In un mercato farmaceutico sempre più dinamico e globale, il ruolo dell’informatore scientifico del farmaco (ISF) si conferma strategico per la diffusione delle informazioni medico-scientifiche e per la promozione dei prodotti. L’Italia e la Spagna, in particolare, registrano trend convergenti in termini di opportunità occupazionali, con alcune differenze sul piano contrattuale e retributivo. Secondo l’analisi condotta da Hunters Group, società di ricerca e selezione di personale qualificato, negli ultimi 12 mesi le posizioni aperte per ISF, medical advisor e key account manager sono aumentate del 15%.

Retribuzioni: Italia e Spagna a confronto

In Italia, la RAL media di un ISF è pari a 39.000 euro, con un range che varia dai 34.000 ai 45.000 euro in base all’esperienza, all’area terapeutica e alla collocazione geografica. A questa cifra si somma un bonus medio di circa 8.000 euro. La maggior parte dei professionisti è assunta con il contratto collettivo nazionale chimico-farmaceutico, anche se negli ultimi anni cresce la formula della partita IVA, soprattutto per i profili junior o in contesti aziendali di dimensioni contenute. In Spagna, il trattamento economico si attesta in media su 36.000 euro lordi annui, ma può superare i 50.000 euro in piazze chiave come Madrid e Barcellona, con bonus attorno ai 7.500 euro. Il mercato iberico mostra maggiore flessibilità contrattuale, sebbene le grandi imprese restino orientate verso forme collettive regolamentate.

Gender gap e specializzazioni

“In entrambi i paesi che abbiamo esaminato – precisa Giorgio Weger, Executive Manager Technical Division di Hunters Group – il gender pay gap è contenuto; tuttavia, ci sono ampi margini di miglioramento: la vera sfida, infatti, è garantire l’equità non soltanto dal punto di vista della retribuzione, ma anche nelle opportunità di carriera e nella possibilità di accedere a ruoli apicali per merito ed indipendentemente dal genere”.

In Italia cresce l’interesse per ISF esperti in oncologia, neurologia e malattie rare, oltre alle figure ibride come i medical science liaison (MSL). Da segnalare anche l’espansione del comparto veterinario, sostenuto dalla nutraceutica e da una maggiore attenzione alla salute animale.

La Spagna, dal canto suo, sta cavalcando il boom del biotech e dell’export farmaceutico, che ha segnato un +17% nel 2023. Le aziende cercano quindi profili che uniscano solide competenze scientifiche a skill digitali, commerciali e linguistiche.

Giorgio Weger, Executive Manager Technical Division di Hunters Group

I territori più attivi

Nel contesto italiano, le opportunità si concentrano in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, regioni in cui si trovano i principali cluster farmaceutici. Nelle PMI locali è più frequente il ricorso alla partita IVA, soprattutto per ruoli gestionali o progettuali ad alta autonomia.

In Spagna, Madrid e Barcellona si confermano hub di riferimento per l’occupazione nel settore, anche per quanto riguarda collaborazioni autonome in ambito digitale e progetti ad alta innovazione.

“Nonostante le differenze normative – aggiunge Giorgio Weger – si registra una crescente mobilità tra i due paesi. Le multinazionali operanti a livello europeo favoriscono il trasferimento interno di professionisti o il reclutamento transnazionale per progetti condivisi tra più nazioni. L’Italia attrae professionisti spagnoli in cerca di maggiore stabilità contrattuale, mentre le aziende italiane guardano alla Spagna per accedere a un bacino di talenti flessibili”.