L’encefalite da zecca (TBE, Tick Borne Encephalitis) è tra le più gravi malattie trasmesse dalla zecca. Per i viaggiatori e gli escursionisti che si recano nelle zone a rischio è raccomandata la vaccinazione contro il virus che la causa.

Family of four lying on grass
Per chi svolge attività all’aria aperta nelle zone a rischio, è raccomandatala vaccinazione per prevenire l’encefalite da zecca

Le zecche costituiscono un’insidia sempre più frequente che può rivelarsi grave per la salute di adulti e bambini. Il cambiamento del clima sta favorendo una maggiore proliferazione di questo parassita, in tutta Europa. In Italia è interessato in particolare il Triveneto.

Inoltre, aumenta il numero di viaggiatori che si recano in Paesi dove sono endemiche alcune malattie trasmesse dalle zecche.

«È dimostrato che le zecche sono in grado di trasmettere diverse malattie, dalla borreliosi di Lyme, alla rickettsiosi, alla febbre ricorrente e molte malattie virali. Tra queste, la più seria è l’encefalite da zecca o TBE – dichiara Maurizio Ruscio, Direttore Dipartimento ad Attività Integrata di Medicina di Laboratorio, Azienda Ospedaliero-Universitaria ‘Ospedali Riuniti’ di Trieste – Per essere contagiati è sufficiente un singolo morso di zecca infetta, evenienza tutt’altro che infrequente nelle aree boschive, soprattutto se umide, ombreggiate e ricche di vegetazione spontanea. Una immediata e corretta asportazione della zecca riduce fortemente il rischio di sviluppare una malattia. Questo non vale per l’encefalite da zecca perché il virus si trasmette appena il parassita aderisce alla cute. Nessun allarmismo ma occorre tanta prudenza, in particolare nelle zone a rischio».

L’encefalite da zecca

L’encefalite da zecca (Tick-Borne Encephalitis, TBE) è un’infezione virale che colpisce il sistema nervoso centrale e può dare luogo a sintomi neurologici a lungo termine, e perfino alla morte.

Il periodo di incubazione della TBE è mediamente di una settimana, ma è stata descritta anche un’incubazione maggiore (fino a 3-4 settimane).

In un terzo dei casi, l’infezione del virus della TBE nell’uomo è asintomatica.

In un terzo dei casi provoca un episodio febbrile.

Nel restante terzo dei casi, la TBE coinvolge il sistema nervoso centrale con un decorso solitamente bifasico. La prima fase viremica dura cinque giorni (intervallo: 2-10 giorni), ed è associata a sintomi aspecifici (febbre, affaticamento, cefalea, mialgia, nausea). Questa fase è seguita da un intervallo senza sintomi che dura sette giorni (intervallo: 1-33 giorni) che precede la seconda fase, con un nuovo rialzo febbrile e il coinvolgimento del sistema nervoso centrale (meningite, meningoencefalite, mielite, paralisi, radicolite).

La TBE rappresenta un problema crescente di salute pubblica in Europa e in altre parti del mondo. Negli ultimi 30 anni, il numero di casi umani di TBE in tutte le regioni endemiche europee è aumentato di quasi il 400%. Parliamo di Austria, Germania, Svizzera, i paesi scandinavi e la regione balcanica. In Italia, le principali zone a rischio sono il Friuli Venezia Giulia, il Veneto e il Trentino Alto Adige.

Le aree a rischio si sono ampliate e sono stati scoperti nuovi focolai.

Vie di trasmissione della TBE

Il virus della TBE si trasmette tramite il morso di zecche infette.

L’uomo può contrarre l’infezione anche con il consumo di prodotti caseari non pastorizzati infettati.

Il virus della TBE non si trasmette direttamente da uomo a uomo. Esiste possibilità di trasmissione verticale da madre infetta al feto.

Se infette, le zecche possono trasmettere il virus per tutta la loro vita (principalmente in fase di ninfa e in età adulta). L’attività della zecca e il suo ciclo vitale dipendono da fattori climatici (temperatura, umidità del suolo e umidità relativa).

I fattori climatici che favoriscono l’aumento di densità delle zecche

Estati umide e inverni miti tendono ad aumentare la densità di popolazione delle zecche. Le temperature elevate sono le predilette di questi insetti. Sono stati riferiti casi sporadici di aumento del numero di zecche anche durante le stagioni fredde, specialmente nei Paesi dell’Europa meridionale.

In correlazione con gli incrementi delle popolazioni di zecche, aumentano le frequenze dei casi di encefalite.

Nell’Europa centrale sono stati osservati due picchi di incidenza della TBE: in maggio/giugno e in settembre/ottobre. Nelle regioni più fredde dell’Europa settentrionale e nelle regioni montane si individua un singolo picco estivo.

Habitat delle zecche e attività a rischio

Le zecche infette si possono trovare nelle zone campestri, nei boschi caducifogli e nelle zone di transizione tra foreste e prati.

Perciò si può essere morsi da una zecca infetta in molte delle destinazioni più popolari per le attività turistiche e all’aria aperta quando si praticano campeggio, trekking, ciclismo, arrampicata ecc.

Nelle zone endemiche, le persone che svolgono attività ricreative o occupazionali all’aperto (come agricoltura, pastorizia, caccia e pesca, raccolta di funghi o di frutti di bosco, attività forestali) sono potenzialmente a rischio di TBE per contatto con le zecche infette.

Il vaccino per prevenire l’encefalite da zecca

La TBE si può prevenire. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e lo European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) raccomandano la vaccinazione contro questa malattia per le persone che vivono o visitano frequentemente le aree endemiche, cioè dove il tasso di incidenza medio della malattia è ≥ 5 casi su 100.000 per anno). Qui la vaccinazione è raccomanda per tutti i gruppi di età, inclusi i bambini.

Si tratta di una profilassi raccomandata anche in Italia, nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale del Ministero della Salute, per i residenti delle regioni a rischio. È inoltre una misura preventiva consigliata a chi pratica professioni a contatto con la natura, ai villeggianti che si recano in zone boschive, prati e campi aperti, agli amanti del trekking e della campagna, sia adulti che bambini, in queste stesse aree.

Il vaccino è disponibile presso i centri vaccinali.

Altre misure preventive della TBE

Tra le altre misure preventive è possibile adottare alcuni accorgimenti:

  • utilizzare repellenti sulla pelle e sui vestiti (i repellenti specifici per abiti non devono essere usati anche sulla pelle) e indumenti protettivi, che contribuiscono a evitare i morsi di zecca
  • dopo aver trascorso del tempo all’aria aperta, togliersi gli abiti prima di entrare in casa ed esporli alla luce del sole, oppure lavarli
  • evitare il consumo di latte non pastorizzato e di prodotti caseari nelle zone a rischio.

La vaccinazione rimane comunque la più efficace misura preventiva contro l’encefalite da zecca.