Edoardo V. Savarino, del Dipartimento di chirurgia, oncologia e gastroenterologia dell’Università di Padova, membro del Consiglio direttivo della Società Italiana i Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva (Sige) spiega che la FDA ha approvato  tofacitinib per la colite ulceosa ad attività moderata e severa. È la prima molecola orale autorizzata per uso cronico in questa indicazione.

La FDA ha approvato tofacitinib per la colite ad attività moderata e severa. È la prima molecola orale autorizzata per uso cronico in questa indicazione
La FDA ha approvato tofacitinib per la colite ad attività moderata e severa. È la prima molecola orale autorizzata per uso cronico in questa indicazione

La Food and Drug Administration (FDA) americana ha approvato l’utilizzo di tofacitinib nei soggetti adulti con colite ulcerosa ad attività moderata-severa. Negli Stati Uniti, quindi, viene ampliata l’attuale indicazione, cioè il trattamento dei pazienti con artrite reumatoide (dal 2012) e artrite psoriasica (dal 2017). Si tratta di un’importante novità perché tofacitinib rappresenta oggi la prima molecola orale autorizzata per uso cronico in questa indicazione, mentre gli altri farmaci approvati dalla FDA per la colite ulcerosa moderata-severa prevedono una somministrazione endovenosa o sottocutanea.

L’uso di tofacitinib non è consigliato in combinazione con altre terapie biologiche per la colite ulcerosa né con altri potenti immunosoppressori quali l’azatioprina, la 6-mercaptopurina e la ciclosporina per il verosimile potenziale sviluppo di effetti collaterali seri, non anocora adeguatamente studiato.

Studi clinici su tofacitinib per la colite ulceosa

L’efficacia di tofacitinib per il trattamento dei soggetti adulti con colite ulcerosa ad attività moderata-severa è stata dimostrata in tre studi clinici che hanno valutato sia la capacità del farmaco di indurre la remissione di malattia sia la sua azione nel mantenerla a lungo temine (lo studio OCTAVE,  del programma di sviluppo clinico del farmaco Oral Clinical Trials for tofAcitinib in ulceratiVE colitis). Tali studi sono anche stati pubblicati sul New England Journal of Medicine nel maggio 2017. Nei due studi di induzione, controllati con placebo, (OCTAVE Induction 1, OCTAVE Induction 2) è stato evidenziato come il farmaco alla dose di 10 mg, somministrato per via orale due volte al giorno, è stato capace di indurre la remissione di malattia nel 17-18% dei pazienti entro l’ottava settimana di trattamento.

In un altro studio, sempre controllato con placebo, (OCTAVE Sustain) in pazienti che avevano già raggiunto la risposta clinica entro l’ottava settimana, alla dose di 5 mg o 10 mg sempre due volte al giorno, il farmaco è stato in grado di indurre la remissione di malattia entro la 52esima settimana rispettivamente nel 34% e 41% dei pazienti. Infine, tra i pazienti che avevano ottenuto la remissione di malattia dopo 8 settimane di trattamento, il 35% e il 47% dei soggetti sono riusciti a mantenere la remissione di malattia libera da steroide in trattamento con 5 mg e 10 mg di tofacitinib, rispettivamente.

Dati di sicurezza di tofacitinib per la colite ulceosa

Anche in termini di sicurezza il farmaco ha dato buoni risultati, in quanto sia dallo studio di mantenimento a 52 settimane sia in quello in aperto a lungo termine (OCTAVE open), gli effetti collaterali registrati sono risultati limitati e hanno compreso:

  • diarrea,
  • aumento del livelli di colesterolo,
  • emicrania,
  • sviluppo di infezione da herpes zoster,
  • incremento della creatin-fosfochinasi plasmatica,
  • rinofaringite (raffreddore),
  • eruzioni cutanee,
  • aumento delle infezioni del tratto respiratorio superiore (bronchiti, faringiti).

Gli eventi avversi seri, sicuramente più rari, sono stati:

  • sviluppo di cancro (linfomi e neoplasie cutanee),
  • perforazioni gastrointestinali (in pazienti che assumevano steroidi come terapia concomitante),
  • infezioni gravi come quelle opportunistiche.

Per tale ragione la prescrizione del farmaco deve quindi essere attentamente valutata se non controindicata nei pazienti con infezioni severe e neoplasie.

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