Dati di sicurezza ed efficacia su Bictegravir con FTC/TAF per l’HIV dimostrano la non-inferiorità statistica del regime contenente bictegravir rispetto a quelli contenenti dolutegravir.

Il regime sperimentale non ha dimostrato resistenze al trattamento per le 48 settimane di durata degli studi.

Gilead annuncia i risultati di fase III sull’associazione sperimentale a dose fissa di bictegravir, emtricitabina e tenofovir alafenamide per l’HIV

Gilead Sciences annuncia i risultati a 48 settimane di due studi che hanno valutato l’efficacia e la sicurezza di un’associazione a dose fissa di bictegravir (BIC) ed emtricitabina/tenofovir alafenamide (FTC/TAF), un backbone a duplice NRTI, per il trattamento dell’infezione da HIV-1 negli adulti naïve al trattamento.

Negli studi, tuttora in corso, BIC/FTC/TAF è risultato essere statisticamente non inferiore ai regimi contenenti dolutegravir (DTG) in combinazione con un backbone a duplice NRTI.

I dati sono stati presentati in due sessioni del 9o Congresso IAS a Parigi e saranno utilizzati per la registrazione in USA ed Europa.

Oltre agli studi 1489 e 1490, delle domande di registrazione presentate negli Stati Uniti e nella UE fanno parte anche i dati a 48 settimane provenienti da altri due studi in corso, che stanno valutando BIC/FTC/TAF in pazienti adulti virologicamente soppressi (Studi 1844 e 1878).

«I medici sono alla continua ricerca di regimi di trattamento caratterizzati da un dosaggio semplice e pratico, in grado di sostenere la soppressione virologica a fronte di un profilo di sicurezza adeguato per la maggior parte dei pazienti affetti da HIV – ha affermato Joel Gallant, MD, MPH, Direttore medico degli Specialty Services presso il Southwest CARE Center di Santa Fe (N.M.) e primo autore dello Studio 1489. – Le associazioni di un inibitore dell’integrasi con un backbone a duplice NRTI sono diventate uno standard terapeutico per il trattamento iniziale dell’HIV. Nel corso degli studi clinici, il regime sperimentale con BIC/FTC/TAF è stato ben tollerato, con bassi tassi di interruzioni dovute a eventi avversi, un’elevata barriera alla resistenza e poche interazioni farmacologiche».

«Questi dati confermano il profilo di sicurezza ed efficacia che abbiamo costantemente osservato in altri studi di valutazione dei regimi basati sull’associazione FTC/TAF – ha dichiarato Paul Sax, MD, direttore clinico della Divisione malattie infettive del Brigham and Women’s Hospital di Boston, Professore di medicina presso la Harvard Medical School e primo autore dello Studio 1490. – Questi risultati indicano che la combinazione di bictegravir con FTC/TAF ha il potenziale per essere adatta a una vasta gamma di pazienti affetti da HIV, inclusi quelli con compromissione renale da lieve a moderata».

«I risultati di Fase III presentati alla Conferenza IAS 2017 dimostrano che la combinazione a singola compressa di bictegravir con il backbone FTC/TAF può rappresentare un’importante novità come triplice terapia per il trattamento dell’HIV – ha dichiarato Norbert W. Bischofberger, PhD, vice presidente esecutivo della divisione R&D e Chief Scientific Officer di Gilead. – Questi dati provenienti dai pazienti naïve al trattamento, insieme a quelli di due ulteriori studi clinici di Fase III condotti in pazienti con esperienza di trattamento, hanno costituito la base delle domande di registrazione che abbiamo inoltrato negli Stati Uniti e nell’Unione Europea».

Studi su bictegravir con FTC/TAF per l’HIV

I due studi di Fase III 1489 e 1490 hanno valutato l’efficacia e la sicurezza di un’associazione a dose fissa di bictegravir (50 mg) (BIC) ed emtricitabina/tenofovir alafenamide (200/25 mg) (FTC/TAF), un backbone a duplice NRTI, per il trattamento dell’infezione da HIV-1 negli adulti naïve al trattamento.

