“La medicina di precisione rappresenta una delle più grandi rivoluzioni degli ultimi decenni: un approccio innovativo che ha reso possibili terapie sempre più personalizzate. Ora entriamo nell’era della prescrittomica, una disciplina emergente che si occupa di analizzare, integrare e ottimizzare l’uso dei farmaci sulla base del profilo genetico, biochimico e clinico del paziente. È una sfida ambiziosa, ma necessaria, per migliorare l’efficacia delle terapie, ridurre gli effetti collaterali e ottimizzare l’uso delle risorse sanitarie”, ha affermato il presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco Robert Nisticò nell’intervento in occasione della recente Tavola rotonda “Verso la medicina di precisione”, organizzata presso la Camera dei Deputati dall’Ordine dei medici di Roma.
Il ruolo chiave di medicina di precisione e prescrittomica
Nisiticò ha spiegato come i tempi che viviamo siano caratterizzati dall’invecchiamento della popolazione e dall’aumento delle malattie croniche, fattori che hanno reso la politerapia una realtà molto diffusa. Secondo l’ultimo rapporto OsMed, infatti, il 28,5% degli over 65 assume dieci o più medicinali, mentre il 68% ha ricevuto prescrizioni per almeno cinque farmaci diversi. “L’interazione di così tanti medicinali diventa difficile da tenere sotto controllo per gli stessi medici e può generare effetti avversi o scarsa tollerabilità ai trattamenti per i pazienti, che abbandonano le terapie o non le assumono correttamente – ha sottolineato Nisticò -. La mancata aderenza terapeutica costa circa 2 miliardi di euro l’anno al SSN: un conto che non possiamo permetterci. È qui che la medicina di precisione e la prescrittomica giocano un ruolo cruciale”.
Il presidente di Aifa ha anche ricordato come l’Agenzia abbia già istituito un Tavolo tecnico dedicato alla medicina di precisione e alla prescrittomica. Iniziativa in cui, in collaborazione con società scientifiche, ordini professionali e accademici, sta lavorando per mettere a punto indicazioni utili a tutti gli operatori sanitari e ai pazienti, soprattutto quelli in politerapia, con il duplice obiettivo di migliorare la qualità di vita e ottimizzare l’impiego delle risorse sanitarie.
In particolare, studi recenti ricordati dal presidente di Aifa supportano l’utilità dell’intelligenza artificiale per monitorare le terapie e fornire supporti in tempo reale, così da aumentare l’aderenza alle cure fino al 20%. Il conseguente impatto sul miglioramento della qualità della vita è stimato nel 40%, quello sulla sopravvivenza nel 20%. L’informazione genomica consente anche di adattare le prescrizioni, riducendo i rischi di tossicità e gli effetti avversi, contribuendo così a un sistema sanitario più sostenibile. “Il futuro passa necessariamente attraverso l’integrazione della medicina di precisione con la prescrittomica – ha concluso il presidente Nisticò – per razionalizzare le prescrizioni e migliorare la qualità della vita dei pazienti. Ognuno di loro è unico, e merita una cura altrettanto unica”.