Boehringer Ingelheim ha annunciato risultati aggiornati relativi a 494 pazienti che hanno partecipato allo studio in corso di Fase III RE-VERSE AD™. Questi dimostrano che la somministrazione di 5g di idarucizumab ha inattivato immediatamente l’effetto anticoagulante di dabigatran nel 100% dei pazienti.

idarucizumab si conferma efficace
Idarucizumab si conferma efficace nel 100% dei pazienti dello studio RE-VERSE AD

Idarucizumab è il primo e unico farmaco approvato che inattiva in maniera specifica l’effetto di un nuovo anticoagulante orale diverso dagli antagonisti della vitamina K (NOAC).

«La disponibilità di idarucizumab come farmaco specifico per inattivare l’effetto di dabigatran è uno sviluppo importante nella terapia anticoagulante e RE-VERSE AD è lo studio più consistente sul suo uso e sui suoi effetti nella vita reale – ha commentato Charles Pollack, Lead Investigator di RE-VERSE AD, professore di Medicina d’Emergenza-Urgenza, Sidney Kimmel Medical College, Università Thomas Jefferson di Filadelfia – Questi risultati confermano ulteriormente l’importanza per medici e pazienti dell’opzione terapeutica offerta da idarucizumab, farmaco che inattiva in maniera specifica l’effetto di dabigatran, che probabilmente verrà usato raramente visto il profilo di sicurezza di dabigatran».

«Con questi risultati abbiamo una ricchezza di dati senza precedenti sull’uso e sugli effetti di idarucizumab in situazioni d’urgenza – ha commentato Jörg Kreuzer, vice presidente Medicine, Therapeutic Area Cardiovascular di Boehringer Ingelheim – Le conoscenze che forniscono questi risultati, unitamente al consolidato profilo di sicurezza di  dabigatran, fanno sentire i medici assolutamente tranquilli nello scegliere per i propri pazienti un NOAC che offre un nuovo livello di cura per i pazienti».

Lo studio RE-VERSE AD

RE-VERSE AD è il più vasto studio, condotto su pazienti, di valutazione di un farmaco che neutralizza l’effetto di un NOAC.

RE-VERSE AD include le tipologie di pazienti che i sanitari si trovano a trattare in situazioni di emergenza nella vita reale. Lo studio ha arruolato due gruppi di pazienti trattati con dabigatran che:

  • hanno avuto un sanguinamento non controllato o che ha messo a rischio la vita del paziente (Gruppo A, n=298, 60%),
  • hanno avuto necessità di un intervento chirurgico urgente/procedura d’emergenza (Gruppo B, n=196, 40%).

L’analisi intermedia dello studio RE-VERSE AD ha compreso i risultati in pazienti che hanno avuto necessità di un intervento chirurgico urgente/procedura d’emergenza, ad esempio   intervento chirurgico per frattura esposta a seguito di una caduta, o con complicanze emorragiche non controllate, che ne abbiano messo a rischio la vita, ad esempio emorragia intracranica o trauma grave a seguito di un incidente automobilistico, pazienti con aneurisma aortico o pazienti sottoposti a trapianto d’organo.

L’endpoint primario, ovvero il grado di inattivazione dell’effetto anticoagulante di dabigatran ottenuto da idarucizumab entro quattro ore dalla somministrazione, misurato attraverso il tempo di trombina diluito (dTT) e il tempo di ecarina (ECT), è stato del 100% (IC al 95%, 100-100). Da notare che l’inattivazione è stata evidente subito dopo la somministrazione di idarucizumab.

Per i pazienti nel Gruppo A con emorragia extracranica, il tempo mediano sino alla conferma dell’emostasi è stato di 3,5-4,5 ore, a seconda della sede anatomica. L’origine del sanguinamento è stata simile a quella riferita nella precedente analisi intermedia (45% gastrointestinale, 33% intracranica).

