«La nefropatia IgAN è una patologia rara, autoimmune, complemento-mediata, caratterizzata dall’accumulo renale di complessi di immunoglobuline IgA e IgG» spiega il professore Gaetano La Manna, Direttore UOC Nefrologia, Dialisi e Trapianto renale, Policlinico S.Orsola di Bologna, Università di Bologna. 

Circa 25 persone su un milione all’anno ricevono una nuova diagnosi di IgAN8 e fino al 30% delle persone affette da IgAN con livelli persistenti di proteinuria elevata (≥1 g/die) può andare incontro a insufficienza renale entro 10 anni.

Come spiega il prof La Manna «si tratta della forma di glomerulonefrite più diffusa nel mondo nell’età adulta, tanto da rappresentare circa il 20% tra tutte le nefropatie glomerulari colpendo prevalentemente bambini e giovani adulti, che non raramente progredisce verso l’insufficienza renale cronica, la dialisi e la necessità di trapianto renale».

Necessità di terapie efficaci

Risulta, per questo motivo, necessario trovare terapie efficaci e mirate per la IgAN che rallentino o prevengano la progressione verso l’insufficienza. In quanto, sebbene le attuali cure di supporto e i trattamenti possano risultare utili, non affrontano una fase patogenetica chiave nella progressione della IgAN, ovvero l’attivazione del sistema del complemento.

«Proprio i depositi di IgA e IgG causano alterazione dei normali meccanismi di filtrazione renale con ematuria e proteinuria (sangue e proteine nelle urine). Sono questi elementi i principali a indirizzare il nefrologo verso la biopsia renale che consentirà la corretta diagnosi. Il meccanismo fisiopatologico ha orientato molte delle ricerche attuali per trovare nuove prospettive terapeutiche con particolare riferimento al blocco dell’attivazione della via alternativa del complemento» continua il professore Gaetano La Manna.

È proprio con questo obiettivo che negli ultimi anni Novartis ha intensificato il suo impegno nello sviluppo di nuove soluzioni terapeutiche in grado di imprimere una svolta significativa nel trattamento di diverse malattie mediate dal complemento. Novartis ha annunciato, infatti, i risultati positivi dell’analisi ad interim precedentemente pianificata (al nono mese) nello studio di Fase III APPLAUSE-IgAN (NCT04578834). 

Lo studio

«Lo studio di Fase III APPLAUSE-IgAN ha dimostrato il potenziale di Iptacopan in questa area terapeutica, con risultati incoraggianti nel trattamento della nefropatia da immunoglobulina A» precisa Paola Coco, Cso & Medical Affairs Head IM Novartis Italia.

Iptacopan è un inibitore sperimentale del fattore B che agisce sulla via alternativa del complemento e che ha dimostrato superiorità rispetto al placebo nella riduzione della proteinuria (proteine nelle urine) e ha fornito una riduzione della proteinuria clinicamente significativa e altamente significativa dal punto di vista statistico in aggiunta alla terapia di supporto in pazienti affetti da nefropatia IgA (IgAN), una malattia mediata dal complemento. 

Nello studio, il profilo di sicurezza di Iptacopan (200 mg due volte al giorno) è risultato coerente con i dati riportati in precedenza. Lo studio prosegue in doppio cieco per valutare la capacità di Iptacopan di rallentare la progressione della IgAN. I due endpoint primari dello studio per l’analisi intermedia e finale, rispettivamente, sono la riduzione della proteinuria a 9 mesi, misurata dal rapporto proteine urinarie/creatinina (UPCR), e la pendenza annualizzata della velocità di filtrazione glomerulare totale stimata (eGFR) a 24 mesi.