Il potenziale innovativo dell’industria farmaceutica ad alto tasso di ricerca e la capacità di risposta da essa dimostrata nei confronti della pandemia hanno avuto un impatto positivo sulla reputazione di questo comparto industriale tra l’opinione pubblica, indica l’annuale rapporto Ipsos realizzato per la International Federation of Pharmaceutical Manufacturers and Associations (IFPMA). Condotta tra settembre e ottobre 2022, la ricerca ha coinvolto un campione di 11 mila persone adulte abitanti in Stati Uniti, Regno Unito, India, Brasile, Svizzera, Francia, Sud Africa, Giappone, Belgio, Germania e Italia. 

Tra le indicazioni principali emerse dall’indagine, l’alta percezione (68%) del ruolo guida dell’industria farmaceutica ad alto tasso di ricerca nell’avanzamento delle nuove tecnologie, quali farmaci più efficaci e vaccini utili a contrastare il Covid-19. La maggior parte del campione (62%) ha anche ritenuto che le aziende farmaceutiche research-based abbiano fatto il possibile per sviluppare nuove soluzioni per il Covid, e che abbiamo un ruolo chiave anche rispetto allo sviluppo di nuove tecnologie potenzialmente utili in caso di future crisi sanitarie (67%).

Il sondaggio ha anche approfondito la percezione tra il grande pubblico dei rischi collegati allo sviluppo di prodotti innovativi (medicinali, vaccini e diagnostici) e il ruolo svolto dalla proprietà intellettuale nell’abilitare l’innovazione, facilitare le collaborazione e garantire un ritorno sugli investimenti. La maggioranza degli intervistati (62%) si è trovata in accordo con l’affermazione  che le aziende farmaceutiche innovator investono molto denaro nella scoperta di nuovi trattamenti e cure, e che siano più efficienti rispetto ai governi nella scoperta di nuove medicine e vaccini (62%). Poco più di metà del campione (58%) condivide il fatto che la possibilità di fare affidamento sulla proprietà intellettuale abiliti l’introduzione di nuove tecnologie. 

Secondo i risulti del sondaggio, il contributo alla società delle aziende biofarmaceutiche ad alto tasso di ricerca è benefico (60%) e contribuisce a migliorare la salute globale (63%); il 55% degli intervistati ritiene anche che queste aziende contribuiscano in modo positivo all’economia. A livello di fiducia, la percezione più elevata riguarda le istituzioni accademiche, sanitarie e regolatorie, a cui fa seguito l’industria farmaceutica innovator. La percezione positiva del mondo industriale è risultata più elevata tra le classi di età più giovani (18-24 e 25–34 anni)