È stato appena presentato a Milano da Federchimica il 29° Rapporto Responsible Care® che ogni anno diffonde i risultati ottenuti dall’industria chimica italiana per quanto riguarda gli interventi messi in atto in un’ottica di sostenibilità.

Dal 1992 le imprese che aderiscono volontariamente al programma si impegnano in un percorso di miglioramento continuo basato sulla misurazione corretta e sulla rendicontazione delle prestazioni, delle politiche e degli obiettivi di sostenibilità. Il campione è diventato molto significativo dato che le imprese aderenti al programma rappresentano oggi il 63% del fatturato globale dell’industria chimica in Italia, pari a 66,7 miliardi di euro e il 41% dei dipendenti. La sostenibilità si focalizza su tre dimensioni principali, che coincidono con gli obiettivi di ogni intervento: Persone, Pianeta e Prosperità. I dati testimoniano il primato del settore in sicurezza, salute e livello di benessere sui luoghi di lavoro e confermano il continuo impegno per l’efficientamento energetico, minimizzando l’impatto sul clima e sull’ambiente di processi e prodotti.

«La Chimica è indispensabile per un progresso compatibile con le nuove sfide ambientali e sociali – ha affermato Francesco Buzzella, Presidente di Federchimica fresco di elezione – Il nostro bilancio Responsible Care dimostra che l’impegno in sostenibilità delle imprese chimiche ha dato risultati determinanti anche per i settori a valle e direttamente nei prodotti di consumo, conseguiti in particolare attraverso innovazioni di processo, di prodotto e nuove tecnologie. Dal Rapporto emerge chiaramente come sicurezza, salute e un elevato livello di benessere e salubrità sui luoghi di lavoro siano elementi distintivi del settore chimico. Un risultato che si deve anche all’impegno delle Parti sociali settoriali nella promozione della responsabilità sociale e del welfare contrattuale, che ha contribuito a realizzare un rapporto di lavoro moderno, flessibile e inclusivo, finalizzato a dare risposte alle esigenze dei lavoratori e dei loro familiari», ha aggiunto.

L’Industria chimica vanta da anni una posizione di leadership nell’ambito della sicurezza e salute nei luoghi di lavoro: l’incidenza degli infortuni nel settore è inferiore del 39% rispetto alla media manifatturiera. Dal 2010 il numero degli infortuni, a parità di ore lavorate, è diminuito del 44% e mostra un ulteriore calo (di quasi il 12%) rispetto al 2019, anche grazie alla sensibilizzazione dei dipendenti verso atteggiamenti sicuri e responsabili: dal 2010 il numero di ore di formazione per dipendente è cresciuto del 21%. Anche l’innovazione introdotta dalle tecnologie digitali ha generato effetti positivi. Rispetto al 1990 l’Industria chimica ha migliorato la propria efficienza energetica del 33% a parità di produzione. Si tratta di un risultato rilevante che risponde già all’obiettivo dell’Unione Europea del 32,5% entro il 2030. Ciò anche grazie ad investimenti in cogenerazione, utilizzo di energie rinnovabili ed economia circolare. Sul fronte della tutela ambientale, il settore è stato capace di migliorare le già ottime prestazioni rispetto a tutti gli indicatori di sostenibilità, nonostante il complicato contesto mondiale contrassegnato dall’aumento esponenziale dei costi energetici e delle materie prime. Dal 1990 le emissioni dirette di gas serra sono state ridotte del 58% e le emissioni in atmosfera sono diminuite in media di oltre il 95%. Anche il consumo di acqua è stato ridotto molto. Dal primo anno di rilevazione (2005) il consumo di acqua generale a parità di produzione è sceso del 46%, e del 55% quello di acqua dolce. Inoltre, è diminuita ulteriormente la produzione di rifiuti, che registra -14% nell’ultimo anno, migliorando al contempo la loro gestione. Il riciclo è la prima modalità di trattamento, pari al 34% del totale.

L’industria chimica, che è stata capace di mettere in atto e mantenere negli anni questo processo virtuoso ottenendo risultati sempre più significativi, potrà fungere da traino per gli altri settori industriali del nostro Paese. Per conseguire gli obiettivi del Green Deal europeo servono soluzioni globali per la transizione energetica, climatica ed ecologica. «È necessario che il processo decisionale verso la transizione coinvolga le Istituzioni e tutti i soggetti interessati adottando un approccio scientifico, pragmatico e non ideologico. Deve essere creato un ambiente favorevole alla ricerca, allo sviluppo e all’innovazione e potenziata la capacità di attrarre capitali, investimenti e risorse umane di eccellenza. Tutto questo inserito in un’amministrazione pubblica il più possibile efficiente», ha sottolineato il Presidente Buzzella. «La transizione ecologica resta un obiettivo sempre più fondamentale, ma deve essere perseguita con tempi di adeguamento sostenibili che non compromettano il rapporto tra benefici e costi economici e sociali», ha concluso.

Il Premio Responsible Care

In occasione della presentazione del 29° Rapporto Responsible Care® sono stati assegnati i premi alle tre aziende vincitrici. Nel 2023 hanno risposto al bando 8 imprese con 10 progetti, tutti meritevoli di plauso e che hanno quindi messo in difficoltà i giurati nella scelta. I vincitori sono Clariant, Covestro e Siad (in ordine alfabetico)

CLARIANT: Progetto “Conversione completa all’essiccazione solare della bentonite”

Per superare le sfide del cambiamento climatico, Clariant ha sviluppato tecniche di essicazione solare della bentonite da utilizare in sostituzione del ricorso al forno rotativo. Questo minerale argilloso viene utilizzato principalmente nelle fonderie e nell’industria della carta. Nel 2022, il risultato ottenuto in termini di abbattimento delle emissioni di gas climalteranti registrate grazie a questa innovazione è stato di 14.250 tonnellate di CO2.

COVESTRO: Progetto “Sistema di gestione security polo di Filago”

Per proteggere da minacce esterne gli asset fisici e informatici, Covestro ha realizzato un sistema di gestione aziendale di security che si estende anche alle aree Sicurezza, Salute e Ambiente. Il Sistema sfrutta le nuove tecnologie permettendo di far operare le funzioni aziendali in sinergia e garantendo l’affidabilità del controllo di accessi e l’efficacia di rilevazione e intervento in caso di intrusione.

SIAD: Progetto “COOOL® FreeToGo – L’innovazione per un delivery sostenibile”

il Gruppo SIAD ha sviluppato, brevettato e omologato un sistema di refrigerazione innovativo utile per il trasporto su strada di prodotti facilmente deperibili come quelli alimentari e farmaceutici, il cui trasporto tradizionale è responsabile di una notevole quantità di emissioni di gas serra. Il sistema, basato sull’utilizzo di CO2 Biogenica, ovvero di CO2 recuperata dalla fermentazione di materiale organico o da biomassa, è performante e silenzioso, riduce i consumi di energia elettrica ed è compatibile con svariati mezzi di trasporto.