L’Agenzia Europea dei Medicinali ha pubblicato il secondo rapporto annuale European Sales and Use of Antimicrobials for Veterinary Medicine (ESUAvet, link), che raccoglie i dati relativi al 2024 trasmessi dai 27 stati membri UE più Islanda e Norvegia. Per la prima volta sono stati raccolti sistematicamente dati sull’uso di antimicrobici per specie animale, che sono andati ad affiancarsi ai tradizionali dati di vendita.

Il sistema di sorveglianza fa capo al Regolamento (UE) 2019/6 sui medicinali veterinari, che dal gennaio 2024 impone a tutti gli stati membri di raccogliere e comunicare dati sulle vendite e l’uso di medicinali veterinari antimicrobici attraverso la piattaforma ASU (Antimicrobial Sales and Use) di EMA. Il nuovo framework normativo prevede una raccolta progressiva dei dati di utilizzo per specie: dal 2024 per bovini, suini, polli e tacchini; dal 2027 per altre specie da reddito inclusi acquacoltura, ovini e caprini; dal 2030 per animali da compagnia.

I dati complessivi e i trend delle vendite

Nel 2024, le vendite totali di medicinali veterinari antimicrobici nell’ambito obbligatorio hanno superato le 4 mila tonnellate a livello UE, di cui 98% destinato ad animali da reddito. Il dato segna un incremento del 5,1% rispetto al 2023, invertendo il trend decrescente osservato fino al 2022. L’analisi della distribuzione geografica mostra una marcata eterogeneità, con cinque paesi (Francia, Germania, Italia, Polonia e Spagna) che rappresentano il 75% del volume totale di vendite UE, pur corrispondendo al 60% della biomassa stimata di animali da reddito. Le vendite normalizzate per biomassa variano considerevolmente tra i paesi, oscillando da 1,8 mg/kg a 112,9 mg/kg.

Penicilline (34,2%), tetracicline (22,0%) e macrolidi (9,2%) hanno rappresentato nel 2024 il 65,5% delle vendite totali per animali da reddito. L’incremento più significativo ha riguardato le penicilline, aumentate dell’11,9% principalmente a causa delle maggiori vendite di amoxicillina. Analizzando le forme farmaceutiche,le soluzioni orali dominano con il 65,3% delle vendite totali, seguite da premiscele (13,2%), iniettabili (12,7%) e polveri orali (7,4%). L

Categorizzazione AMEG e antimicrobici critici

La classificazione AMEG (Antimicrobial Advice ad hoc Expert Group) stratifica gli antimicrobici in base alla loro importanza per la salute umana e veterinaria. A livello UE, il 67,6% delle vendite totali per animali da reddito corrisponde a sostanze di categoria D (prudenza, antimicrobici di prima linea), il 26,4% alla categoria C (cautela) e il 6,0% alla categoria B (restrizione). Gli antimicrobici di categoria B, che includono fluorochinoloni, cefalosporine di terza e quarta generazione, altri chinoloni e polimixine, mostrano variazioni sostanziali, con sette paesi che hanno fatto registrare proporzioni superiori al 10% per questa categoria, con range nazionali che variano dallo 0,03% al 15,9%. Le vendite di fluorochinoloni sono aumentate da 1,1 mg/kg nel 2023 a 1,3 mg/kg nel 2024, rappresentando il 2,8% delle vendite totali UE.

Antimicrobici per gli animali da compagnia

Le vendite per gli altri animali, principalmente cani e gatti, hanno raggiunto 34,3 mg/kg nel 2024, con una diminuzione dell’8,2% rispetto all’anno precedente. Questa riduzione è attribuibile sia a una diminuzione del volume di vendite (4,7%) sia a un aumento della biomassa stimata (3,9%). La distribuzione per classe antimicrobica differisce significativamente da quella degli animali da reddito: le penicilline rappresentano il 48,4% delle vendite, seguite da cefalosporine di prima e seconda generazione (16,9%) e derivati imidazolici (12,9%). Particolarmente rilevante è la predominanza delle compresse, che costituiscono il 91,5% delle vendite totali per questo gruppo animale. Rispetto alla categorizzazione AMEG, il 71,5% delle vendite per animali da compagnia appartiene alla categoria C, principalmente per le penicilline in combinazione con inibitori delle beta-lattamasi (amoxicillina con acido clavulanico).