Risultati ad interim indicano benefici a lungo termine con variazioni annue costanti della capacità vitale forzata, nei pazienti con IPF trattati con nintedanib negli studi INPULSIS® e INPULSIS®-ON su un periodo fino a 3 anni.

Il trattamento a lungo termine sino a 51 mesi ha dimostrato un profilo di sicurezza e tollerabilità maneggevole, senza nuovi dati sulla sicurezza da segnalare.

Ulteriori analisi di INPULSIS dimostrano che nintedanib rallenta la progressione della malattia, indipendentemente dalla compromissione fisiologica al basale, rilevata con diversi test di funzionalità polmonare.

Risultati a lungo termine su nintedanib per la IPF indicano benefici con variazioni annue costanti della capacità vitale forzata fino a 3 anni
Risultati a lungo termine su nintedanib per la IPF indicano benefici con variazioni annue costanti della capacità vitale forzata fino a 3 anni

Boehringer Ingelheim ha presentato 8 abstract in ambito di fibrosi polmonare idiopatica all’edizione 2016 del Congresso Internazionale della European Respiratory Society (ERS). Tra questi, i nuovi risultati ad interim dello studio di estensione INPULSIS®-ON, che valuta il trattamento a lungo termine con nintedanib.

I risultati dimostrano che, nel lungo termine, nintedanib è efficace nel rallentare la progressione della malattia in pazienti con fibrosi polmonare idiopatica (IPF) con effetti collaterali gestibili, e sono in linea con quelli precedentemente ottenuti negli studi INPULSIS®.

I risultati ad interim di INPULSIS-ON indicano che nei pazienti che hanno continuato il trattamento con nintedanib in questo studio di estensione, la variazione dei valori di capacità vitale forzata (FVC) dal basale alla settimana 48 e fra le settimane 48 e 96, è stata  comparabile a quella osservata nei pazienti che hanno ricevuto il farmaco attivo nintedanib negli studi di partenza INPULSIS a 52 settimane.

«Ora disponiamo di risultati a lungo termine su nintedanib in pazienti con fibrosi polmonare idiopatica che sono in linea, in termini di progressione della malattia su un periodo di 3 anni, con quelli osservati in INPULSIS. Inoltre, non sono emersi nuovi aspetti da segnalare riguardo alla sicurezza» ha commentato Bruno Crestani, professore di Pneumologia della Facoltà di Medicina dell’Università Diderot di Parigi e responsabile della Divisione di Pneumologia e Malattie Polmonari Rare dell’Ospedale Bichat di Parigi.

Variazioni medie nei valori di capacità vitale forzata (FVC) negli studi INPULSIS e INPULSIS-ON

Negli studi INPULSIS e INPULSIS-ON sono state osservate le seguenti variazioni medie nei valori di capacità vitale forzata (FVC):

  • In INPULSIS, la variazione media di FVC alla settimana 52 rispetto al basale nei pazienti in terapia con nintedanib è stata di − 89mL, rispetto a –203 mL per i pazienti in trattamento con placebo
  • In INPULSIS-ON, la variazione media di FVC nei pazienti che hanno continuato nintedanib è stata −96 mL dal basale alla settimana 48
  • In INPULSIS-ON, la variazione media di FVC nei pazienti che hanno continuato nintedanib è stata di −124 mL dalla settimana 48 alla settimana 96.

L’esposizione totale media al farmaco dei pazienti in terapia con nintedanib negli studi INPULSIS e INPULSIS-ON è stata di circa 3 anni (35,7 mesi).

Il trattamento di lungo termine con nintedanib (sino a 51 mesi) è stato associato a un profilo di sicurezza e tollerabilità maneggevole, in linea con i risultati degli studi INPULSIS, senza che siano emersi nuovi segnali sulla sicurezza.

Gli effetti collaterali riscontrati con nintedanib sono efficacemente gestibili nella maggior parte dei pazienti. L’effetto collaterale più frequentemente riferito è la diarrea.

Bruno Crestani ha aggiunto: «Con queste ulteriori evidenze su nintedanib abbiamo ancora maggior fiducia in questa terapia. Questo è  importante perché, con una malattia progressiva come la fibrosi polmonare idiopatica, è davvero fondamentale discutere le opzioni terapeutiche con i pazienti all’inizio, avviare precocemente la terapia e incoraggiare i pazienti a continuare a seguirla».

Ulteriori analisi di  INPULSIS di valutazione dell’effetto di nintedanib sulla FVC

Due ulteriori analisi di sottogruppo dello studio INPULSIS hanno valutato se l’entità della malattia al basale, misurata con un indice fisiologico composito (CPI), o il livello di compromissione dello scambio di gas a livello polmonare, possa impattare l’effetto terapeutico di nintedanib.

Il livello di scambio di gas è stato valutato attraverso la rilevazione della capacità di diffusione del monossido di carbonio da parte dei polmoni (DLCO). Valori più bassi di DLCO implicano maggior compromissione della capacità dei polmoni di scambiare gas. L’indice fisiologico composito (CPI) è un indice che riflette in maniera più accurata l’entità della fibrosi polmonare rispetto a singoli test di funzionalità polmonare.

