L’industria farmaceutica europea ha generato nel 2021 un valore della produzione pari a 300 miliardi di euro e ha impiegato 840 mila persone in modo diretto (più circa il triplo in modo indiretto), generando un valore complessivo di mercato (prezzi ex-factory) di 255 miliardi. La spesa in ricerca e sviluppo è stata stimata essere pari a 41,5 miliardi sempre nel 2021. I dati provengono dall’annuale rapporto The Pharmaceutical Industry in Figures, pubblicato da EFPIA sul suo sito.

A fronte di un trend che si conferma comunque in crescita, non mancano le aree di preoccupazione, a partire dall’impatto delle politiche di austerità fiscale messe in campo dal 2010 in molti paesi europei, la crescente attrattività di economie emergenti (in particolare Brasile, Cina e India), una dimensione del mercato europeo molto ridotta (23,4% per vendite) rispetto a quella degli Stati Uniti (49,1%) e una frammentazione dello stesso che alimenta i canali del commercio parallelo (stimato in 6,07 miliardi di euro nel 2020). “È fondamentale che l’Europa innalzi il livello della sfida e sviluppi delle politiche per assicurare che il settore farmaceutico sia un innovatore e un leader mondiale”, ha commentato il direttore generale di EFPIA, Nathalie Moll, in un post sul sito dell’associazione.

I dati principali del rapporto

Sul fronte della ricerca e sviluppo, la Germania (€7,8 mld), la Svizzera (€7,4 mld), il Regno Unito (€5,6 mld), il Belgio (€4,9 mld) e la Francia (€4,4 mld) risultavano nel 2020 i Paesi più attivi per valore della ricerca condotta nel Paese, con l’Italia distanziata (€ 1,6 mld). Quasi la metà degli investimenti in ricerca (44,1%) è destinato agli studi clinici.

Il divario rispetto agli Stati Uniti è dimostrato dal numero di new chemical entities approvate nel periodo 2017-2021, pari a 159 negli USA rispetto alle 72 in Europa. Il rapporto di EFPIA indica anche che nel 2021 la Cina ha circa eguagliato il Vecchio Continente come originator di nuove sostanze attive lanciate per la prima volta sul mercato globale (18 vs 19, rispettivamente, ben dietro le 35 degli USA).

L’Italia guida invece la classifica dei paesi UE per valore della produzione farmaceutica (€34,4 mld), davanti alla Germania (€32,3 mld) e dietro alla Svizzera a livello di Europa allargata (€53,2 mld). Il personale impiegato in Italia nel settore ammontava a poco più di 66 mila unità nel 2020, mentre il valore del mercato farmaceutico interno per valori (prezzi ex-factory) era pari a €23,4 mld, con una quota dei farmaci generici calcolata nel 67,6% (il valore più alto tra i paesi considerati dal rapporto). L’export farmaceutico italiano nel 2020 è stato pari a €33,1 mld, distanziandosi nettamente dai valori di Svizzera (€81,8 mld), Germania (€87,2 mld), Belgio (€56,2 mld) e Olanda (€45 mld), ma anche dietro la Francia (€34 mld). L’import è stato pari a 28 miliardi di euro. La spesa farmaceutica sopportata dal sistema sanitario pubblico e dalle assicurazioni obbligatorie è stata pari in Italia a €7,53 mld nel 2020.