Per ogni euro speso in integratori di fitosteroli il Sistema Sanitario ne risparmierebbe 4,37.

Ad affermarlo è l’ultimo report pubblicato da Frost&Sullivan, promosso da Food Supplement Europe, l’organo che racchiude associazioni e aziende nel settore degli integratori alimentari in Europa e che si propone di assicurare che normative e politiche riflettano il bisogno di salute dei consumatori.

Mezzo miliardo di euro il risparmio stimato per il SSN, grazie all’efficacia dei fitosteroli nella prevenzione cardiovascolare

L’indagine

I ricercatori hanno analizzato le metanalisi di 124 studi clinici per valutare l’efficacia dell’integrazione con 1,7 g/die di fitosteroli nel ridurre il rischio cardiovascolare attraverso la riduzione del colesterolo LDL in una popolazione a rischio affetta da ipercolesterolemia (+55 anni).

In Europa le persone con ipercolesterolemia grave superano i 31 milioni (il 20% è italiano) e presentano un rischio di ospedalizzazione per eventi cardiovascolari pari al 24,3%. Il costo per la gestione degli eventi cardiovascolari nei prossimi 5 anni supererà l’1,3 miliardi (34 mila per evento).

È noto che il rischio di eventi cardiovascolari diminuisce del 26,6% per ogni 1mmol/L di riduzione del colesterolo LDL.

I risultati

La supplementazione di 1,7 g/die di fitosteroli sembra ridurre i livelli di colesterolo di 0,372 mmol/L e pertanto si stima una riduzione del rischio di ricovero per evento cardiovascolare del 2,3%. Il risvolto economico di questo intervento dovrebbe portare a un risparmio annuo di 5,3 miliardi, che al netto del costo degli integratori diventa 4,1 miliardi di euro per l’EU. Considerando solo l’Italia il risparmio annuo che si può ottenere con la supplementazione di fitosteroli raggiunge i 559 milioni di euro, 402 al netto del costo dell’integratore.

In estrema sintesi, per ogni 1 euro speso in fitosteroli il SSN italiano risparmierebbe 4,37 euro (3,6 euro netti, base dati 2015).

Puoi consultare la sintesi dello studio scaricando l’infografica

Anche gli Omega-3 possono far risparmio riducendo il rischio cardiovascolare

Che gli integratori possano far risparmiare il SSN non è una novità assoluta.

Alla stessa conclusione erano già giunti i ricercatori della Frost&Sullivan un anno fa, quando dall’analisi di 18 studi clinici avevano evidenziato come la supplementazione quotidiana con 1g/die Omega 3 EPA +DHA in una popolazione a rischio cardiovascolare consentirebbe un risparmio di oltre 1,3 miliardi ogni anno (più di 720 milioni di euro/anno al netto del costo dell’integratore).

Per ogni 1 euro speso per un integratore Omega-3 il SSN potrebbe risparmiare 2,29 euro.

Per maggiori dettagli leggi l’articolo Omega-3 e colesterolo. Gli integratori fanno risparmiare il SSN?

Da ipotesi a realtà, per il “salto” servono studi clinici

I risultati di queste analisi dimostrano come l’integrazione mirata possa ridurre i costi sanitari attraverso la prevenzione dell’insorgenza delle malattie e quindi concorrere alla sostenibilità del SSN sollecitato dalla crescente domanda di salute conseguente all’invecchiamento della popolazione.

“Perché il vantaggio diventi realtà è necessario che il SSN riconosca gli integratori come un efficace strumento di prevenzione e quindi i professionisti della salute li suggeriscano e prescrivano”, ha dichiarato Anna Paonessa nell’ambito del Nutraceutica Forum svoltosi a Milano il 15 giugno.

“Per essere riconosciuti dal SSN abbiamo bisogno di studi che dimostrino l’efficacia di questi prodotti e le loro potenzialità economiche. Servono quindi studi di nutrieconomia, simili a quelli che si conducono nel farmaceutico. Abbiamo bisogno di studi di buona qualità non solo finalizzati a ottenere il riconoscimento da parte di Efsa per l’indicazione salutistica da vantare in etichetta, ma anche la prescrivibilità sistematica nella popolazione a rischio” ha precisato Giorgio Colombo dell’Università di Pavia.