Anche Medicines for Europe, che rappresenta a livello europeo l’industria dei farmaci generici, biosimilari e a valore aggiunto, ha messo in campo alcune iniziative di comunicazione in vista della revisione della legislazione farmaceutica europea in corso da parte della Commissione UE.

Più in particolare, una nota ha posto all’attenzione il tema dei medicinali a valore aggiunto (VAM): valore che andrebbe cercato proprio nell’innovare i prodotti già sul mercato rispetto a nuove indicazioni, per trattare patologie o sotto-popolazioni diverse, per migliorare l’aderenza terapeutica o il profilo di tollerabilità. Secondo Medicines for Europe, il potenziale per questo tipo di prodotti è ancora largamente sottostimato in Europa, sia dal punto di vista dei pazienti che dei provider sanitari e dei payer. Un’obiettivo delle prossime politiche europee dovrebbe quindi essere quello di rinnovare i modelli alla base dell’innovazione, per stimolare la ricerca lungo tutto il ciclo di vista dei medicinali e in modo particolare su quelli fuori brevetto.

La richiesta rivolta alla Commissione UE è di riconoscere i medicinali a valore aggiunto come una nuova categoria separata all’interno della legislazione farmaceutica, con propri percorsi regolatori dedicati e incentivi proporzionati per l’esclusività dei dati. Oggi più che mai vi è bisogno di soluzioni per la salute intelligenti e sostenibili – ha commentato il Chair del Value Added Medicines Sector Group di Medicines for Europe, Arun Narayan I medicinali a valore aggiunto possono soddisfare ogni aspetto di questi bisogni sanitari. Ma la mancanza in Europa di un supporto legislativo e di un quadro regolatorio blocca i VAM dal raggiungere i pazienti. Crediamo che la revisione della legislazione farmaceutica europea rappresenti un’opportunità unica peer colmare questo gap”.

Riforme per ridurre l’impatto della crisi

Un altro tema di attenzione per Medicines for Europe è quello dell’accesso ancora limitato alle terapia per le principali malattie croniche nei paesi dell’Europa Centrale e Orientale. Un tema che risente anche dell’impennata dei costi energetici, di produzione e trasporto, oltre che del rialzo dell’inflazione derivanti dal conflitto in Ucraina. L’attuale situazione ha portato la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea, in capo alla Repubblica Ceca, a considerare la produzione farmaceutica come uno dei settori vulnerabili da valutare meglio per aumentarne la resilienza. A tale riguardo, Medicines for Europe e l’Associazione ceca dell’industria farmaceutica (ČAFF) hanno avanzato una lista di richieste di riforme a livello europeo e nazionale, tra cui lo sviluppo di politiche che incoraggino l’utilizzo dei farmaci generici e biosimilari, il contrasto degli effetti dell’inflazione sulla sicurezza delle forniture dei medicinali essenziali grazie a linee guida per lo smart procurement, la possibilità per l’industria dei farmaci fuori brevetto di accedere ai fondi europei per gli investimenti produttivi e l’ottimizzazione del sistema regolatorio per un milione accesso ai medicinali e per beneficiare della maggiore efficienza derivate dalla digitalizzazione.