Un settore Life Sciences in forte crescita negli ultimi anni, sulla spinta della pandemia, ma anche grande incertezza per l’attuale contesto sociopolitico ed economico, e la necessità di confermare l’andamento positivo: il rapporto Deloitte Life Sciences Global Outlook 2023 fa il punto sui principali trend che il settore delle scienze della vita ha dovuto fronteggiare negli ultimi anni e sulle sfide e principali aree di investimento per futuro. Tra quest’ultime, l’ottimizzazione dei ricorso a leve quali acquisizioni strategiche, dismissioni di asset ritenuti non necessari alla crescita, investimenti in R&D e potenziamento nell’adozione del digitale. Il rapporto stima un valore complessivo nel 2022 per il settore life sciences, articolato nel comparti farmaceutico, biotecnologico e medtech, di 2,83 trilioni di dollari.

Investimenti e trasformazione digitale

L’evoluzione dei portafogli delle aziende, frutto di operazioni di consolidamento nel settore, è una delle principali tendenze individuate dal rapporto. Il 2022 ha visto un momento di flessione, con un valore delle transazioni pari a $135 mld (dai $306 mld del 2021). La previsione per il 2023 è di aumento del valore delle transazioni di fusione e acquisizione nel settore del life sciences, conseguente a una maggiore concorrenza e domanda di prodotti multi-indicazione. I vaccini e i trattamenti di nuova generazione, come la terapia genica e cellulare, possono rappresentare nuovi flussi di entrate per i player del settore, indica Deloitte, a fronte di un settore che sta investendo soprattutto in R&D (91%), innovazione digitale (87%) e prodotti innovativi (95%).
L’ambito R&D è atteso alla prova dell’accelerazione dei programmi di trasformazione digitale, di cambiamenti strategici e di una riorganizzazione commerciale, tutti elementi imprescindibili per adattarsi alle mutate condizioni di contesto.
Più in particolare, il rapporto individua nelle significative sfide il principale ostacolo all’ attuale modello di R&D, caratterizzato da alto rischio e costo. I dati riportati indicano, ad esempio, una decrescita dei tassi interni di rendimento per le attività in fase avanzata (dal 6,8% nel 2021 all’1,2% nel 2022) e un aumento dei costi medi di sviluppo (+298 milioni di dollari nel 2022 rispetto al 2021), oltre a una previsione di diminuzione del picco di vendite medie (da 500 milioni di dollari nel 2021 a 389 milioni di dollari nel 2022).

Le aziende del settore stanno adottando soluzioni trasformative per una pianificazione proattiva degli scenari e una mitigazione dei rischi. In termini di supply chain, ciò si traduce in catene di approvvigionamento più flessibili e processi produttivi più snelli. Secondo un sondaggio Fortune/Deloitte, l’88% dei leader del settore ritiene che i problemi legati a produzione e capacità logistica siano le principali sfide da affrontare.
Deloitte indica anche la perdurante esigenza di far fronte alle politiche di rimborso farmaceutico e alle pressioni della concorrenza sul fronte prezzi e rimborsi, che portano le aziende ad adottare tecniche di pricing dinamico. Un trend a tale riguardo è individuabile nella iper-targetizzazione delle popolazioni di pazienti, in particolare per le malattie di nicchia, in modo da garantire un accesso equo ai trattamenti. Sempre maggiore rilevanza va assumendo, inoltre, l’ecosistema digitale incentrato sul cliente, alimentato da diagnostica decentralizzata, canali e soluzioni direct-to-consumer e dalla raccolta di informazioni reali dai dispositivi “indossabili”.

Le nuove sfide e opportunità

La digitalizzazione è una delle principali sfide ed opportunità che si sono aperte con la pandemia. Un aspetto che espone, da un lato, le aziende a rischi quali quelli connessi alla gestione dei dati, mentre rappresenta dall’altro uno dei maggiori stimoli all’efficientamento digitale, guidato dall’adozione di soluzioni come Software-as-a-Service, AI, Internet of Things, automazione, Blockchain, Data lake, Wearable, AR/VR e terapie digitali.
Il rapporto Deloitte segnala anche come le organizzazioni del settore delle scienze della vita guardino con estrema attenzione a tematiche critiche, quali la disuguaglianza sanitaria e le iniziative ambientali, sociali e di governance. Le disuguaglianze sanitarie, in particolare, sono stimate avere un impatto annuo nell’UE pari a circa l’1,4% del PIL.