Provetta di sangue, campione di tessuto, tampone nasofaringeo: sono solo tre dei contesti clinici che, nel corso degli ultimi decenni, hanno beneficiato sensibilmente delle innovazioni introdotte dalla medicina di laboratorio e dalla diagnostica in vitro (IVD). Diagnosi predittive e prognostiche, definizione dell’appropriatezza e adeguatezza terapeutica, monitoraggio dell’evoluzione della patologia e degli esiti di cura, rapidità nella presa in carico di un contesto clinico collettivo e/o del singolo paziente: lo strumento diagnostico ha enormi potenzialità per il miglioramento della salute dell’uomo e del sistema, in un’ottica di sostenibilità e di efficientamento, che deve richiamare l’attenzione di istituzioni, decisori politici, industria e stakeholder. Se ne è parlato in occasione de “Il Viaggio del Campione”, iniziativa di informazione e sensibilizzazione promossa da E Roche Diagnostics Italia, che prevede la diffusone su canali aziendali di tre video educazionali per il grande pubblico sul valore della diagnostica.

L’obiettivo

Stabilire piani strategici nazionali di diagnostica con modelli sostenibili di finanziamento, rafforzare i sistemi di laboratorio massimizzando l’attuale infrastruttura diagnostica, investire nel personale dedicato, adottare un quadro normativo che acceleri l’accesso alla diagnostica: sono i quattro obiettivi identificati dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) in occasione sella 76ª Assemblea Mondiale, quale unico mezzo per rispondere a livello mondiale alle principali, nuove e crescenti sfide sanitarie e favorire l’equità di accesso, diagnosi e cura al paziente a livello globale.

Le potenzialità della diagnostica sono evidenti anche in contesti clinici quotidiani: la rilevazione di un “semplice” parametro nel sangue, quale ad esempio il dosaggio della Troponina nelle Sindromi Coronariche Acute consente di fare diagnosi precoce di infarto acuto del miocardio, così come la valutazione dei peptidi Natriuretici (BNP o NTproBNP) permette di confermare o escludere con certezza la diagnosi di scompenso cardiaco in fase sia acuta che cronica, con il valore aggiunto che questi biomarcatori consentono la stratificazione prognostica della malattia e/o di monitorarne l’andamento. In oncologia, le più recenti tecniche di diagnostica molecolare, anche attraverso minime quantità di tessuto, sono in grado di fornire informazioni molto dettagliate sulla firma molecolare del tumore, fondamentali per la definizione del percorso terapeutico. O nelle malattie infettive, i tamponi, primo fra tutti quello nasofaringeo, possono contribuire a contenere pandemie, quella da Covid ne è stato un esempio, infezioni virali e batteriche, come in caso di HIV.

Gli ultimi 30 anni hanno cambiato radicalmente il ruolo dell’informazione di laboratorio nei percorsi diagnostico-terapeutici: risultati refertati in pochi minuti hanno migliorato la medicina di urgenza, biomarcatori e test molecolari, identificando fattori di rischio, possono contribuire a modificare la storia naturale e l’evoluzione di molte patologie e a guidare terapie sempre più personalizzate. Dall’altro, errori nella richiesta degli esami, nelle procedure di prelievo, nella manipolazione e trasporto dei campioni possono compromettere la qualità finale dei risultati, l’accuratezza delle diagnosi e delle terapie. A danno del sistema e della sua sostenibilità, cui sono chiamati a rispondere da un lato le industrie e dall’altro le Istituzioni.

Alleanza tra aziende e SSN

Le oltre 300 imprese del settore IVD operanti sul territorio sono partner essenziali del servizio sanitario nazionale (SSN), eppure in Italia la spesa pro capite in dispositivi medici, in cui rientra anche l’IVD, è tra le più basse d’Europa: in media 123 euro contro 284 euro di altri principali Paesi.

Il settore chiede pertanto maggiore attenzione, risorse e un confronto con il Governo per la definizione di una migliore governance sotto il profilo di contenuto e organizzativo, ad esempio, con ristrutturazioni a rete dei laboratori, le concentrazioni, la specializzazione vocazionale dei singoli laboratori e la ricerca di modelli più efficienti per la gestione delle attività senza valore aggiunto. Così come è necessario rendere la medicina, e nello specifico la diagnostica più attrattiva, con anche retribuzioni adeguate e alleggerendo il carico burocratico, per favorire il ricambio generazionale di figure specialistiche e specializzate e evitare la fuga di cervelli. A favore, cioè, di contesti e outcome sempre più performanti nel rispetto dell’ambiente: e in questa direzione, dal prossimo anno, la Federazione Europea di Medicina di Laboratorio vara la certificazione di “Laboratorio Green”, aderente cioè a una serie di requisiti per ridurre gli sprechi o l’uso di agenti tossici.

Un ulteriore passo verso la sostenibilità in cui dell’appropriatezza della richiesta e dell’utilizzo giocano un ruolo importate cui è chiamata a rispondere anche l’industria sviluppando metodiche con reattivi meno tossici e scarichi più sostenibili, in un’ottica di One Health.

La richiesta e l’impegno delle istituzioni

Regione Lombardia è in prima linea nell’efficientamento del settore della diagnostica: nella scorsa legislatura ha emanato una normativa organica e omogenea a garanzia della qualità dell’offerta diagnostica alla persona e la valorizzazione delle specifiche competenze per l’erogazione dei diversi test diagnostici, il potenziamento e la regolamentazione dell’utilizzo della telepatologia e della rete informatica dei laboratori, con un investimento di circa 6,5 milioni di euro. Capitale che rivolto soprattutto al rinnovamento tecnologico, all’uso appropriato delle risorse e potenziamento capillare della rete dei punti prelievo, alla ricerca di percorsi di prevenzione, diagnosi e terapia sempre più personalizzati e tali da migliorare la qualità di vita dei cittadini.

Non ultimo, occorre fare corretta e capillare informazione: il paziente che conosce il valore della diagnostica di laboratorio collabora meglio alla sua patologia; dunque una alleanza forte fra clinica, clinici e laboratorio può rappresentare un modello di Sanità a favore di migliori outcome e riduzione dei costi.