Nel Gruppo B, il 93% dei pazienti ha avuto emostasi normale durante l’intervento e il tempo mediano intercorso sino all’ingresso in sala operatoria è stato di 1,6 ore dalla somministrazione di idarucizumab.

Non sono emersi aspetti da segnalare riguardo alla sicurezza da attribuire a idarucizumab. Tutti gli eventi avversi gravi riferiti sono stati giudicati correlati al motivo originario o a co-morbilità, e non alla terapia in studio. Eventi trombotici si sono verificati nel 6,3% (31/494) dei pazienti entro 90 giorni dalla somministrazione di idarucizumab. Circa due terzi di questi pazienti non avevano ricevuto nessun anticoagulante prima dell’evento. La mortalità è stata del 12,3% (Gruppo A) e del 12,4% (Gruppo B) a 30 giorni, e del 18,7% (Gruppo A) e del 18,5% (Gruppo B) a 90 giorni.

Lo studio è in corso da maggio 2014 e prevede l’arruolamento fino a 500 pazienti in oltre 35 Paesi.

I risultati aggiornati sono stati presentati al Congresso 2016 dell’American Heart Association (AHA) a New Orleans, Luisiana.

Idarucizumab

Idarucizumab è un frammento di anticorpo umanizzato, o Fab, sviluppato come farmaco specifico per inattivare l’effetto di dabigatran. Idarucizumab si lega in maniera specifica esclusivamente alle molecole di dabigatran, neutralizzandone l’effetto anticoagulante senza interferire con la cascata della coagulazione.

Idarucizumab è approvato nell’Unione Europea e negli Stati Uniti indicato per pazienti trattati con dabigatran qualora si renda necessario neutralizzarne l’effetto anticoagulante:

  • per procedure urgenti/interventi chirurgici d’emergenza;
  • in caso di sanguinamento non controllato o che possa mettere a rischio la vita del paziente.

In altri Paesi, idarucizumab è attualmente in fase d’esame da parte delle autorità regolatorie o sono in corso gli inoltri delle richieste di registrazione. Boehringer Ingelheim intende richiedere l’autorizzazione all’immissione in commercio per idarucizumab in tutti i Paesi in cui dabigatran è approvato.

Dabigatran etexilato

Dabigatran è un inibitore diretto della trombina (IDT). È stato il primo farmaco di una nuova generazione di anticoagulanti orali ad azione diretta ad essere ampiamente approvato per la prevenzione e il trattamento delle malattie tromboemboliche acute e croniche.

Gli inibitori diretti della trombina ottengono potenti effetti antitrombotici, bloccando in maniera specifica l’attività della trombina, l’enzima centrale nel processo di formazione di coaguli (trombi). A differenza degli antagonisti della vitamina K, che agiscono in maniera variabile tramite i diversi fattori della coagulazione, dabigatran realizza un’anticoagulazione efficace, prevedibile e riproducibile con basso potenziale di interazione con altri farmaci e nessuna interazione con il cibo, senza richiedere il monitoraggio regolare della coagulazione né aggiustamenti di dosaggio.

L’esperienza clinica con dabigatran supera i 5 milioni di anni/paziente per tutte le indicazioni per cui il farmaco è stato approvato nel mondo. Dabigatran è sul mercato da oltre 7 anni ed è approvato in più di 100 Paesi.

Le indicazioni per cui dabigatran è attualmente approvato sono le seguenti:

  • Prevenzione dell’ictus e delle embolie sistemiche in pazienti con fibrillazione atriale non-valvolare e almeno un fattore di rischio per l’ictus;
  • Prevenzione primaria di eventi di tromboembolismo venoso in pazienti che si sottopongono a chirurgia elettiva di sostituzione totale dell’anca o del ginocchio;
  • Trattamento di trombosi venosa profonda (TVP) ed embolia polmonare (EP) e prevenzione delle recidive di TVP ed EP negli adulti.

Dabigatran è l’unico nuovo anticoagulante orale per cui esiste un farmaco approvato che ne inattiva in maniera specifica l’effetto: idarucizumab.

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