Ci sono anche le rappresentative industriali a livello europeo del mondo dei farmaci innovativi (EFPIA) e della chimica (Cefic) tra le ventisei associazioni di categoria che hanno sottoscritto una nota congiunta per chiedere alla Commissione europea di rimuovere con tempi certi le barriere ancora presenti che frenano l’effettiva possibilità di vedere pienamente realizzato il Mercato unico europeo.

Realizzazione che dovrebbe essere, secondo la nota, la principale priorità politica per le istituzioni europee di qui al 2030. Un chiaro messaggio, dunque, per la nuova Commissione europea che uscirà dalle elezioni di giugno 2024, volto a contrastare la concorrenza sempre più agguerrita di Stati Uniti e Cina in molti settori che ha portato l’UE a perdere competitività negli ultimi decenni. L’appello è volto proprio ad alimentare il dibattito su questi temi nei mesi a venire, che dovrebbero vedere anche la pubblicazione dell’atteso Rapporto di alto livello sul mercato unico e la competitività.
L’obiettivo prospettato dal mondo industriale dovrebbe condurre a un quadro regolatorio più efficiente, semplificato e armonizzato tra i paesi membri dell’’Ue. Diventerebbe così possibile, secondo le associazioni firmatarie, ridurre i costi non necessari e diporre di maggiori capitali da investire in innovazione a supporto delle transizioni verde e digitale.

Le raccomandazioni delle associazioni industriali

Dal punto di vista del mondo industriale, sottolinea la nota, sarebbe necessario trovare il giusto equilibrio tra gli attuali obiettivi della Commissione di mappare le dipendenze strategiche e anticipare le vulnerabilità delle supply chain per rafforzare l’autonomia e la promozione di un commercio privo di attriti all’interno del’UE. La nota presenta anche la lista delle raccomandazioni delle associazioni industriali per il futuro sviluppo del Mercato unico europeo, a partire da una maggiore integrazione. Dovrebbe venire formulato un obiettivo primario, da raggiungere entro il 2030, con messa in atto di un programma volto a superare e prevenire la frammentazione in tutti i settori.
Il commercio all’interno del Mercato unico dovrebbe venire favorito dalla rimozione di tutte le barriere tra stati diversi ancora esistenti, obiettivo che non impatterebbe sul budget e che, secondo la nota, porterebbe un beneficio di 2,8 miliardi di euro oltre questo decennio.
La ricerca di una maggiore competitività dovrebbe basarsi su un approccio più olistico, che veda impegnata la Commissione europea a condurre una verifica di competitività di tutte le normative vigenti nell’Unione, con lo scopo di ridurre i requisiti di reporting non necessari, le incertezze di applicazione, gli oneri amministrativi e i costi di conformità.
Le associazioni industriali suggeriscono anche di razionalizzare le attività delle amministrazioni pubbliche. Obiettivo che dovrebbe passare, è il suggerimento avanzato nella nota, attraverso un mandato più esteso della DG Growth o la creazione di una nuova Direzione generale ”Integrazione di mercato” (DG MINT), con lo scopo di intensificare la collaborazione tra le varie direzioni in cui si articola la Commissione e con le autorità degli stati membri.

La nota suggerisce anche la figura di un “Chief Enforcement Officer”, responsabile tra le altre cose di prevenire l’introduzione di nuove barriere e di evitare che alcuni dossier rimangano incagliati lungo l’iter legislativo.
Le associazioni industriali vorrebbero anche essere consultate più di frequente dalle autorità europee e da quelle nazionali, con l’obiettivo di giungere a una cooperazione proattiva per rimuovere gli ostacoli al Mercato unico. L’esempio portato dalla nota è quello di un maggiore coinvolgimento delle rappresentanze del mondo industriale da parte della Single Market Enforcement Task Force (SMET), ad esempio a livello di opinioni sui rapporti o di partecipazioni a incontri quali quelli del Market Access Advisory Committee per il commercio internazionale.