I dati real life su omalizumab per l’asma allergico grave (AAG) in 10 anni di impiego ne confermano il profilo di tollerabilità e l’efficacia anche in ambito pediatrico.

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Il farmaco biologico omalizumab per l’asma allergico grave (AAG) compie 10 anni

Omalizumab, farmaco di Novartis, appartiene alla classe degli anticorpi monoclonali anti-IgE (anti-immunoglobuline E). Questo farmaco ha aperto la strada alla terapia biologica nell’Asma Allergico Grave, come ribadito anche nei Congressi “Pneumo Magna Graecia” e “Highlights in Allergy and Respiratory diseases”.

I vantaggi consistenti e clinicamente significativi per la qualità di vita dei pazienti con AAG, pongono il farmaco biologico al centro della scelta terapeutica per coloro che non rispondono ai trattamenti tradizionali (Step 5 Linee Guida GINA – Global INitiative for Asthma).

L’asma allergico grave

L’asma allergico grave è una patologia complessa caratterizzata dalla iperproduzione di immunoglobuline E (IgE) in risposta agli allergeni ambientali (quali acari della polvere, pollini e muffe).

Le linee guida internazionali GINA stabiliscono il raggiungimento del controllo ottimale della patologia quale obiettivo primario nella gestione del paziente. Non controllare questa malattia comporta il persistere dei sintomi e l’insorgere di frequenti riacutizzazioni, che spesso possono causare l’ospedalizzazione e addirittura mettere a rischio la vita stessa del paziente.

La maggior parte dei pazienti con asma grave soffre di asma allergico.

L’asma è un problema mondiale e un consistente onere sociale ed economico per i sistemi sanitari.

Secondo l’OMS oltre 300 milioni di persone soffrono di questa condizione nel mondo; la Global INitiative for Asthma (Gina) stima che in Europa ci siano oltre 30 milioni di asmatici.

Terapia biologica per il trattamento dell’asma allergico grave

«Le immunoglobuline E (IgE) hanno un ruolo molto importante nell’asma allergico grave in quanto sono capaci di influenzare la funzione e, di conseguenza, l’attività di molte cellule comunque coinvolte nella patogenesi della malattia asmatica – afferma Andrea Matucci, dirigente medico del Reparto di Immunologia AOU Careggi di Firenze. – Il futuro del trattamento delle forme gravi di asma è affidato alle terapie biologiche che permettono di ottenere una migliore gestione della malattia e una medicina, per così dire, personalizzata. Omalizumab è l’esempio di farmaco biologico diretto su un “bersaglio” preciso, in questo caso le IgE».

Girolamo Pelaia, professore ordinario di Malattie dell’Apparato Respiratorio e direttore della Scuola di Specializzazione in Malattie dell’Apparato Respiratorio presso l’Università Magna Graecia di Catanzaro, rileva:

«10 anni di impiego dell’anticorpo monoclonale anti-IgE omalizumab nel trattamento dell’asma allergico grave hanno dimostrato che questo farmaco è caratterizzato da un ottimo pattern di tollerabilità e, soprattutto, da un solido profilo di efficacia, confermato negli anni, che ha consentito di rivoluzionare la terapia dell’asma di natura allergica in oltre 100.000 pazienti nel mondo. Il trattamento è in grado di ridurre la frequenza e la gravità delle riacutizzazioni dell’asma, migliorando anche i sintomi respiratori dei pazienti e la loro qualità di vita».

«Questi effetti – continua Girolamo Pelaia – dipendono dalla capacità di omalizumab di legarsi specificamente alle IgE umane, formando così degli immuno-complessi che impediscono alle IgE di attivare i loro recettori ad alta e bassa affinità, espressi dalle cellule immuno-flogistiche quali mastociti, basofili, eosinofili, cellule dendritiche e linfociti B. Poichè a livello delle vie aeree i recettori per le IgE sono presenti anche sulle cellule strutturali come le cellule epiteliali bronchiali e le fibrocellule muscolari lisce, omalizumab può modulare gli eventi strutturali relativi al rimodellamento della parete bronchiale, con possibili riflessi positivi sulla storia naturale dell’asma».

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