Gilead Sciences ha annunciato i risultati del follow-up a lungo termine degli studi registrativi che descrivono la durata della risposta, la sopravvivenza libera da progressione (PFS, progression-free survival) e il profilo di sicurezza di idelalisib nei pazienti affetti da leucemia linfatica cronica (LLC) e da due tipi di linfoma non-Hodgkin indolente (LNHi).

IdelalisibIdelalisib è un inibitore orale dell’isoforma delta della fosfoinositide-3-chinasi (PI3K), una proteina che svolge un ruolo nell’attivazione, proliferazione e vitalità delle cellule B, una componente fondamentale del sistema immunitario. Il pathway dell’isoforma delta della PI3K è attiva in molte leucemie e linfomi a cellule B e, inibendo la proteina, idelalisib blocca diverse vie di segnalazione cellulare che stimolano la vitalità delle cellule B.

In Europa, idelalisib è indicato in combinazione con rituximab per il trattamento di pazienti adulti affetti da LLC che hanno ricevuto almeno una terapia precedente, oppure come trattamento di prima linea in presenza di delezione 17p o di mutazione del gene TP53 in pazienti non idonei alla chemio-immunoterapia. Idelalisib è stato anche approvato come monoterapia per il trattamento di pazienti adulti con linfoma follicolare (LF) refrattario a due linee di trattamento precedenti.

Il 23 luglio 2014 idelalisib è stato approvato con procedura accelerata dalla US Food and Drug Administration come monoterapia per i pazienti con LF o SLL recidivante che hanno ricevuto almeno due precedenti terapie sistemiche, ed è stato approvato in combinazione con rituximab per i pazienti con LLC recidivante per i quali il solo rituximab sarebbe considerato una terapia appropriata, a causa della presenza di comorbilità.  Il 19 settembre 2014 la Commissione europea ha approvato idelalisib come monoterapia nei pazienti con LF  refrattari a due precedenti linee di trattamento; in combinazione con rituximab, per i pazienti con LLC che hanno ricevuto almeno una terapia precedente e in pazienti che presentano delezione 17p o di mutazione del gene TP53 e che non sono idonei a ricevere la chemio-immunoterapia.

Il LNH indolente e la LLC sono neoplasie ematologiche incurabili a crescita lenta, che insorgono tipicamente in soggetti anziani e possono determinare complicanze potenzialmente letali, come anemia, gravi infezioni e compromissione del midollo osseo. In seguito alla chemio-immunoterapia iniziale, la recidiva è piuttosto comune. Molti pazienti con malattia recidivante non sono in grado di tollerare ulteriori trattamenti chemioterapici con conseguente limitazione delle opzioni terapeutiche.

Lo studio 101-09 sul LNHi

Lo studio 101-09 è uno studio di Fase II a singolo braccio che valuta idelalisib in monoterapia in 125 pazienti con LNHi precedentemente trattato ma refrattario sia a rituximab sia alla chemioterapia contenente un agente alchilante, una popolazione di pazienti che dispone di poche o nessuna opzione terapeutica. Secondo le analisi ad interim dei dati del giugno 2014, 72 pazienti (58%) hanno risposto alla terapia, inclusi 12 (10%) che hanno ottenuto una risposta completa – con un aumento rispetto alle 7 (6%) risposte complete riportate inizialmente e pubblicate all’inizio di quest’anno nel The New England Journal of Medicine. Alla più recente analisi ad interim dei dati,  la durata mediana della risposta per tutti i pazienti è stata pari a 12,5 mesi. La durata mediana della risposta tra i pazienti nei sottogruppi linfoma follicolare (LF; n = 40) e linfoma linfocitico a piccole cellule B (SLL, small lymphocytic lymphoma; n = 17) è stata rispettivamente pari a 10,8 e 12,5 mesi.

Gli eventi avversi di grado ≥3 insorti più comunemente tra tutti i pazienti sono stati diarrea/colite (19%) e polmonite (12%). Nel 14% dei pazienti si sono verificati aumenti delle transaminasi di grado ≥3.

Lo studio 116, dati a lungo termine nella LLC

Lo studio 116 è uno studio randomizzato e controllato con placebo che ha valutato idelalisib più rituximab rispetto a rituximab in monoterapia in 220 pazienti con LLC recidivante che non erano in grado di tollerare la chemioterapia standard. I pazienti arruolati in questo studio sono stati ritenuti idonei a continuare a ricevere la terapia con idelalisib in uno studio di estensione in aperto (studio 117). I risultati dello studio primario e di quello di estensione dimostrano che tra i 110 pazienti randomizzati a ricevere idelalisib più rituximab, la PFS mediana è stata ormai raggiunta, ed è pari a 19,4 mesi.

Nello studio 116/117 gli eventi avversi di grado ≥3 insorti più comunemente nei pazienti trattati con idelalisib più rituximab sono stati diarrea/colite (16%) e polmonite interstiziale (13%). Nel 6% dei pazienti si sono verificati aumenti delle transaminasi di grado ≥3 entro le prime 12 settimane di trattamento, in genere asintomatici e reversibili all’atto dell’interruzione del medicinale.