“Siamo abbastanza soddisfatti ma si potrebbe certamente fare di più: è necessaria una maggiore cultura affinché il mercato degli equivalenti aumenti”. Così il presidente Enrique Häusermann a margine dell’Assemblea pubblica di Assogenerici che si è tenuta a Roma. Un momento di confronto in cui si è parlato di sostenibilità e solidarietà. “Siamo convinti – ha aggiunto Häusermann – che per rendere veramente sostenibile il sistema e garantire l’inclusività abbiamo bisogno anche di solidarietà”.

Equivalenti, una scelta etica

La scelta di generici e biosimilari è una scelta etica. Ma affinchè si possa ottenere un mercato efficiente degli equivalenti servono scelte politiche adeguate, capaci di incoraggiare domanda e offerta. “Sarebbe opportuno agire tempestivamente sui meccanismi di competizione – spiega il presidente – senza dimenticare l’importanza della comunicazione a medici e pazienti”.

Il mercato degli equivalenti

Nel primo semestre 2018 i farmaci equivalenti hanno rappresentato il 21,95% del totale del mercato farmaceutico a volumi nel canale farmacia e il 13,14% a valori, facendo registrare una performance positiva rispetto al I semestre 2017 (tutte le classi), del 5,7% a unità e del 12,1% a valori, a fronte di un rallentamento del mercato farmaceutico complessivo (+0,2% a unità, -1,3% a valori) determinato dall’arretramento dei brand a brevetto scaduto (-1,4% a unità e -3,3% a valori). Il fattore a maggiore incidenza su questi trend è rappresentato dalle immissioni in commercio di nuovi farmaci generici equivalenti a seguito delle scadenze brevettuali registratesi nel corso del 2017. Complessivamente il mercato dei generici equivalenti quota in circa 1,84 miliardi in prezzi ex factory, assorbendo il 17,6% del mercato farmaceutico nazionale complessivo, pari a circa 10,5 miliardi di euro (sempre in prezzi ex factory). Il giro d’affari del comparto si conferma concentrato essenzialmente in classe A per un totale di 1.45 miliardi che rappresentano il 78,8% del totale della spesa per farmaci generici (l’89,5% a confezioni).

Il mercato dei biosimilari

Nel primo semestre 2018 le 10 molecole biosimilari in commercio sul mercato italiano  hanno assorbito il 12% dei consumi nazionali contro l’88% detenuto dai corrispondenti originator. Su base annua il pool dei biosimilari presenti sul mercato nazionale ha fatto registrare una crescita complessiva del 27,7% rispetto al I semestre 2017, calcolata al netto delle new entry, ovvero le nuove molecole biosimilari lanciate sul mercato solo da giugno 2017, a fronte di una contrazione dei biologici originator dell’1,6%.

Il confronto con l’Europa

Fare un confronto con l’Europa è fuorviante. Questo per due motivi: il primo è che il brevetto è stato introdotto in Italia solamente nel 1978, mentre il altri paesi europei molti anni prima. Il secondo è che l’Italia ha vissuto una forte resistenza da parte della classe medica che ne ha frenato l’immissione in commercio.