La Dichiarazione di Berlino è stata lanciata dalle associazioni dell’industria biofarmaceutica rappresentate da IFPMA a luglio 2022, come risposta l’impegno espresso da G7 e G20 nei confronti delle misure di preparazione e risposta contro le pandemie. Il documento si focalizza sullo sviluppare una visione comune sull’equo accesso a farmaci e vaccini nel corso delle pandemie.

La proposta dell’industria biofarmaceutica ruota attorno alla messa a punto di un quadro atto a migliorare la consegna in tempo reale di vaccini, trattamento e diagnostici a favore delle popolazioni prioritarie nei paesi a reddito più basso in preparazione di futuri eventi pandemici, sulla base delle indicazioni delle autorità sanitarie. La dichiarazione intende agire come base comune per la discussione di questi temi sia all’interno di G7 e G20 che di altre organizzazioni multilaterali e dei decisori coinvolti nella gestione della preparazione pandemica. 

Vogliamo riservare un’allocazione di produzione in tempo reale per queste popolazioni, che potrebbe migliorare ulteriormente l’equo accesso nel caso in cui i sistemi sanitari nazionali, i meccanismi di finanziamento e la capacità di assorbimento vengano rafforzati”, si legge nella dichiarazione. Quest’ultimo punto rappresenterebbe, infatti, un requisito chiave per il successo delle azioni indicate dalla dichiarazione, anche rispetto alla disponibilità dei paesi ad alto reddito di assicurare il necessario sostegno politico e finanziario. 

Quanto fatto per mettere a disposizione i vaccini e i trattamenti contro il Covid-19, aggiunge il documento, ha evidenziato che gli sforzi messi in campo dall’industria biofarmaceutica possono scontrarsi con la mancanza di prontezza e capacità di assorbimento in molti paesi altamente vulnerabili, con la conseguente presenza di popolazioni ad alto rischio.

Secondo la dichiarazione, le società a livello globale dovrebbero inserire la preparazione pandemica all’interno dei sistemi sanitari. L’impegno assunto dall’industria con la Dichiarazione di Berlino va nel senso di lavorare insieme ai governi e agli altri attori della filiera per assicurare l’implementazione di sistemi di preparazione e risposta. A tal fine, il documento evidenzia sei pre-requisiti in tal senso, a partire dalla disponibilità di robusti piani di gestione delle pandemia in tutti i paesi, che dovrebbero procedere di pari passo coi progressi verso la copertura sanitaria universale. Altri punti importanti sono rappresentati dal rapido rilevamento e condivisione aperta dei patogeni e delle informazioni sulle malattie infettive emergenti, a cui dovrebbe fare da contraltare l’accelerazione dei percorsi di R&D e regolatori per lo sviluppo di nuovi farmaci e vaccini. La dichiarazione evidenzia anche l’opportunità di ottimizzare lo scale up delle produzioni e la fornitura sostenibile in tutti i paesi, con revisione di un meccanismo di de-risking a supporto delle attività di R&D, scale up e procurement. Le previsioni sulla domanda di vaccini, trattamenti e diagnostici dovrebbero venire allineate in base a una pioritizzazione delle popolazioni basata sulle evidenze. Sarebbe anche opportuno un impegno politico di lungo termine e finanziamenti adeguati a rendere la prontezza pandemica parte integrante dei sistemi sanitari resilienti.