Giorgio Bruno, presidente AFI

L’Italia è uno dei player farmaceutici più importanti a livello internazionale, grazie alla presenza di molte imprese, con caratteristiche specifiche per specializzazioni, dimensioni e attività, e costituiscono uno dei settori più strategici per il nostro paese generando un grande valore. Raggiungere questo ruolo di eccellenza è stato possibile anche grazie alla qualità delle risorse umane e dall’efficienza dei settori dell’indotto (ad esempio nella fornitura di materie prime, semilavorati, macchine e tecnologie per il processo e il confezionamento, componenti e servizi industriali), che con la farmaceutica creano un sistema di grande valore per lo sviluppo economico e sociale. La farmaceutica, le scienze della vita attraversano una fase di grandi cambiamenti segnati da una profonda innovazione dei prodotti, dei processi, delle competenze per rendere disponibili ai pazienti un numero crescente di terapie e cure preventive. Il Covid 19 ha impresso una forte accelerazione allo scenario di riferimento. La salute è, forse come mai prima, al centro dell’interesse dell’opinione pubblica e di tutte le istituzioni. La filiera nazionale del farmaco ha dato grande prova durante la pandemia; la convergenza tra ricerca e industria ha permesso di avere un vaccino in pochissimo tempo anche grazie anche all’efficienza e flessibilità degli enti regolatori. Il valore della salute è oggi riconosciuto universalmente come una priorità di tutto il Paese. Tutti gli attori dell’industria della salute, dalle Istituzioni all’Accademia alle Aziende devono lavorare sempre più in partnership per trovare soluzioni innovative e condivise per rispondere alle esigenze dei pazienti, soluzioni capaci di assicurare salute, benessere, economia: in generale una qualità della vita sostenibile in tutti i suoi aspetti.

Investire in ricerca significa migliorare la salute e l’aspettativa di vita dei cittadini, attrarre nuove risorse e talenti per lo sviluppo economico e sociale del Paese. Ecco perché è necessario un contesto attrattivo per la ricerca di base, gli studi clinici, la registrazione e la protezione dei brevetti, il trasferimento tecnologico e digitale dei dati, per rendere più forte l’ecosistema dell’innovazione. Prodotti sempre più specialistici, grazie ai progressi scientifici e tecnologici all’evoluzione della R&S, che ha effettuato un cambio radicale di paradigma, passando da terapie basate sulla logica one-fits-all alla medicina di precisione sempre di più alle terapie avanzate e alle “next generation biotherapeutics”, che includono le terapie geniche, di ingegneria tissutale. È una fase entusiasmante di innovazione, con un’accelerazione esponenziale innescata dalla network innovation e da sinergie con le imprese nel digitale:

  • dalla scienza maggiori conoscenze sulle caratteristiche genetiche degli individui;
  • dalla tecnologia la possibilità di tracciare ed elaborare un’enorme massa di dati, con strumenti di Big Data Analytics.

Le Scienze della Vita si sviluppano verso la cosiddetta Salute di precisione, un approccio dal grande valore scientifico e sociale, perché significa maggiore prevenzione delle malattie, migliori diagnosi, terapie più mirate ed efficaci con meno effetti collaterali.

La digitalizzazione cambierà i prodotti, i processi e l’organizzazione aziendale: la R&S può rendere disponibili in minor tempo nuove terapie; la produzione diventa più efficiente; la presa in carico dei Pazienti si trasforma da “semplice” erogazione di prestazioni in un percorso olistico, che integra farmaci, diagnostica di precisione, devices, servizi di assistenza. La digital health è una realtà che richiede una rinnovata partnership tra Industria e Istituzioni e una discontinuità in termini di gestione, integrazione, interoperabilità. L’aumento dei servizi di telemedicina sta facendo fare un grande passo in avanti. Una transizione culturale prima ancora che tecnologica, che vede l’impegno, con investimenti e competenze, di imprese e istituzioni. Una sfida importante che permetterà di dare maggiore velocità ed efficienza ai processi di ricerca (ad esempio con i Decentralized Clinical Trials), di assicurare continuità operativa, di condividere informazioni in cloud e di implementare piattaforme di collaborazione con medici e pazienti. E che ha bisogno di dati organizzati e accessibili a tutela della salute pubblica, nel pieno rispetto della privacy, per migliorare le cure, valutare l’impatto delle tecnologie digitali e le loro interazioni con i farmaci (come nel caso dei Digital Therapeutics).

Lo scenario che abbiamo davanti impone anche dei cambiamenti a livello legislativo, dove il paziente deve essere messo al centro del processo. Bisogna semplificare le procedure per garantire ai pazienti un accesso più rapido ai medicinali innovativi e rendere ad un prezzo sostenibile le terapie personalizzate. Bisognerà lavorare per rendere meno vulnerabile la filiera individuando soluzioni nel rispetto delle normative e della sostenibilità ambientale. La competitività dell’industria va rafforzata attraverso un sistema normativo stabile e solido, snellendo le procedure di approvazione degli stabilimenti senza compromettere né la qualità né la sicurezza. Sono fiducioso che le Istituzioni sia Nazionali che Europee aiuteranno l’industria della salute a essere protagonista sia nel campo dell’innovazione terapeutica che tecnologica per migliorare l’accesso alle cure per tutti i cittadini.