L’ultima tornata del Parlamento in seduta plenaria, lo scorso 10 aprile, ha visto l’approvazione di un altro atteso atto normativo, l’accordo negoziale sulla revisione della direttiva sulla raccolta, il trattamento e lo smaltimento delle acque reflue urbane (481 voti favorevoli, 79 contrari, 26 astenuti).
La legislazione migliorerà significativamente la gestione delle acque e gli standard di trattamento delle acque reflue in Europa, in particolare con nuove regole per la rimozione dei microinquinanti provenienti dai medicinali e dai prodotti per la cura personale. Ci stiamo assicurando che l’impatto nelle norme sulla convenienza economica dei medicinali non sia disproporzionato e che sostanze chimiche dannose come i PFAS siano monitorati e gestiti meglio in futuro”, ha commentato il rapporteur dell’iniziativa, il finlandese Nils Torvalds.
Le nuove misure entreranno in vigore dopo approvazione formale dell’accordo, raggiunto a gennaio 2024, anche da parte del Consiglio europeo.

Cosa prevedono le nuove misure

L’accordo negoziale prevede che dal 2035 le acque reflue urbane siano oggetto di un trattamento secondario atto a rimuovere i materiali organici biodegradabili, prima dello smaltimento nell’ambiente. Le misure si applicheranno agli agglomerati urbani di almeno 1000 equivalenti di popolazioni (unità di misura standard che descrive l’inquinamento medio rilasciato in un giorno da una singola persona).
In una seconda fase, a partire dal 2039, sarà anche necessario effettuare trattamenti terziari per la rimozione di azoto e fosforo. Tale misura toccherà tutti gli impianti di trattamento delle acque reflue che coprono bacini di utenza di almeno 15 mila e.p.; dal 2045, la misura toccherà anche gli impianti a partire dai 10 mila p.e.. Sempre dal 2045 diventerà anche obbligatorio condurre trattamenti quaternari per la rimozione di un ampio spettro di sostanze micro-inquinanti in tutti gli impianti oltre 150 mila e.p. (e oltre 10 mila e.p. sulla base di un’analisi di rischio).
Il nuovo regolamento prevede anche lo stretto monitoraggio di varie tipologie di sostanze che possono avere un impatto sulla salute e sull’ambiente, tra cui quelle per- e polifluoroalchilate (PFAS), le microplastiche e anche agenti biologici come virus noti e patogeni emergenti.
L’industria farmaceutica, insieme a quella cosmetica, sarà toccata dall’introduzione della Responsabilità estesa di prodotto (EPR), un concetto atto a coprire i costi dei trattamenti quaternari volti a rimuovere dalle acque reflue urbane i microinquinanti derivanti da farmaci e cosmetici. La nuova normativa prevede che almeno l’80% di tali costi siano coperti dalle aziende produttrici, il restante essendo a carico di finanziamenti nazionali.
I paesi dell’Unione saranno anche incoraggiati a promuovere il riutilizzo delle acque reflue trattate, in particolare nelle zone caratterizzate da problemi di approvvigionamento idrico.

Il commento di EFPIA

In un post pubblicato sul suo sito, EFPIA ha ribadito come l’impegno dell’industria farmaceutica nel ridurre l’inquinamento a livello delle acque e dell’ambiente sia già in atto da una quindicina d’anni, come testimoniato dai risulti ottenuti tramite il programma di Eco-Pharmaco-Stewardship.
La rappresentativa dell’industria innovator rimarca come il sistema EPR previsto dal nuovo regolamento impatti solo sui comparti farmaceutico e cosmetico: un approccio che, secondo EFPIA, non sarebbe conforme ai principi chive di proporzionalità, pari trattamento e “paga chi inquina” contenuti nei trattati europei.
In questo modo, sottolinea l’associazione di categoria, verrebbe meno uno dei fini principali della nuovo normativa, ovvero incentivare tutte le aziende inquinanti a investire in prodotti più sostenibili.
EFPIA sottolinea anche l’importanza che il sistema EPR non abbia un impatto negativo sull’accessibilità e convenienza economica dei medicinali per i pazienti. Da questo punto di vista, la nota accoglie in modo positivo l’intenzione della Commissione europea di valutare se l’adozione dello schema EPR avrà effettivamente un impatto in tal senso.