Uno studio sull’impatto dei determinanti ambientali della salute, inclusi quelli derivanti dal cambiamento clamidati, è stato pubblicato sul sito del Parlamento europeo. Lo studio è stato commissionato dal comitato Salute pubblica (SANT) del Parlamento ed è stato redatto dal Policy Department for Economic, Scientific and Quality of Life Policies.
L’analisi approfondita ha preso in considerazione vari determinanti della salute, tra cui l’inquinamento dell’aria, le sostanze chimiche dannose per la salute (inclusi i pesticidi), gli estremi climatici e le malattie , tra cui quelle infettive.
Tali determinanti sono stati quindi messi in correlazione con i possibili effetti esercitati sulla salute, con particolare attenzione alle comunità più svantaggiate. Il documento ha anche valutato l’impatto sortito finora dalle politiche europee per l’ambiente, con particolare riguardo ai loro effetti per la salute umana. Le conclusioni forniscono raccomandazioni su come implementare meglio a livello di policy making gli approcci One Health e Health in All Policies (HiAP).
I determinanti ambientali e il loro impatto sulla salute
I determinanti ambientali rappresentano i fattori a cui le persone sono esposte nella vita quotidiana, e che possono esercitare effetti negativi per la loro salute.
Secondo i dati dello studio, l’inquinamento dell’aria rimane ancora il determinante ambientale di maggior rilievo in Europa. Altre aree di crescente preoccupazione includono le sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino e l’aumento delle malattie infettive, oltre ad eventi clamidati quali inondazioni, ondate di calore, siccità e incendi.
Il rapporto identifica anche le comunità svantaggiate, cioè quei gruppi di persone che si trovano ad affrontare rischi più elevati o peggiori a seguito dei determinanti ambientali della salute, come conseguenza delle strutture sociali esistenti e delle dinamiche e processi che le riguardano. Tra i punti principali evidenziati dal documento, l’impatto che i determinanti ambientali possono avere sulla salute – sia fisica che mentale – dei più giovani, in particolare all’interno dei gruppi più a basso reddito e con scarse connessioni sociali.
Lo studio sottolinea anche come sia ancora limitata la conoscenza sulle modalità specifiche con cui i vari determinanti ambientali vadano a influenzare la salute delle comunità svantaggiate, a livello individuale e collettivo.
Le raccomandazioni per il futuro
La Commissione europea uscente ha avviato una profonda opera di revisione della legislazione europea a vari livelli. Tra le normative che impattano direttamente sui determinanti ambientali per la salute in corso di revisione troviamo, ad esempio, la direttiva sulla Qualità dell’aria ambientale (AAQ), il regolamento REACH sulle sostanze chimiche e la direttiva per l’uso sostenibile dei pesticidi. L’effetto delle nuove iniziative, inoltre, sarà visibile solo tra qualche anno, sottolinea il documento.
L’ottimizzazione delle stesse può beneficiare degli approcci One Health e HiAP, che tengono in maggiore considerazione l’impatto delle varie politiche sulla salute umana anche al di là del campo ristretto dei medicinali e della salute pubblica. L’applicazione degli approcci OneHealth e HiAP, però, sarebbe stato finora inconsistente e richiederebbe una cooperazione multidisciplinare e un impegno di lungo termine, focalizzati anche sulla valutazione dei rischi emergenti oltre che di quelli già esistenti.
La raccomandazione finale, quindi, è di applicare gli approcci OneHealth e HiAP in modo più ampi e consistente, così da evitare sforzi frammentati (e i conseguenti costi) per il miglioramento della salute umana, in particolare delle fasce di popolazione più vulnerabili.