A 48 settimane BIC/FTC/TAF è risultato essere statisticamente non inferiore ai regimi contenenti dolutegravir (50 mg) (DTG) in combinazione con un backbone a duplice NRTI.

Studio 1489 su bictegravir con FTC/TAF per l’HIV-1 vs abacavir/dolutegravir/lamivudina

Nello studio 1489, 629 adulti con HIV naïve al trattamento sono stati randomizzati 1:1 a ricevere BIC/FTC/TAF o abacavir/dolutegravir/lamivudina (600/50/300 mg) (ABC/DTG/3TC). Alla settimana 48, il 92,4% (n = 290/314) dei pazienti che assumevano BIC/FTC/TAF e il 93,0% (n = 293/315) di quelli che assumevano ABC/DTG/3TC ha raggiunto l’endpoint primario, costituito da livelli di RNA HIV-1 <50 copie/ml (differenza: -0,6%; IC95%: da -4,8% a 3,6%; p = 0,78).

Un’analisi separata ha studiato l’effetto dei due regimi sulle variazioni della densità minerale ossea (BMD, bone mineral density) e dei parametri di funzionalità renale. Le variazioni medie percentuali di BMD rispetto al basale alla settimana 48 sono state:

  • -0,83% per BIC/FTC/TAF contro -0,60% per ABC/DTG/3TC (p = 0,39) nella colonna lombare,
  • -0,78% per BIC/FTC/TAF contro -1,02% per ABC/DTG/3TC (p = 0,23) nell’anca.

Non sono state rilevate differenze tra i trattamenti per quanto riguarda le variazioni dal basale alla settimana 48 della velocità stimata di filtrazione glomerulare (eGFR, estimated glomerular filtration rate) o della proteinuria.

Le variazioni lipidiche non sono state significativamente diverse tra i due bracci.

Nessun paziente randomizzato in alcuno dei due bracci ha sviluppato resistenza emergente dal trattamento.

Le interruzioni dovute a eventi avversi sono state poche in entrambi i gruppi: 0,0% (n=0) per BIC/FTC/TAF contro 1,3% (n=4) per ABC/DTG/3TC.

Gli eventi avversi (di qualsiasi grado) più comuni sono stati:

  • nausea (10% per BIC/FTC/TAF contro 23% per ABC/DTG/3TC),
  • diarrea (13% contro 13%),
  • mal di testa (11% contro 14%).

Lo studio 1490 su bictegravir con FTC/TAF per l’HIV-1 vs DTG+FTC/TAF

Nello studio 1490, 645 adulti con HIV naïve al trattamento sono stati randomizzati 1:1 a ricevere BIC/FTC/TAF o DTG+FTC/TAF.

Alla settimana 48, l’89,4% (n = 286/320) dei pazienti che assumevano BIC/FTC/TAF e il 92,9% (n = 302/325) di quelli che assumevano DTG+FTC/TAF ha raggiunto l’endpoint primario, costituito da livelli di RNA HIV-1 <50 copie/mL (differenza: -3,5%; IC95%: da -7,9% a 1,0%; p = 0,12).

Nessun paziente in alcun braccio di trattamento ha sviluppato resistenza ad alcuno dei farmaci di studio.

Le variazioni lipidiche non sono state significativamente diverse tra i due bracci. Non si sono verificate interruzioni per cause renali né casi di tubulopatia renale prossimale.

Le interruzioni dovute a eventi avversi sono state poche in entrambi i bracci di trattamento: 1,6% (n=5) per BIC/FTC/TAF contro <1,0% (n=1) per DTG+FTC/TAF.

Gli eventi avversi (di qualsiasi grado) più comuni sono stati:

  • mal di testa (13% per BIC/FTC/TAF contro 12% per DTG+FTC/TAF),
  • diarrea (12% contro 12%).

Bictegravir

Bictegravir è un nuovo inibitore sperimentale dell’attività di strand transfer dell’integrasi (INSTI). In combinazione con FTC/TAF come regime a singola compressa è un trattamento sperimentale, la cui sicurezza o efficacia non è stata stabilita. Infatti, non è ancora approvato in alcun Paese.

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