Si chiama Casgevy (exagamglogene autotemcel) il primo medicinale basato sulla tecnologia CRISPR/Cas-9 di editing genomico che è stato autorizzato lo scorso 15 novembre dalla Medicines and Healthcare products Regulatory Agency (MHRA) britannica per il trattamento dell’anemia falciforme e della beta-talassemia dipendente da trasfusione in pazienti di più di 12 anni di età.

L’autorizzazione all’immissione in commercio, concessa a Vertex Pharmaceuticals (Europe) e CRISPR Therapeutics, si è basata su uno studio condotto su un totale di 45 pazienti affetti da anemia falciforme, di cui solo 29 hanno ricevuto il medicinale per un tempo tale da risultare eleggibili per l’analisi ad interim dell’efficacia primaria. Di questi, il 97% (28 pazienti) sono risultati liberi da crisi di dolore per almeno dodici mesi dopo il trattamento. 

Anche lo studio sulla beta-talassemia, che comprende un totale di 54 pazienti, non si è ancora concluso. Il 93% (39) dei 42 pazienti considerati eleggibili per l’analisi ad interim dell’efficacia non hanno avuto bisogno di trasfusioni di globuli rossi per almeno un anno dopo il trattamento, mentre i restanti tre hanno visto una riduzione del 70% del bisogno di trasfusioni. 

Secondo quanto reso noto da MHRA, gli effetti collaterali del trattamento sono simili a quelli associati ai trapianti autologhi di cellule staminali, e comprendono tra gli altri nausea, stanchezza, febbre e un maggior rischio di contrarre infezioni. La nuova terapia di gene editing per l’anemia falciforme e la beta-talassemia si propone quale possibile alternativa al tradizionale trapianto di midollo, che richiede un domatore compatibile e può presentare rischi di rigetto. 

Il meccanismo d’azione

La terapia genica autorizzata da MHRA agisce ripristinando il gene difettoso, a livello delle cellule staminali del midollo spinale del paziente, di modo da ripristinare la produzione di emoglobina funzionante in modo corretto. Le cellule staminali prelevate dal paziente sono ingenierizzate in laboratorio e quindi re-infuse nuovamente al paziente, che deve ricevere un trattamento preliminare di condizionamento atto a preparare il midollo alla somministrazione della terapia. Secondo quanto indicato dall’ente regolatorio britannico, può essere poi necessario almeno un mese di degenza ospedaliera affinché la terapia diventi pienamente efficace.