Una nuova lettera aperta è stata inviata a fine aprile alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen da parte di varie associazioni europee delle tecnologie medicali, tra cui MedTech Europe ed AESGP, per chiedere un incontro urgente in cui discutere dell’impatto dei dazi sul settore. Un impatto che potrebbe mettere a serio rischio questo comparto dell’economia europea, particolarmente innovativo e critico per la salvaguardia della salute dei cittadini e il buon funzionamento dei sistemi sanitari. Il 90% delle oltre 37 mila imprese medtech operanti nell’Unione europea sono PMI, fatto che le espone ancora di più alle guerre commerciali; l’occupazione diretta complessiva del settore delle tecnologie medicali è di oltre 880 mila persone nell’UE.
Ok a una soluzione zero-for-zero
La lettera aperta sottolinea come gli Stati Uniti rappresentino il principale partner commerciale dell’industria europea medtech, una posizione che va salvaguardata e che richiede azioni urgenti da parte della Commissione europea.
Le associazioni dell’industria delle tecnologie medicali vedono con favore la proposta avanzata dalla Commissione di dazi “zero-for-zero” sui commerci dei prodotti industriali tra Europa e Stati Uniti, un approccio che dovrebbe venire esteso a tutte le tecnologie medicali e ai componenti essenziali alla loro produzione.
La complessità del problema si evince facilmente dal fatto che sono in circolazione in Europa oltre 2 milioni di diverse tecnologie medicali, spesso basate per la loro produzione su catene di fornitura complesse e integrate a livello globale. L’introduzione dei dazi potrebbe quindi risultare in un aumento dei costi per materie prime, componenti e ricambi, con un possibile impatto diretto sulla disponibilità stessa di molti prodotti.
Anche la sostituzione delle materie prime critiche non sarebbe una via facilmente percorribile, vista la necessità di effettuare nuove validazioni e anche una nuova ri-certificazione a conferma della sicurezza ed efficacia delle tecnologie medicali in questione. Le associazioni firmatarie le lettera aperta sottolineano anche le sempre più frequenti carenze di prodotti sul mercato europeo e il calo dell’innovazione, con rischio di chiusura di molte PMI a causa dell’elevato impatto regolatorio del sistema normativo europeo sul settore rispetto a quanto avviene in altre giurisdizioni. Problemi che sono noti da tempo, e che verrebbero ulteriormente esacerbati dall’imposizione dei dazi, con un impatto negativo anche a livello di costi di produzione e distribuzione. Da questo punto di vista, la lettera aperta sottolinea come ci sia poco spazio per mitigare eventuali aumenti dei costi all’interno dei contratti pluriennali di fornitura siglati con i sistemi sanitari, contratti spesso caratterizzati da una minima flessibilità dei prezzi.
Foto creata con ChatGPT 4o dalla Redazione