Cemiplimab per il carcinoma cutaneo a cellule squamose avanzato (CSCC) ha dimostrato solidi effetti antitumorali nei due studi registrativi pubblicati su New England Journal of Medicine e presentati al Congresso annuale dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO).

Cemiplimab per il carcinoma cutaneo a cellule squamose avanzato (CSCC) ha dimostrato solidi effetti antitumorali in due studi registrativi

    Cemiplimab per il carcinoma cutaneo a cellule squamose avanzato ha dimostrato solidi effetti antitumorali in due studi registrativi

Il dossier di registrazione per cemiplimab è in revisione dalle autorità regolatorie nell’Unione Europea e negli Stati Uniti.

Il carcinoma cutaneo a cellule squamose avanzato è il tumore della pelle con il più alto tasso di mortalità dopo il melanoma. Comprende sia il CSCC localmente avanzato non asportabile chirurgicamente, sia il CSCC metastatico. Se il carcinoma cutaneo a cellule squamose è diagnosticato precocemente ha una prognosi favorevole, ma può rivelarsi complesso da trattare efficacemente in fase avanzata e avere un forte impatto sulla qualità di vita di chi ne è affetto man mano che la malattia progredisce.

Attualmente non vi sono terapie approvate dall’EMA o dall’FDA per pazienti con CSCC metastatico o con CSCC localmente avanzato che non sono candidabili alla chirurgia.

«I solidi risultati dimostrati da cemiplimab sono particolarmente rilevanti in considerazione della gravità del CSCC avanzato e del fatto che al momento non esistono opzioni terapeutiche disponibili e approvate per i casi in cui la chirurgia non rappresenti più un approccio possibile – afferma Michael R. Migden, MD, co-autore della pubblicazione e professore associato nei Dipartimenti di Dermatologia e di Chirurgia testa-collo al MD Anderson Cancer Center. –  I tumori CSCC avanzati hanno dimostrato di rispondere al trattamento con cemiplimab sia nella forma metastatica sia in quella localmente avanzata, con risultati clinicamente significativi e coerenti tra gli studi di fase I e fase II».

«I risultati presentati al Congresso ASCO mostrano l’efficacia di cemiplimab nel carcinoma cutaneo a cellule squamose avanzato, con effetti che durano nel tempo –  commenta Paolo Ascierto, direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Nazionale Tumori Fondazione G. Pascale di Napoli. – Si tratta del più ampio set di dati in questa patologia, significativo anche rispetto al profilo di tollerabilità di questo immuno-terapico, un aspetto particolarmente importante, in considerazione dell’età avanzata dei pazienti e della presenza di altre patologie concomitanti».

Risultati su cemiplimab per il carcinoma cutaneo a cellule squamose

I dati pubblicati sul NEJM e presentati all’ASCO, confermati dalla revisione centralizzata indipendente, includono lo studio clinico di fase II EMPOWER-CSCC-1 e coorti di espansione dello studio di fase I nel CSCC.

Questi risultati sono alla base del dossier registrativo di cemiplimab come potenziale trattamento per il CSCC avanzato. Il dossier è stato recentemente accettato per revisione con procedura prioritaria da parte della Food and Drug Administration (FDA) statunitense e per revisione da parte dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA).

Studio EMPOWER-CSCC-1

Nei pazienti trattati con cemiplimab si è registrato un tasso di risposta del 47,5% (28 pazienti su 59, incluse 4 risposte complete e 24 risposte parziali [PRs]) con un tempo mediano di risposta osservato pari a 2 mesi, alla data di cut-off per l’analisi dei dati.

Il tasso di controllo a lungo termine della malattia, definito come la percentuale di pazienti senza progressione della malattia per almeno 105 giorni, è stato del 61% (36 pazienti su 59).

La durata mediana della risposta, la sopravvivenza mediana libera da progressione e la sopravvivenza globale mediana non sono state raggiunte alla data di cut-off per l’analisi dei dati (durata mediana del follow-up per tutti i pazienti: 8 mesi).

Dei pazienti che hanno risposto al trattamento, l’82% ha continuato a rispondere e ha proseguito il trattamento con cemiplimab.

La probabilità stimata di malattia libera da progressione a 12 mesi era del 52,5%; la probabilità di sopravvivenza stimata a 12 mesi era dell’81%.

Gli eventi avversi più comuni durante il trattamento sono stati:

  • diarrea (27%),
  • fatigue (24%),
  • nausea (17%),
  • stitichezza (15%),
  • rash (15%).

Eventi avversi di grado 3 o superiore (indipendentemente dalla correlazione con il trattamento), sono stati riportati in 25 pazienti (42%), di cui sette (12%) sono stati considerati correlati. Tre pazienti (5%) hanno presentato eventi avversi con esito fatale; tuttavia, nessuno è stato considerato correlato al trattamento.

I dati si riferiscono a 59 pazienti con CSCC metastatico che hanno ricevuto cemiplimab (3 mg / kg ogni 2 settimane) per un massimo di 96 settimane.

Coorti di espansione dello studio di fase I nel CSCC

I pazienti trattati con cemiplimab hanno mostrato un tasso di risposta del 50% (13 su 26 pazienti, tutti con risposta parziale) con un tempo mediano di risposta di 2 mesi alla data di cut-off per l’analisi dei dati.

Il tasso di controllo della malattia a lungo termine è stato del 65% (17 pazienti su 26). La durata mediana della risposta non è stata raggiunta alla data di cut-off per l’analisi dei dati (durata mediana del follow-up per tutti i pazienti: 11 mesi).

Gli eventi avversi più comuni di qualsiasi grado durante il trattamento sono stati:

  • fatigue (27%),
  • costipazione,
  • diminuzione dell’appetito,
  • diarrea,
  • ipercalcemia,
  • ipofosfatemia,
  • nausea,
  • infezione del tratto urinario.

Eventi avversi di grado 3 o superiore, indipendentemente dalla correlazione al trattamento, sono stati riportati in 12 pazienti (46%). Di questi 5 (19%) sono stati considerati correlati. Due pazienti (8%) hanno avuto eventi avversi correlati al trattamento che hanno portato all’interruzione dello stesso.

I dati si riferiscono a 26 pazienti con CSCC avanzato che hanno partecipato a due coorti di espansione dello studio di fase I, trattati con cemiplimab (3 mg / kg ogni 2 settimane) per 48 settimane. I pazienti avevano CSCC metastatico o CSCC localmente avanzato non asportabile chirurgicamente.

Cemiplimab

Cemiplimab è un anticorpo monoclonale sperimentale completamente umano che si lega all’inibitore del checkpoint immunitario PD-1 (proteina 1 di morte cellulare programmata). È sviluppato congiuntamente da Sanofi e Regeneron sulla base di un accordo di collaborazione a livello mondiale.

Oltre che nel CSCC, cemiplimab è attualmente in sperimentazione in studi clinici registrativi nei carcinomi:

  • polmonare non a piccole cellule,
  • basocellulare,
  • del collo dell’utero.

Inoltre è in studi esplorativi nei:

  • carcinoma a cellule squamose del testa-collo,
  • melanoma,
  • carcinoma colorettale,
  • cancro alla prostata,
  • mieloma multiplo,
  • linfoma di Hodgkin,
  • linfoma non-Hodgkin.

Cemiplimab è attualmente in sviluppo clinico. La sua sicurezza ed efficacia non sono state ancora pienamente valutate da nessuna autorità regolatoria.

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