosi realmente al servizio dei pazienti. 

Capacità di adattamento

Lo hanno fatto comunicando in modo trasparente nel pieno di una congiuntura che ha portato le tariffe del trasporto aereo a impennarsi del 150% nel 2020 e a mantenersi poi a +55% quest’anno. Il caro-prezzi ha spinto alcune case produttrici a rivolgersi al trasporto marittimo, mentre sul fronte opposto della barricata, per DHL Global Forwarding, la sfida è stata rappresentata dalla necessità di cambiar pelle divenendo di fatto una compagnia aerea, con voli charter (1.800 in Europa con picchi di 43 la settimana) e regolari, prestando particolare attenzione, a beneficio dei fornitori di farmaci, al settaggio delle temperature. Tuttora, come Bergonti e De Ruvo hanno osservato, l’accesso alla capacità resta critico e cresce il ricorso ai voli-cargo, sovente concentrati però in hub congestionati come quelli di Francoforte, Shanghai, Chicago. Adesso che la massima priorità è la distribuzione dei vaccini, la gestione degli stock, il più possibile ampi, è decisiva. Per farvi fronte serve «una supply chain resiliente e composta da autentici partner in grado di offrire delle soluzioni efficaci». 

In alto mare

Lo scenario non appare di più facile lettura quando si guarda alle operazioni via mare, di complicata programmazione a causa dell’intasamento dei principali porti e del difficile reperimento di contenitori adatti alla movimentazione di farmaci e vaccini. In più, nel corso del mese di marzo si è aggiunto alle tante tempeste perfette dell’ultimo anno anche il blocco del canale di Suez provocato dall’improvvido posizionamento di una porta-container. Sempre in ambito vaccinale, essenziale è garantire che la catena del freddo sia amministrata in modo del tutto affidabile e sicuro, visto che le temperature di conservazione vanno dai -70 ai tradizionali 2-8 gradi centigradi. Anche in questo campo DHL Global Forwarding ha giocato e vinta una partita importante, come è stato ricordato dal vicepresidente Global Life sciences & Healthcare Dirk Venter, specialmente per via dei volumi ingenti di prodotto – i potenziali fruitori sono stati stimati in 7,6 miliardi – che la compagnia si è trovata a smistare. 

I pilastri del supply chain management

Il punto di vista dei produttori è stato offerto nel corso del webinar dal responsabile della supply chain di Diasorin Stefano Fornuto. L’azienda, che ha cinque stabilimenti produttivi fra Europa (il principale è a Saluggia, in Piemonte) e Stati Uniti, si è «adattata allo choc» puntando su ricerca e sviluppo, realizzando successivamente e a partire dal marzo del 2020 tamponi molecolari – distribuiti a -20 gradi centigradi – e test sierologici e antigenici. A gennaio ha lanciato il test per verificare la presenza di anticorpi in seguito alla somministrazione del vaccino. Alle prese con strutture come laboratori e ospedali, sottoposti a un immaginabile carico di stress, Diasorin ha impostato la sua politica industriale e commerciale sui pilastri della digitalizzazione, dell’ottimizzazione dei processi e della valorizzazione delle risorse umane, assumendo nuove figure e programmando già una ulteriore campagna di reclutamento futura. In corso di potenziamento sono altresì i magazzini, per i quali si prevede l’incremento della capacità di gestione di stock più ampi, e i poli logistici regionali. Non a caso, è in agenda l’apertura di un nuovo stabilimento in Cina, dedicato alle esigenze del mercato locale. E naturalmente, è in vista il consolidamento delle relazioni con gli operatori del trasporto, che Diasorin gestisce al 95% per via aerea e che vede al centro l’impianto di Vercelli, dal quale parte il 70% delle forniture alla clientela internazionale.