Il settore delle tecnologie medicali, il cosiddetto medtech, gode di buona salute e apre a prospettive del tutto nuove sui possibili approcci terapeutici nei campi della telemedicina e della salute digitale. Solo nel primo trimestre del 2021 sono stati investiti quasi 32 miliardi di dollari in equity, indicano i dati del report State of Healthcare di CB Insights riferiti a Q1 e Q2 2021. In calo, invece, la raccolta delle aziende di dispositivi medici, scesa a 4,6 miliardi di dollari con una flessione del 23% rispetto all’ultimo trimestre del 2020. Particolarmente significativi i dati relativi alle operazioni “mega-round”, con un totale di 96 deal che hanno superato i 100 milioni di dollari di valore; questa tendenza interessa soprattutto i settori POCT (point of care testing) e digital pathology.

Quest’ultima evidenza trasmette un segnale importante perché sono gli investimenti più significativi, ma anche quelli più difficoltosi in particolare in Italia. – commenta Roberta Gilardi, CEO di G2 Startups – Se non si sostengono adeguatamente le prime fasi dell’innovazione, si impedisce non solo l’accelerazione necessaria per la costruzione di nuove startup, ma anche lo sviluppo di progetti derivanti dal mondo della ricerca, dall’accademia e da altre fonti di eccellenza”.

Colmare i gap con i competitor extra-UE

L’accelerazione verso la trasformazione digitale impressa dalla pandemia ha smosso massa critica e investimenti, ma permangono ancora molti aspetti che devono essere armonizzati. Tra i più importanti vi è l’integrazione tra le diverse piattaforme, indispensabile per giungere a costruire un sistema efficiente e capace di attrarre investimenti. Un approccio collaborativo è il nuovo paradigma per raggiungere questo obiettivo, con condivisione di layer integrati alle community e hub di prossimità alle piattaforme per creare ecosistemi di salute.

L’Europa, inoltre (e l’Italia all’interno di essa) continua a soffrire di un gap finanziario rispetto ai principali paesi competitor, che deve essere colmato al fine di sviluppare pienamente il potenziale delle eccellenze nazionali ed europee e fronteggiare l’avanzata della concorrenza da USA e Cina. Sarebbe anche necessario un maggiore impegno a livello governativo per costruire massa critica. “L’evoluzione del Medtech non rappresenta solo una rinnovata visione industriale del Paese, ma significa anche crescita economica, creazione di nuovi posti di lavoro, futuro per i giovani e grande elemento di ritorno per l’intera società che potrà godere di migliori condizioni di vita attraverso approcci inclusivi e integrati”, sottolinea Gilardi.

Tra le tecnologie più interessanti nel breve e lungo termine figurano le nanotecnologie, i DNA nanorobot, il bioprinting, l’intelligenza artificiale e il machine learning “on board” e “on edge”, la cybersecurity specifica, le ibridazioni bio/tech, gli smart medtech device, le neuroprotesi e gli impianti smart.

Alcuni possibili esempi di realtà italiane significative in questo campo sono rappresentati da PatchAI, startup che lavora sul “patient engagement” o Signally.ai che applica l’AI “on edge” alla sensoristica in ambito health ed è stata selezionata dalla piattaforma di open innovation Innovation World Cup® Series; Restorative Neurotechnologies che propone, invece, un dispositivo all’avanguardia per la riabilitazione cognitiva.