Afatinib per carcinoma polmonare non a piccole cellule avanzato o metastatico positivo per mutazioni di EGFR ha dimostrato superiorità rispetto a gefitinib in termini di sopravvivenza libera da progressione di malattia e di tempo intercorso prima del fallimento del trattamento di prima linea.

I primi risultati dello studio LUX-Lung 7 dimostrano la superiorità di afatinib per il carcinoma polmonare non a piccole cellule avanzato o metastatico EGFR+ rispetto a gefitinib in termini di sopravvivenza libera da progressione di malattia e tempo intercorso sino al fallimento del trattamento di prima linea
I risultati dello studio LUX-Lung 7 dimostrano che afatinib per carcinoma polmonare non a piccole cellule è superiore nel ridurre il rischio di progressione della malattia e il rischio di fallimento terapeutico – entrambi del 27% – rispetto a gefitinib

Boehringer Ingelheim ha annunciato in un comunicato stampa i risultati parziali dello studio LUX-Lung 7 nel quale Afatinib, target therapy anti-EGFR di seconda generazione ha dimostrato superiorità rispetto a gefitinib, terapia anti-EGFR di prima generazione, in termini di sopravvivenza libera da progressione di malattia (PFS) e tempo intercorso sino al fallimento terapeutico in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) avanzato o metastatico, con mutazioni di EGFR, in prima linea di trattamento. Lo studio ha raggiunto due endpoint co-primari: sopravvivenza libera da progressione di malattia (PFS) e tempo intercorso sino al fallimento terapeutico (definito come l’intervallo di  tempo intercorso dall’inizio della terapia fino alla sua interruzione per qualsiasi motivo). I risultati relativi alla sopravvivenza globale (OS), terzo endpoint co-primario, non sono ancora maturi.

Lo studio LUX-Lung 7 su afatinib per carcinoma polmonare non a piccole cellule vs gefitinib

LUX-Lung 7 è uno studio globale di Fase IIb che confronta direttamente due target therapy anti-EGFR, afatinib e gefitinib, rispettivamente di seconda e prima generazione, in pazienti con NSCLC positivo per mutazioni di EGFR e naïve a un precedente trattamento per la malattia metastatica. Questo studio ha arruolato 319 pazienti con NSCLC di stadio avanzato o metastatico con  mutazioni comuni di EGFR (Del19 o L858R). Gli endpoint co-primari dello studio sono: PFS secondo revisione indipendente, tempo intercorso sino al fallimento della terapia e OS. Gli endpoint secondari comprendono: percentuale di risposte obiettive, percentuale di controllo della malattia, riduzione della massa tumorale, Patient Reported Outcome (PRO) e profilo di tollerabilità.

I risultati dello studio  LUX-Lung 7 dimostrano che afatinib ha ridotto in modo significativo il rischio di progressione di malattia del 27% rispetto a gefitinib. Il miglioramento in termini di PFS risulta più marcato nel corso del tempo, con una percentuale significativamente maggiore di pazienti vivi e liberi da progressione a 18 mesi (27% versus 15%) e 24 mesi (18% versus 8%), dimostrando quindi un maggior beneficio nel lungo termine del trattamento con afatinib rispetto a gefitinib. Oltre al superiore beneficio in PFS, i pazienti nel braccio  con afatinib hanno avuto una permanenza in trattamento significativamente maggiore e quindi un rischio di fallimento terapeutico ridotto del 27% rispetto a gefitinib. Un numero significativamente superiore di pazienti ha avuto una risposta obiettiva (riduzione clinicamente significativa delle dimensioni del tumore) con afatinib rispetto a gefitinib (70% versus 56%), con durata mediana della risposta rispettivamente di 10,1 mesi e 8,4 mesi. Il miglioramento della PFS riscontrato con afatinib è stato consistente nella maggior parte dei sottogruppi predefiniti, tra cui sesso, età, razza e tipo di mutazione di EGFR.

Gli eventi avversi osservati nello studio LUX-Lung 7 sono stati consistenti con i profili di sicurezza noti dei due farmaci. La percentuale di interruzione del trattamento è stata pari al 6,3% sia con afatinib sia con gefitinib. La frequenza complessiva di eventi avversi gravi è stata simile per entrambe le terapie (afatinib: 44,4%; gefitinib: 37,1%); gli eventi avversi più comuni di grado ≥ 3 sono stati: con afatinib, diarrea (12,5%) e rash/acne (9,4%); con gefitinib, aumento di aspartato-aminotransferasi (AST)/alanina aminotransferasi (ALT) (8,8%) e rash/acne (3,1%). Interstiziopatia polmonare farmaco-correlata è stata riportata in quattro pazienti in terapia con gefitinib e in nessun paziente in terapia con afatinib.

«LUX-Lung 7 è il secondo studio positivo che ha confrontato direttamente afatinib con un inibitore delle tirosin-chinasi (TKI) di EGFR di prima generazione nel carcinoma polmonare, dimostrando che le terapie anti-EGFR di prima e seconda generazione non sono uguali – ha dichiarato Mehdi Shahidi, Medical Head, Solid Tumor Oncology di Boehringer Ingelheim. – È interessante che la differenza in termini di PFS osservata nello studio LUX-Lung 7 risulti più marcata con il passare del tempo e più che raddoppiata a 24 mesi con afatinib».

In particolare, rispetto a gefitinib, afatinib per carcinoma polmonare non a piccole cellule ha migliorato in modo significativo:

• la sopravvivenza libera da progressione di malattia (PFS) (HR = 0,73; IC al 95% 0,57‒0,95; p = 0,0165; valore mediano: 11,0 mesi [afatinib] versus  10,9 mesi [gefitinib]);

• il tempo intercorso prima del fallimento della terapia (HR = 0,73; IC al 95% 0,58‒0,92; p = 0,0073; valore mediano: 13,7 mesi [afatinib] versus 11,5 mesi [gefitinib]);

• la percentuale di risposte obiettive (ORR) (70% contro 56%, p = 0,0083).

Afatinib

Afatinib è una terapia orale che agisce bloccando in maniera irreversibile, selettiva e mantenuta nel tempo i recettori della famiglia ErbB.

Afatinib è approvato in oltre 60 Paesi come terapia di prima linea per diverse tipologie di carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC), positivo per mutazioni di EGFR. L’approvazione di afatinib in questa indicazione si è basata sui risultati dell’endpoint primario di PFS nello studio registrativo LUX-Lung 3, in cui afatinib ha rallentato in modo significativo la progressione di malattia rispetto alla chemioterapia standard. Inoltre, afatinib è il primo farmaco ad aver dimostrato un beneficio in termini di OS, rispetto alla chemioterapia, in pazienti con NSCLC positivo per specifiche tipologie di mutazioni di EGFR. In particolare, un beneficio significativo in termini di OS rispetto a chemioterapia, è stato dimostrato in modo indipendente negli studi LUX-Lung 3 e LUX-Lung 6, in pazienti con la mutazione di EGFR più comune (delezioni dell’esone 19 o Del19).

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