Le barriere d’ingresso ai servizi sanitari rappresentano un problema per circa i tre quinti della popolazione mondiale (66%), con maggior incidenza con riferimento alla cosiddetta Generazione Z (i giovani tra i 14 ed i 29 anni) e ai Millennials (gli adulti tra i 30 ed i 44 anni). I dati della seconda fase del Global Health Inclusivity Index – realizzato dal think-thank Economic Impact e promosso da Haleon (link) – indicano l’esistenza di un netto divario generazionale in materia di salute, con il 45% della Gen-Z che ha espresso un disallineamento fra necessità personali e qualità dell’assistenza ricevuta. Un altro dato emerso dal sondaggio, che ha coinvolto 42 mila persone in 40 paesi, è riferito a circa un terzo dei partecipanti Millenials e Gen-Z che hanno riportato come la propria condizione di sofferenza e lo stato di salute personale non sono stati presi seriamente in considerazione dai professionisti sanitari. Il 21% dei partecipanti Gen-Z e 22% dei Millennials, inoltre, si sarebbe dovuto confrontare con un accesso completamente negato alle prestazioni.

La prima fase dell’Indice, lanciata nel 2022, ha esaminato la presenza, la copertura e l’efficacia dei sistemi sanitari inclusivi, e delle relative politiche e programmi. La seconda fase dello studio, realizzata nel 2023, ha incluso anche una valutazione delle esperienze di inclusione o esclusione sanitaria delle persone intervistate.
Con l’aggiunta di questi dati, i punteggi di inclusività sanitaria sono peggiorati nell’85% dei paesi sondati durante la seconda fase dell’Indice. Ad esempio, il punteggio del Regno Unito è diminuito del 13%, passando dal primo al terzo posto, dietro Australia e Svezia.
I paesi ad alto reddito mostrano i divari più grandi, con una differenza media di 18 punti tra i loro punteggi sulle politiche sanitarie inclusive e l’esperienza dei cittadini, con la Germania che mostra la maggiore discrepanza. Questo rivela che molte delle nazioni più ricche del mondo stanno faticando a fornire politiche e sistemi sanitari inclusivi in modo efficace, lasciando le popolazioni più marginalizzate e vulnerabili a maggior rischio di esclusione.

I dati relativi all’Italia

I dati del Global Health Inclusivity Index riferiti all’Italia mostrano una situazione migliore per quanto riguarda l’accesso alla sanità rispetto ad altri paesi ad alto reddito, come UK, Svizzera, Germania, Canada e Francia. La sanità italiana fatica, invece, a tenere il passo con l’invecchiamento della popolazione, l’aumento delle malattie croniche e gli elevati costi legati alle terapie innovative.
Nella seconda fase dell’Indice, l’Italia si è collocata al 15° posto della classifica, perdendo una sola posizione rispetto alla precedente edizione dello studio.
Tra le evidenze positive emerse dall’indagine figura anche un dato basso per quanto riguarda il mancato accesso della popolazione a esami e trattamenti; non sono state evidenziate neanche discriminazioni nella qualità dell’assistenza sanitaria in termini di razza, etnia o classe sociale. Gli elevati standard di vita che sostengono la salute della popolazione, infine, permettono di alleggerire il sistema sanitario.
Sull’altro versante, l’Italia è risultata avere un livello di educazione sanitaria della popolazione tra i più bassi rispetto ai paesi ad alto reddito. Anche l’innovazione tecnologica non riesce ancora a rappresentare un vero acceleratore d’inclusività, con solo 3 persone su 10 che hanno dichiarato di avere accesso a servizi di teleassistenza, contro il 53% in media degli altri paesi ad alto reddito.
Le principali criticità riscontrate dall’indagine per quanto riguarda l’Italia includono la tempestività nell’erogazione di servizi, con attese ai pronto soccorso, difficoltà di parlare con il proprio medico di famiglia o di ottenere una visita. Sei italiani su dieci hanno riscontrato almeno una volta un problema di accesso ai servizi sanitari; le difficoltà principali sono riferite al fissare un appuntamento (oltre 4 su 10), a orari non consoni (24%) o a mancanza di fiducia nei confronti degli operatori e dei servizi sanitari (11%).