Emicizumab per il trattamento dell’emofilia A in soggetti con inibitori del fattore VIII ha ridotto il numero di sanguinamenti.

Emicizumab per il trattamento dell’emofilia A in soggetti con inibitori del fattore VIII ha ridotto il numero di sanguinamenti
Emicizumab per il trattamento dell’emofilia A in soggetti con inibitori del fattore VIII ha ridotto il numero di sanguinamenti nel tempo, anche in pazienti precedentemente sottoposti a trattamento profilattico con agenti bypassanti. Inoltre, ha migliorato la qualità della vita correlata alla salute (HRQoL)/condizioni di salute

Roche ha annunciato il raggiungimento dell’endpoint primario dello studio HAVEN 1, volto a valutare la profilassi con emicizumab in soggetti di età uguale o superiore a 12 anni, affetti da emofilia A e aventi inibitori del fattore VIII.

L’endpoint primario è stata la riduzione statisticamente significativa del numero di sanguinamenti nel tempo in soggetti trattati con emicizumab in profilassi, rispetto ai soggetti che non hanno ricevuto trattamento in regime di profilassi.

Lo studio ha inoltre raggiunto tutti gli endpoint secondari, compresa una riduzione statisticamente significativa del numero di sanguinamenti nel tempo con la terapia di profilassi con emicizumab, nell’ambito di un confronto intra-paziente in quei soggetti precedentemente sottoposti a trattamento profilattico con agenti bypassanti.

«Lo sviluppo di inibitori che rendono meno efficace, o inefficace, la terapia sostitutiva con fattore VIII, rappresenta una delle principali sfide odierne nel trattamento dell’emofilia A, esponendo i pazienti ad alto rischio di sanguinamenti potenzialmente letali ed episodi ripetuti di sanguinamento, che possono causare danno articolare a lungo termine – ha dichiarato Sandra Horning, MD, Chief Medical Officer e Head of Global Product Development. – Siamo lieti di constatare che, nell’ambito della nostra prima sperimentazione registrativa, la profilassi con emicizumab ha ridotto significativamente il numero di sanguinamenti nel tempo in soggetti con una situazione clinica così difficile da trattare. Siamo impazienti di collaborare con le autorità regolatorie allo scopo di mettere a disposizione della comunità scientifica e delle persone affette da emofilia A questo trattamento, il prima possibile».

«Dalla metà degli anni Novanta, ci sono stati crescenti miglioramenti nel trattamento dell’emofilia A in presenza di inibitori – ha affermato Alain Baumann, Chief Executive Officer della World Federation of Hemophilia. – L’attuale impatto del trattamento è significativo. WFH sostiene la ricerca che potrebbe portare a nuovi agenti terapeutici e offrire una nuova opzione terapeutica per i pazienti con inibitori. Colmare questo bisogno costituirebbe un progresso sostanziale verso il nostro obiettivo di disporre di un trattamento per tutti, ivi compresi coloro che convivono con gli inibitori».

Emicizumab (ACE910)

Emicizumab è un anticorpo monoclonale bispecifico, sperimentale, ideato per unire i fattori IXa e X, che sono le proteine necessarie per attivare la naturale cascata della coagulazione e ripristinare il processo di coagulazione del sangue.

Emicizumab può essere somministrato sotto forma di soluzione pronta all’uso da iniettare per via sottocutanea una volta a settimana.

Emicizumab è studiato nell’ambito di studi registrativi di fase III condotti su soggetti di età uguale o superiore a 12 anni, con e senza inibitori del fattore VIII, e in bambini di età inferiore a 12 anni con inibitori del fattore VIII.

Il programma di sviluppo di emicizumab sta valutando la sua potenzialità di contribuire a superare le attuali sfide di natura clinica, quali la breve durata degli effetti dei trattamenti esistenti, lo sviluppo di inibitori del fattore VIII e la necessità di frequente accesso venoso.

Le sperimentazioni future studieranno regimi posologici con una minore frequenza di somministrazione.

Emicizumab è stato creato da Chugai Pharmaceutical ed è sviluppato congiuntamente da Chugai, Roche e Genentech.

Lo studio HAVEN 1 su emicizumab per l’emofilia A

HAVEN 1 è uno studio di fase III randomizzato, multicentrico e in aperto, volto a valutare l’efficacia, la sicurezza e la farmacocinetica della profilassi con emicizumab rispetto a nessuna profilassi, nei soggetti con emofilia A e inibitori del fattore VIII.

Lo studio ha incluso 109 pazienti affetti da emofilia A (di età uguale o superiore a 12 anni) con inibitori del fattore VIII, precedentemente sottoposti a terapia episodica o profilattica a base di agenti bypassanti.

I pazienti precedentemente sottoposti a terapia episodica con agenti bypassanti sono stati randomizzati in rapporto 2:1 al trattamento profilattico con emicizumab (Braccio A) o a nessuna profilassi (Braccio B). Ai pazienti precedentemente sottoposti a terapia profilattica a base di agenti bypassanti è stato somministrato il trattamento profilattico con emicizumab (Braccio C). Il trattamento episodico con agenti bypassanti, delle emorragie insorte in corso di studio, era previsto dal protocollo.

L’endpoint primario dello studio, è il numero di sanguinamenti nel tempo con la profilassi a base di emicizumab (Braccio A) rispetto a nessuna profilassi (Braccio B).

Gli endpoint secondari comprendono il tasso complessivo di tutti i sanguinamenti, il tasso di sanguinamenti articolari, il tasso di sanguinamenti spontanei, il tasso di sanguinamenti a carico delle articolazioni bersaglio, la qualità della vita correlata alla salute (HRQoL)/condizioni di salute, il confronto intra-paziente rispetto al tasso di sanguinamenti riscontrati durante il precedente regime profilattico con agenti bypassanti (Braccio C) e la sicurezza.

Gli eventi avversi più comuni che si sono osservati durante il trattamento con emicizumab, sono state le reazioni in corrispondenza della sede di iniezione, in linea con gli studi precedenti.

HAVEN 1 è il primo studio di fase III del programma di sviluppo clinico di emicizumab di cui vengono riferiti i risultati. Questi verranno sottomessi alle autorità regolatorie di tutto il mondo per consentirne la valutazione dell’approvazione.

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