Secondo i dati presentati durante il convegno “Strategie e strumenti per l’internazionalizzazione dell’industria italiana dei dispositivi medici” organizzato da ICE e Assobiomedica in collaborazione con Sace e Simes, il 79% delle imprese di produzione di dispositivi medici esportano dall’Italia e oltre la metà sono operative in almeno tre continenti: Europa Occidentale e Federazione Russa; Stati Uniti, Argentina e Brasile; Paesi arabi, India e Cina. Nel 2012 le esportazioni italiane sono cresciute del +9,6% e così anche la produzione (6,6%). I buoni risultati dell’export hanno visto una modesta domanda dei tradizionali mercati di sbocco nell’area euro (Germania +4,1%; Francia -1,5%), a fronte di ottimi risultati ottenuti negli Stati Uniti (21,2%) e nei mercati emergenti. Tuttavia per le piccole e medie imprese è ancora difficile affacciarsi ai mercati esteri e per questo è molto importante l’aiuto del Governo. Il viceministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha aperto il congresso affermando che il Ministero sta puntando all’export del Made in Italy con un incremento dei finanziamenti all’ICE. Stefano Rimondi, presidente Assobiomedica, ha sottolineato l’impegno di dell’associazione ad aiutare gli imprenditori italiani a conoscere gli strumenti esistenti per aumentate l’internazionalizzazione. Secondo Rimondi, infatti, «le piccole e medie imprese italiane hanno il vantaggio rispetto alle multinazionali di eccellere con rapidità in innovazione, ma necessitano di aiuti per avviare i processi di export». Nel discutere di concrete possibilità di aiuto agli imprenditori, Fulvio D’Alvia, direttore RetImpresa Confindustria, ha presentato l’accordo sigliato tra RetImpresa e ICE per aiutare le imprese a effettuare valutazioni di prefattibilità di programmi di rete per l’estero.