I Carabinieri del N.A.S. di Latina hanno arrestato tre dirigenti della casa farmaceutica Geymonat, accusati di aver prodotto e commercializzato su scala nazionale il farmaco “Ozopulmin”, per la cura delle affezioni respiratorie. Secondo le indagini condotte in strettissima sinergia con AIFA e I.S.S., il farmaco è stato deliberatamente contraffatto ed è quindi pericoloso per la salute di lattanti e bambini.

L’operazione – fa sapere AIFA nel suo comunicato – si inserisce nell’ambito delle continue collaborazioni tra l’Agenzia Italiana del Farmaco e il Comando per la Tutela della Salute dei Carabinieri, sancito dal Protocollo Operativo siglato nel dicembre del 2012. I tre lotti interessati del farmaco (Ozopulmin G supposte adulti 160 mg, lotto 101901; Ozopulmin G supposte bambini 80 mg lotti 102001 e 102002), con scadenza marzo 2016, sono stati immediatamente ritirati dal commercio e non sono più presenti nelle farmacie già dalle prime fasi dell’indagine.

È emerso che nel farmaco contraffatto era stata inserita, al posto del principio attivo, una sostanza “simile” normalmente usata per cosmetici e integratori alimentari, farmaceuticamente inefficace, ma in grado di simularne analiticamente la presenza. Il tutto a discapito della salute dei pazienti, vittime di un farmaco assolutamente non idoneo allo scopo terapeutico, come evidenziato dalle indagini analitiche specifiche eseguite dall’I.S.S sui campioni sequestrati.

In particolare, dalle indagini condotte dal NAS e dall’AIFA, è emerso che gli indagati, rimasti privi del principio attivo a seguito di un disaccordo commerciale con la ditta fornitrice, per assicurare la continuità del prodotto nelle farmacie e non perdere la relativa fetta di mercato, avevano comunque avviato la produzione dei lotti di Ozopulmin che, contraffatto e inidoneo, avrebbe potuto provocare un aggravamento delle affezioni respiratorie.

I tre arrestati riuscivano a procurarsi il “sostituto” del principio attivo dalla Francia e successivamente eseguivano sul prodotto finito le analisi obbligatorie ricorrendo ad un metodo diverso da quello riconosciuto. In questo modo si assicuravano la falsa positività e immettevano irregolarmente i farmaci sul mercato. In ultimo alteravano i rendiconti di produzione e i dati informatici delle materie prime occultando la presenza nei farmaci del “sostituto”.