Apalutamide per il tumore della prostata non metastatico resistente alla castrazione ha ridotto in nodo significativo il rischio di metastasi o mortalità.

Apalutamide per il tumore della prostata non metastatico resistente alla castrazione ha ridotto in nodo significativo il rischio di metastasi o mortalità
Apalutamide è un inibitore del recettore degli androgeni

L’azienda farmaceutica di Johnson & Johnson Janssen annuncia di aver sottomesso all’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) la domanda di AIC (autorizzazione all’immissione in commercio) di apalutamide.

Apalutamide è un inibitore del recettore degli androgeni di ultima generazione. È indicato per il trattamento dei pazienti non metastatici resistenti alla castrazione e ad alto rischio (nmCRPC).

La presentazione della domanda di AIC si basa sui risultati dello studio clinico di fase III SPARTAN. Questo studio è stato disegnato per valutare l’efficacia e la sicurezza di apalutamide vs placebo. I pazienti arruolati hanno nmCRPC e sviluppano un rapido aumento dei livelli di PSA, nonostante l’assunzione di terapia di deprivazione androgenica (ADT).

Nello studio SPARTAN, apalutamide ha permesso di ottenere rispetto al placebo + ADT:

  • riduzione significativa del rischio di metastasi o mortalità del 72% (HR = 0,28; IC al 95%: 0,23-0,35; p < 0,0001),
  • aumenta della sopravvivenza mediana libera da metastasi (MFS) di oltre due anni (differenza di 24,3 mesi).

I risultati dello studio SPARTAN sono stati presentati al Simposio sui Tumori dell’Apparato Urogenitale della Società Americana di Oncologia Clinica (ASCO GU) a San Francisco (Abstract #161) e contemporaneamente pubblicati sul New England Journal of Medicine.

Lo studio SPARTAN

SPARTAN, studio  in doppio cieco vs placebo, randomizzato, multicentrico è stato condotto in 332 centri di 26 paesi. Ha arruolato 1.201 pazienti con tumore della prostata non-metastatico resistente alla castrazione. I pazienti sono stati randomizzati in rapporto 2:1 a ricevere:

  • apalutamide + ADT (n=803)
  • placebo + ADT (n=398).

Apalutamide + ADT ha ridotto il rischio di sviluppare metastasi o il rischio di mortalità del 72% rispetto al solo placebo + ADT. Ha inoltre aumentato la sopravvivenza libera da metastasi di oltre 2 anni rispetto al trattamento con placebo + ADT (40,5 mesi rispetto a 16,2 mesi rispettivamente).

In tutti i sottogruppi di pazienti, il beneficio in termini di sopravvivenza libera da metastasi è stato riscontrato in modo omogeneo.

Apalutamide + ADT in questa analisi iniziale vs placebo ha dimostrato anche altri benefici clinici:

  • riduzione significativa del 55% del rischio di progressione sintomatica   (HR=0,447; IC al 95%: 0,315, 0,634; p <0,0001)
  • riguardo la sopravvivenza globale (OS), riduzione del 30% del rischio di mortalità.

Tra gli endpoint esplorativi, con apalutamide + ADT rispetto al placebo + ADT si è ottenuto:

  • riduzione del 94% del rischio di progressione del PSA (HR = 0,06; IC al 95%: 0,05-0,08; P <0,0001)
  • allungamento del 51% del tempo all’inizio di una seconda terapia (PFS2).

Apalutamide + ADT è stato ben tollerato e ha inoltre garantito il mantenimento complessivo della qualità di vita.

Gli eventi avversi conseguenti al trattamento (TEAE) di grado 3/4 più comuni con apalutamide + ADT vs placebo + ADT sono stati:

  • eruzione cutanea (5,2% vs 0,3%),
  • cadute (1,7% vs 0,8%),
  • fratture (2,7% vs 0,8%).

L’11% dei pazienti del braccio apalutamide ha interrotto il trattamento con apalutamide + ADT per eventi avversi. Nel braccio placebo l’interruzione per questo motivo ha riguardato il 7% dei pazienti. Gli eventi avversi seri (SAE) si sono presentati in percentuali simili con entrambi i trattamenti:

  • apalutamide + ADT 25%,
  • placebo + ADT 23%.

Il tumore della prostata non-metastatico resistente alla castrazione (CRPC)

Il CRPC indica un tumore della prostata che non è più tenuto sotto controllo dalle terapie chirurgiche o mediche di riduzione del testosterone, ma che non si è ancora diffuso ad altri distretti dell’organismo così come evidenziato da TAC o scintigrafia ossea total body. È contraddistinto da:

  • assenza di metastasi individuabili;
  • rapido aumento dei livelli di antigene prostatico specifico (PSA) mentre il paziente è in terapia di deprivazione androgenica con livelli sierici di testosterone al di sotto di 50 ng/dl.

Il novanta% dei pazienti con CRPC non-metastatico alla fine sviluppa metastasi ossee che possono comportare dolore, fratture e compressione del midollo spinale.

La sopravvivenza relativa a 5 anni nei pazienti con tumore della prostata sensibile o resistente alla castrazione con diffusione linfonodale, ossea o ad altri organi distanti è intorno al 30%. È pertanto di vitale importanza prevenire o ritardare la comparsa di metastasi in pazienti con CRPC non-metastatico ma al momento non esistono terapie approvate dall’FDA.

Apalutamide

Apalutamide è un farmaco sperimentale orale, inibitore del recettore degli androgeni (AR) di ultima generazione, che blocca la via del segnale degli androgeni nelle cellule tumorali prostatiche. Inibisce la crescita delle cellule tumorali in tre modi:

  1. impedendo il legame degli androgeni con il recettore degli androgeni;
  2. bloccando l’ingresso del recettore degli androgeni nelle cellule tumorali;
  3. impedendo che il recettore degli androgeni si leghi con il DNA della cellula tumorale.