Ivo A. Nardella, Editore Gruppo Tecniche Nuove S.p.A.

I traguardi sono sempre da condividere, un modo per raccontarci e uno per guardare al futuro con maggiore serenità e consapevolezza per aver seguito una via che non era poi tanto male. NCF per tutti, Notiziario Chimico Farmaceutico per i non addetti al settore, ancora un altro nome per chi legge la storia.

Risorgimento, la nascita del Regno d’Italia, siamo nel 1861 e già si pensava alla divulgazione scientifica in ambito farmaceutico con l’avvio delle pubblicazioni del Bollettino Chimico-Farmaceutico. Era passato meno di un anno da quando Garibaldi si consegnava definitivamente alla storia, Jean Baptiste Dumas occupava la cattedra di chimico alla Sorbona, era stato inventato da poco il primo colorante sintetico e Pasteur si stava avvicinando a grandi scoperte. Hugo Schiff insegnava a Pisa legando il suo nome a un reattivo per le aldeidi e Frederick Gowland Hopkins iniziava gli studi su vitamine e aminoacidi e gli effetti sui muscoli: Novak Djokovic ringrazia. Il Bollettino, fondato da Piero Viscardi a Milano era l’organo ufficiale delle associazioni chimico-farmaceutica lombarda, veneta e friulana. Bisogna aspettare cento anni e più anni fino a che un giovane Gian Carlo Lubner, laureato a Torino in Chimica Industriale, classe ’32, decidesse di rilevare la Società Editoriale Farmaceutica che pubblicava il Bollettino. Da li, in un secondo dopoguerra ricco di opportunità, Lubner affianca alla sua attività quella di editore specializzato creando il Notiziario Chimico Farmaceutico.

Salto temporale: erano gli anni ’90, la Milano da bere stava cambiando e anche il modo di fare comunicazione. Video killed the radio star era giĂ  storia e Tecniche Nuove era la prima societĂ  privata ad avere una connessione in banda larga alla rete. I primi siti di e-commerce, e-mail, marketing, outbound, native adv e una cariolata di inglesismi che se oggi provi a fare un’osservazione sei subito “boomer”. La comunicazione cambia, la professionalitĂ , la serietĂ , l’autorevolezza restano. La prima volta che vidi NCF sul tavolo riunioni fui catturato piĂą dalla passione del suo editore che dal contenuto, lo ammetto. Io fresco di studi in ingegneria robotica e automatica guardavo con reverenza la trattativa per l’acquisizione della societĂ . Lubner, il “dottore” come lo chiamavano tutti, aveva una presenza scenica importante e con Giuseppe Nardella si capirono subito, in quegli incontri sempre piĂą fitti si stava trasferendo una passione per la conoscenza della chimica farmacologica industriale, base della nostra salute.

NCF compie 60 anni, molti dei quali vissuti al fianco di un altro grande, il professore per eccellenza: Rigamonti. Dire AFI è per tutti dire Rigamonti, ed ecco quella passione che riemerge in tutta la sua forza e prorompenza, la passione per il racconto che si deve districare in un regolatorio degno della chioma di Medusa. Ma AFI, come Tecniche Nuove, è fatta di persone che traggono visione e ispirazione dal solco tracciato nel tempo. Giorgio Bruno, che ringrazio ne è la continuità e alfiere di un modo di essere Società Scientifica. Noi ci chiamiamo Tecniche Nuove e siamo obbligati per ragione sociale ancorché per statuto a fare cose nuove, a raccontare il nuovo, a dare miccia o spegnere falsi fuochi. Il rigore tecnico-scientifico che c’è in tutte le piattaforme editoriali del gruppo, meglio si esprime tra le pagine cartacee o social di NCF.

Non ho nessuna intenzione di essere cringe, anche ai gen Z o Alpha, auguro di imbianchirsi la chioma, dico soltanto che NCF e tutta la sua piattaforma editoriale saranno sempre al fianco della ricerca e della divulgazione per rendere la nostra storia altrettanto piĂą lunga e prospera.