Si tratta di una vera e propria rivoluzione quella in atto nel settore della ricerca clinica e della medicina in generale: «La novità – ha ribadito il direttore generale dell’Aifa Luca Pani in occasione del primo simposio GCP (Good Clinical Practice) organizzato a Roma dalla stessa agenzia – è che la medicina e la biologia così come le abbiamo conosciute e studiate sono ufficialmente finite, sono diventate scienze dell’informazione. D’altra parte, lo stesso DNA è informazione. A tutto questo ci dobbiamo adattare perché il cambiamento comunque si verificherà. Non possiamo aspettare e restare a guardare: o cavalchiamo l’onda, che non sempre è piccola, oppure l’onda ci travolgerà».

Luca PANI, AIFA
Durante il simposio Good Clinical Practice organizzato da Aifa, il direttore generale dell’Agenzia Luca Pani ha ribadito l’importanza della qualità della ricerca clinica

Nel contesto di questo cambiamento, la giornata dedicata alle Good Clinical Practice è stata occasione di condivisione e confronto sugli standard da applicare nella conduzione degli studi clinici tra l’Aifa e il mondo della ricerca clinica, profit e no-profit, favorendo il dialogo e sviscerando dubbi e criticità, alla ricerca di soluzioni condivise.

Il direttore generale dell’Aifa ha ribadito l’importanza della qualità della ricerca clinica come momento in cui i risultati dello sviluppo di un farmaco (quality e preclinica) si concentrano e si amplificano. È importante che i regulator colgano i primi segnali di una criticità o di un’efficacia per non rischiare ritardi nella procedura di autorizzazione dei dossier di prodotti che sarebbero in grado di curare efficacemente tanti pazienti.

Durante il meeting è stato ricordato come l’Aifa, in quanto “regolatore”, rappresenta l’interfaccia essenziale tra la norma e chi la deve applicare, attenta a nuovi scenari e a nuove prospettive  puntando a una sempre maggiore affidabilità e robustezza dei risultati delle sperimentazioni con l’obiettivo primario della tutela della salute dei pazienti.