Azacitidina per la leucemia acuta mieloide (LAM) è rimborsabile in Italia anche per i pazienti adulti con blasti midollari ˃30%, non eleggibili a terapie curative come il trapianto di cellule staminali emopoietiche (HSCT).

Leucemia Acuta Mieloide, via libera AIFA per azacitidina anche nei pazienti con più del 30% di blasti midollari

Celgene Italia annuncia che AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) ha disposto l’ammissione alla rimborsabilità di azacitidina (Vidaza®) nel trattamento dei pazienti adulti con leucemia acuta mieloide e blasti midollari >30%, non eleggibili al trapianto di cellule staminali emopoietiche (HSCT). Il provvedimento AIFA è stato pubblicato sulla G.U. n. 42 del 20 febbraio 2018 e fa seguito all’autorizzazione rilasciata dalla Commissione europea.

Azacitidina

Azacitidina è un analogo nucleosidico pirimidinico, che inibisce la metilazione del DNA e svolge contemporaneamente un’azione citotossica contro i progenitori mieloidi tumorali.

«Appartiene alla categoria dei farmaci ipometilanti, quindi interferisce con alcuni meccanismi che accompagnano l’evento leucemico – afferma Felicetto Ferrara, primario della Divisione di Ematologia dell’Ospedale A. Cardarelli di Napoli. – È noto che nelle LAM può verificarsi ipermetilazione genica, un evento in grado di influenzare significativamente il funzionamento della cellula. I farmaci come azacitidina contrastano la tendenza ipermetilante avendo la capacità di ripristinare un’attività genica il più vicino possibile a quella normale».

Azacitidina è rimborsata in Italia dal novembre 2010 anche per il trattamento di pazienti adulti non eleggibili al trapianto di cellule staminali emopoietiche (HSCT) con:

  • sindromi mielodisplastiche (SMD) a rischio intermedio 2 e alto secondo l’International Prognostic Scoring System (IPSS),
  • leucemia mielomonocitica cronica (LMMC) con il 10-29% di blasti midollari senza disordine mieloproliferativo,
  • leucemia mieloide acuta (LMA) con 20-30% di blasti e displasia multilineare, secondo la classificazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Lo studio AML-001 su azacitidina per la leucemia acuta mieloide in pazienti con una percentuale di blasti nel midollo osseo superiore o uguale al 30%

Lo studio AML-001, trial multicentrico di fase III, randomizzato, in aperto, ha esplorato l’efficacia dell’azacitidina, mettendola a confronto  con regimi terapeutici convenzionali (CCR). Sono stati arruolati pazienti di almeno 65 anni di età con diagnosi di LAM de novo o secondaria e con una percentuale di blasti nel midollo osseo superiore o uguale al 30%. I soggetti sono stati randomizzati a ricevere:

  • azacitidina per 7 giorni per cicli di 28 giorni fino alla progressione della malattia o alla tossicità inaccettabile (75 mg/m2 per via sottocutanea al giorno), (n=241),
  • oppure un CCR, (n=247).

Il CCR era scelto dal medico prima della randomizzazione tra:

  • chemioterapia intensiva (infusione endovenosa continua di citarabina 100-200 mg/m2 per 7 giorni + antracicline IV x 3 giorni) + miglior terapia di supporto; induzione con un massimo di 2 cicli di consolidamento
  • citarabina (Ara-C) a basso dosaggio 20 mg per via sottocutanea (SC) due volte al giorno (BID) per 10 giorni, per cicli di 28 giorni + BSC; fino alla progressione della malattia o alla tossicità inaccettabile
  • Migliore assistenza di supporto solo; fino alla fine dello studio.

I risultati dello studio AML-001

I dati ricavati dallo studio AML-001 hanno mostrato che in una popolazione di pazienti LAM a età media di 75 anni e percentuale di blasti >30% nel midollo osseo, il trattamento con azacitidina si associa a una sopravvivenza di 10,4 mesi mentre quello con terapie convenzionali si associa a una sopravvivenza di 6,5 mesi. Azacitidina ha dimostrato, inoltre, di migliorare la sopravvivenza a un anno in una maggiore percentuale di pazienti (47% vs 34%), con una riduzione nel numero e nella durata delle ospedalizzazioni rispetto alle CCR.

I dati della sottoanalisi Landmark dello studio AML-001, che ha valutato la sopravvivenza dei pazienti con malattia stabile a 2, 4 e 6 mesi, ha evidenziato una OS mediana di 13,6, 13,5 e 14,3 mesi, rispettivamente, nei pazienti che ottengono una stabilizzazione di malattia e un miglioramento dei valori del sangue periferico (HI).

I risultati dello studio hanno mostrato che la OS, endpoint primario dello studio, è stata di 10,4 mesi (95% CI 8,0-12,7 mesi) per i pazienti trattati con azacitidina rispetto ai 6,5 mesi (5,0-8,6) per i pazienti trattati con CCR, con una OS a 1 anno del 47% rispetto al 34% rispettivamente.

Il buon profilo di tollerabilità di azacitidina nei pazienti di età media alla diagnosi di 68 anni con LMA è coerente con quanto dimostrato in MDS ed è stato confermato in trial e esperienze di pratica clinica quotidiana. Il trattamento con azacitidina è inoltre associato alla riduzione di numero e durata delle ospedalizzazioni rispetto alle tre opzioni CCR.

Leucemia mieloide acuta

La leucemia acuta mieloide (LAM) è un raro tumore del sangue. Si sviluppa dal midollo osseo e tende a progredire velocemente a causa della rapida crescita di progenitori ematopoietici anomali che si accumulano nel midollo osseo e interferiscono con la normale produzione delle cellule del sangue.

La LAM è caratterizzata da prognosi infausta e colpisce pazienti di età media alla diagnosi di 68 anni. In molti casi i pazienti risultano non eleggibili alle opzioni terapeutiche disponibili, che, peraltro, sono poco numerose.

I dati dell’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM) stimano poco più di 2.000 nuovi casi di LAM ogni anno in Italia.