Entrambe le analisi hanno confermato l’effetto benefico di nintedanib sul declino annuo della FVC, indipendentemente dal livello di compromissione al basale e prodotto ulteriori evidenze sui benefici di nintedanib nel rallentare la progressione della malattia in una vasta gamma di pazienti con fibrosi polmonare idiopatica,  compresi i soggetti con funzionalità respiratoria preservata (FVC>90% del predetto), assenza di aree a nido d’ape (honeycombing) alla TAC toracica ad alta risoluzione (HRCT) e concomitante enfisema.

Questi dati sono stati presentati all’edizione 2016 del Congresso Internazionale dell’European Respiratory Society.

Gli studi di Fase III INPULSIS su nintedanib

Questi studi randomizzati, in doppio cieco, con gruppo di controllo a placebo, hanno coinvolto 1.066 pazienti in 24 Paesi e hanno valutato l’effetto di nintedanib, 150 mg due volte/die, per os, sul tasso annuo di declino della capacità vitale forzata (FVC) in pazienti con IPF per 52 settimane. Gli studi hanno avuto identico disegno, criteri di inclusione, endpoint e dosaggio. L’endpoint primario è stato il tasso annuo di declino della FVC. Gli endpoint secondari più importanti sono stati: variazione, rispetto al basale, della qualità di vita correlata alle condizioni di salute, valutata con il questionario Saint-George’s Respiratory Questionnaire (SGRQ), e tempo intercorso sino alla comparsa della prima riacutizzazione grave della IPF.

I principali risultati sono stati i seguenti:

  • Nintedanib ha rallentato la progressione della fibrosi polmonare idiopatica riducendo del 50% il declino annuo della funzionalità polmonare rispetto a placebo
  • Nintedanib ha ridotto in maniera significativa del 68% il rischio di riacutizzazioni acute aggiudicate≠nell’analisi dei dati combinati. Questo è un aspetto di vitale importanza, visto che circa il 50% dei pazienti ricoverati per riacutizzazione acuta di IPF decede durante il ricovero
  • C’è stato un significativo beneficio con nintedanib rispetto a placebo nel punteggio totale SGRQ in INPULSIS-2, ma nessuna differenza significativa fra i gruppi in INPULSIS-1.

In entrambi gli studi INPULSIS gli eventi avversi più comuni sono stati di natura gastrointestinale, di grado lieve o moderato, generalmente gestibili e raramente hanno comportato l’interruzione del trattamento. La percentuale di pazienti con eventi avversi gravi è stata simile in tutti i gruppi.  L’evento avverso più frequente nei gruppi in terapia con nintedanib è stato la diarrea, riferita nel 62% contro il 19% in INPULSIS-1 e nel 63% contro il 18% in INPULSIS-2, rispettivamente dei pazienti nei gruppi nintedanib e placebo. Meno del 5% dei pazienti nei gruppi in terapia con nintedanib in INPULSIS-1 e INPULSIS-2 ha interrotto il trattamento per questa ragione.

Lo studio di estensione in aperto INPULSIS-ON

Ai pazienti che hanno completato il periodo di trattamento di 52 settimane e 4 settimane di follow-up nei trial INPULSIS è stato offerto di continuare nintedanib in aperto come estensione di studio per valutare sicurezza e tollerabilità di lungo termine di nintedanib. Il trial INPULSIS-ON comprende 734 pazienti ed è attualmente in corso.

Nintedanib

Nintedanib, inibitore di tirosin-chinasi a piccola molecola sviluppato dai ricercatori Boehringer Ingelheim, è indicato come terapia della fibrosi polmonare idiopatica negli adulti.

Nel 2015 nintedanib stato inserito nelle Linee guida internazionali, aggiornate sul trattamento della fibrosi polmonare idiopatica.

Nintedanib rallenta la progressione della malattia, riducendo di circa il 50% il declino della funzionalità polmonare in un’ampia tipologia di pazienti affetti da IPF (tasso annuo corretto di declino della FVC: nintedanib −114,7 ml; placebo −239,9 ml), tra cui pazienti con malattia in fase precoce (minima compromissione della funzionalità polmonare, FVC >90% del predetto), fibrosi limitata (assenza di aree a nido d’ape o honeycombing) alla TAC toracica ad alta risoluzione (HRCT) e pazienti con enfisema.

Gli effetti collaterali di nintedanib possono essere efficacemente gestiti nella maggior parte dei pazienti e l’effetto collaterale più frequentemente riferito è diarrea.

Nintedanib ha come bersaglio i recettori del fattore di crescita che hanno dimostrato di essere coinvolti nella patogenesi della fibrosi polmonare, soprattutto inibendo il recettore del fattore di crescita derivato dalle piastrine (PDGFR), il recettore del fattore di crescita fibroblastico (FGFR) e il recettore del fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGFR). Si ritiene che nintedanib, bloccando queste vie di passaggio dei segnali coinvolte nei processi fibrotici, rallenti il declino della funzionalità polmonare e la progressione della malattia.

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