L’allo-trapianto sembra bloccare la progressione della adrenoleucodistrofia cerebrale, ma può associarsi a rischi per la sicurezza variabili in base al tipo di donatore e al regime di condizionamento
L’allo-trapianto sembra bloccare la progressione della adrenoleucodistrofia cerebrale, ma può associarsi a rischi per la sicurezza variabili in base al tipo di donatore e al regime di condizionamento

Sono stati presentati ad Atene al 13° Congresso della European Pediatric Neurology Society (EPNS) i dati aggiornati dello studio osservazionale in corso (ALD-103) sul trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche (allo-CSE) nei ragazzi di età compresa tra 0 e 17 anni affetti da CALD.

L’allo-trapianto sembra bloccare la progressione della adrenoleucodistrofia cerebrale, ma può associarsi a rischi per la sicurezza variabili in base al tipo di donatore e al regime di condizionamento
L’allo-trapianto sembra bloccare la progressione della adrenoleucodistrofia cerebrale, ma può associarsi a rischi per la sicurezza variabili in base al tipo di donatore e al regime di condizionamento

Presentazione orale: “Studio osservazionale degli esiti del trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche in pazienti con adrenoleucodistrofia cerebrale (CALD)“.

Risultati aggiornati dello Studio ALD-103

L’allo-HSCT è stato usato con successo per trattare la CALD, ma comporta rischi, tra cui il fallimento del trapianto, la GvHD acuta e cronica e il decesso, nonché le infezioni, dovute alla soppressione immunitaria richiesta dopo il trapianto.

La GvHD è una condizione che può verificarsi dopo l’allo-trapianto di CSE in cui le cellule donate vedono l’organismo del ricevente come estraneo e lo attaccano.

Lo studio osservazionale in corso ALD-103 è finalizzato a valutare gli esiti di sicurezza ed efficacia di questa opzione di trattamento nei ragazzi di età compresa tra 0 e 17 anni affetti
da CALD. Le studio misura gli esiti correlati alla CALD in quattro coorti di pazienti:

  • Malattia precoce 1 (N=21; Loes < 4 e NFS < 1);
  • Malattia Precoce 2 (N=9; Loes > 4 a 9 e NFS < 1);
  • tutte le malattie precoci (N=30; Loes < 9 e NFS < 1);
  • Malattia Avanzata (N=10; Loes >9 O NFS >1).

Gli esiti correlati al trapianto vengono valutati per fonte di cellule staminali di donatore e per regime di condizionamento.

All’11 febbraio 2019, 47 pazienti pediatrici sottoposti ad allo-trapianto sono stati arruolati nello studio ALD-103.

I risultati aggiornati hanno mostrato che un trattamento precoce con allo-trapianto offre un miglioramento della sopravvivenza complessiva e della sopravvivenza libera da MFD per i pazienti con CALD a prescindere dello stadio della malattia precoce.

In tutte le coorti di malattia precoce a 24 mesi post-allo-trapianto, il 77,2% dei pazienti ha raggiunto la sopravvivenza libera da MFD e l’89,1% ha raggiunto la sopravvivenza complessiva in confronto rispettivamente al 35,0% e al 52,5% nella coorte della malattia in stadio avanzato a 24 mesi post-allo-HSCT.

Il rischio associato ad allo-trapianto è stato variabile in base al donatore.

Sebbene non siano state osservate sostanziali differenze tra i gruppi, più pazienti trattati con cellule staminali di cordone ombelicale provenienti da un donatore non imparentato (38,9% [7/18]) hanno manifestato fallimento del trapianto entro il Mese 24 rispetto ai pazienti che avevano ricevuto cellule di midollo osseo o di cordone ombelicale da un donatore consanguineo o cellule di cordone ombelicale da un donatore non imparentato
(0% in entrambi i gruppi).

Le analisi eseguite secondo il regime di condizionamento hanno dimostrato tassi più elevati di GvHD acuta (42,9% [6/14]) e cronica (54,5% [6/11]) nei pazienti che avevano ricevuto
condizionamento mieloablativo con busulfano e ciclofosfamide rispetto a quelli mieloablati con busulfano e fludarabina (6,3% [1/16] e 13,3% [2/15], rispettivamente).

In totale, hanno sofferto di GvHD acuta e cronica rispettivamente il 23,5% (8/34) e il 27,6% (8/29) dei pazienti arruolati nello studio.

I tassi totali di mortalità correlata a trapianto a 100 giorni e a 1 anno sono stati rispettivamente dello 0% (0/38) e del 12,1% (4/33).

Il tasso complessivo di fallimento del trapianto entro il mese 24 è stato del 21,6% in 8 pazienti su 37 valutabili.

Questi dati suggeriscono che l’allo-trapianto sembra bloccare la progressione della malattia, ma può associarsi a gravi rischi per la sicurezza e la maggior parte dei rischi correlati al trapianto varia in base al tipo di donatore e al regime di condizionamento.

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