Nel corso del Congresso ASH (American Society of Hematology, abstract #2967) sono stati presentati i dati di efficacia e sicurezza dello studio registrativo ZUMA-1 condotto con axicabtagene ciloleucel (Axi-cel) in pazienti adulti con linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL, diffuse large B-cell lymphoma) e con linfoma primitivo del mediastino a grandi cellule B (PMBCL, primary mediastinal B-cell lymphoma) entrambi recidivanti o refrattari.

Sono stati presentati i risultati a due anni dello studio ZUMA-1 sulla terapia Car-T di Gilead nei pazienti adulti con linfoma a grandi cellule B recidivante o refrattario e con linfoma primitivo del mediastino a grandi cellule B recidivante o refrattario. Nel corso dello studio, il 39% dei pazienti ha avuto una risposta continua due anni dopo una singola infusione di Axi-cel; la sopravvivenza globale mediana non è stata raggiunta

Con un follow-up minimo di due anni dopo una singola infusione di axicabtagene ciloleucel (follow-up mediano di 27,1 mesi), il 39% dei pazienti ha avuto una risposta continuaQuesta analisi, aggiornata con almeno 24 mesi di follow-up, è stata contemporaneamente pubblicata su The Lancet Oncology.

A due anni, la miglior risposta obiettiva tramite valutazione dello sperimentatore (n = 101) ha dimostrato un tasso di risposta globale (ORR, overall response rate) dell’83%, con il 58% dei pazienti che ha ottenuto una risposta completa (CR, complete response). Con un follow-up mediano di 27,1 mesi, il 39% dei pazienti ha mantenuto la risposta, incluso il 37% dei pazienti con CR. Il 93% dei pazienti con risposta continua a 12 mesi ha mantenuto tale risposta a 24 mesi.

La durata mediana della risposta è stata di 11,1 mesi; la durata mediana della risposta completa non è stata raggiunta. La sopravvivenza globale mediana non è stata raggiunta.

«Con tumori aggressivi come il linfoma a grandi cellule B refrattario, l’obiettivo principale è quello di prolungare la vita dei pazienti mantenendo una qualità di vita il più alta possibile – dichiara Paolo Corradini, direttore del Dipartimento di Ematologia e Onco-ematologia pediatrica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e presidente della Società Italiana di Ematologia. – I risultati presentati qui a San Diego dello studio ZUMA-1 sono molto incoraggianti perché la durata delle risposte complete dei pazienti con un maggiore follow-up ci fa pensare per la prima volta che alcuni pazienti possano essere guariti e inoltre non sono state segnalate tossicità tardive inaspettate».

Nell’analisi dei dati a due anni (n = 108), sono stati osservati sindrome da rilascio di citochine di grado 3 o superiore ed eventi neurologici rispettivamente nell’11% e nel 32% dei pazienti, e tali effetti sono stati in genere reversibili. Altre reazioni avverse comuni di grado 3 o superiore includono encefalopatia, infezione da patogeno non specificato, infezione batterica, afasia, infezione virale, delirio, ipotensione e ipertensione.

Vi sono stati cinque eventi avversi gravi a insorgenza tardiva (verificatisi dopo il precedente cut-off dei dati dell’11 agosto 2017), nessuno dei quali era correlato ad axicabtagene ciloleucel. Dall’analisi a un anno non si è verificata alcuna nuova sindrome da rilascio di citochine correlata a axicabtagene ciloleucel, né alcun evento neurologico o decesso correlato ad axicabtagene ciloleucel.

Autorizzazioni di axicabtagene ciloleucel

Nell’agosto 2018, axicabtagene ciloleucel ha ricevuto dalla Commissione europea l’Autorizzazione all’Immissione in Commercio per il trattamento di pazienti adulti con linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL, diffuse large B-cell lymphoma) e con linfoma primitivo del mediastino a grandi cellule B (PMBCL, primary mediastinal B-cell lymphoma) entrambi recidivanti o refrattari, dopo due o più linee di terapia sistemica.

Axicabtagene ciloleucel è stato approvato dalla US Food and Drug Administration nell’ottobre 2017.

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