L’Ufficio europeo dei brevetti (EPO) ha pubblicato sul suo sito i finalisti del premio per il migliore inventore europeo 2024. Tra i selezionati figurano anche autori di innovazioni in campo medico-sanitario, che riassumiamo. Il premio 2024 European Inventor Award è assegnato tramite voto pubblico, tramite l’apposita area sul sito di EPO.

Proteomica per diagnosi più efficaci

Gli svedesi Ulf Landegren e Simon Fredriksson sono i creatori del Proximity Extension Assay (PEA),  un test nominato nella categoria Industry e che permette di rilevare le proteine nelle cellule e il loro legame ai filamenti di DNA. La piattaforma PEA potrebbe trovare utilizzo per screening precoce di molte malattie, o per la messa a punto di piani individualizzati di trattamento. Secondo i due inventori, la proteomica potrebbe risultare più efficace della genomica nell’identificare alcuni fattori di rischio.

La tecnologia PEA, sviluppata dalla società Olink, misura i livelli di numerose proteine in campioni di sangue, utilizzando coppie di anticorpi con legate sequenze complementari di DNA. Una volta legati alla proteina target, i due filamenti di DNA formano una sequenza unica che viene evidenziata con tecniche high-throughput.

Immunoterapia target contro il cancro

I coniugi finlandesi Sirpa e Markku Jalkanen sono stati nominati nella categoria SME per l’invenzione di un nuovo trattamento immunoterpaico che punta a reclutare il sistema immunitario del paziente per combattere i tumori. La coppia finlandese ha fondato Faron Pharmaceuticals.

Il prodotto sviluppato dai due ricercatori è bexmarilimab, che ha permesso di ottenere un tasso di remissione del 50% in pazienti affetti da leucemia mieloide (AML) e sindrome mielodisplastica (MDS) resistenti ad altre terapie. I dati più recenti indicano un tasso di risposta del 87,5% e una riduzione delle cellule cancerose di lunga durata. 

Bexmarilimab blocca la proteina Clever-1, presente in alcuni tipi di globuli bianchi. L’inibizione dei recettori Clever-1 fa sì che le cellule immuno-soppressive si trasformino in cellule immuno-attivanti, che reclutano altre cellule per sferrare un attacco concertato al tumore grazie all’attivazione della risposta immunitaria naturale. 

Dopamina anaerobica contro il Parkinson

La cosiddetta “dopamina anaerobica” (A-dopamina) è al centro dell’invenzione dei francesi David Devos e Caroline Moreau, nominati nella categoria Ricerca.

Il team di ricerca ha sviluppato un’apposita pompa dosatrice che permette di somministrare la A-dopomina direttamente nel cervello, superando i limiti della normale dopamina che non è in grado di attraversare barriera ematoencefalica e quella digestiva. 

Barriere che possono invece essere attraversate dal precursore, la molecola levodopa, che però viene assorbita in modo indiscriminato da tutte le cellule dell’organismo, limitando le quantità che raggiungono il sito d’azione desiderato. I due ricercatori francesi, che hanno fondato la società  InBrain Pharma, hanno creato la A-dopamina sostituendo l’ossigeno presente in una soluzione di dopamina con azoto e diossido, all’interno di una camera anaerobica. 

La pompa dosatrice di precisione viene impiantata da un neurochirurgo e permette di somministrare direttamente il farmaco nel cervello per mezzo di un catetere. La pompa va riempita ogni due- tre settimane. L’aumento dei livelli cerebrali di dopamina raggiunti con questo metodo promettono di alleviare i sintomi del Parkinson e di ridurre la gravità dei problemi fisici che affliggono i pazienti.