Tra le sette aree di priorità della presidenza spagnola del Consiglio europeo, in carica per il secondo semestre 2023, figurano anche le biotecnologie, in particolare quelle applicate al settore agro-alimentare, e la prosecuzione delle attività volte a migliorare l’autonomia europea in campo sanitario e a ridurre le dipendenze da paesi terzi.

L’incontro organizzato dalle associazioni nazionali aderenti a EuropaBio in collaborazione con la Spanish Association of Biotechnology Companies (AseBio) ha visto una nutrita partecipazione anche da parte di rappresentanti delle autorità europee (trovi qui il report). Due i temi principali al centro del dibattito, la revisione della legislazione farmaceutica e la proposta di regolamento sulle piante ottenute tramite alcune tecniche NGT.

Le raccomandazioni per la revisione della legislazione farmaceutica

Le associazioni dell’industria delle biotecnologie hanno espresso un’opinione negativa sulla proposta della Commissione di revisione della legislazione farmaceutica, che è giudicata impattare in modo negativo sul settore e sulla prevedibilità e stabilità del sistema europeo di incentivi per l’industria. Le misure proposte avrebbero ricadute in particolare per le piccole e medie imprese, che spesso sono le prime generatrici dell’innovazione. 

Le raccomandazioni uscite dall’incontro chiedono alla Commissione UE di assicurare un quadro adeguato e bilanciato di incentivi, che non metta a rischio la proprietà intellettuale e che non riduca o condizioni gli incentivi per accedere a requisiti che sarebbero irraggiungibili per le PMI. 

A livello di bisogni medici insoddisfatti, la concettualizzazione di questo concetto dovrebbe essere di tipo non-legislativo, e concordata mediate un approccio multi-stakeholder centrato sul paziente.  Il quadro di riferimento della sanità transfrontaliera dovrebbe venire migliorato al fine di assicurare accesso precoce ai trattamenti innovativi, in particolare per quanto riguarda le malattie rare, settore in cui non tutti i paesi europei sono adeguatamente attrezzati. Anche il settore della ricerca clinica dovrebbe venire potenziato a partire dall’esistente e con l’obiettivo di rendere gli studi in Europa più attrattivi. Tra le richieste figurano processi regolatori più snelli, procedure nazionali più rapide, flessibilità regolatoria sul disegno degli studi e trail decentralizzati. Dovrebbe anche venire migliorato il coinvolgimento del paziente e sarebbe necessario promuovere il passaggio di conoscenza tra università, centri di ricerca e industria. 

Le altre raccomandazioni

Per quanto riguarda l’uso delle nuove tecniche genomiche sulle piante, le associazioni nazionali facenti parte di EuropBio hanno sottolineato l’importanza di assicurare certezza regolatoria sull’autorizzazione del prodotto. A tal fine, sarebbe di fondamentale importanza accelerare la revisione complessiva su tutti i settori del quadro legislativo per gli organismi geneticamente modificati, per allinearlo al progresso scientifico. 

È più importante che mai garantire che l’Europa possa conseguire l’autonomia strategica e robuste catene di fornitura ha dichiarato Claire Skentelbery, direttore generale di EuropaBio. – In un ambiente geopolitico instabile, l’Europa deve assicurare di poter innovare e creare nuove alternative per il settore agro-alimentare e per la nuova generazione di terapie per i pazienti europei. Le associazioni nazionali di EuropaBio rimangono impegnate a lavorare coi nostri partner per il resto della presidenza spagnola  del Consiglio, mentre prepara il lavoro per la subentrante presidenza del Belgio”.