Il CHMP dell’EMA ha rilasciato parere positivo, raccomandando il lusutrombopag per il trattamento della trombocitopenia grave nei pazienti adulti con epatopatia cronica che necessitano di procedure invasive.

La raccomandazione del lusutrombopag da parte del CHMP si fonda su due studi fondamentali clinici randomizzati in fase III, L-PLUS1 e L-PLUS2. Questi studi hanno fornito prova dei termini di efficacia, dimostrando superiorità rispetto a placebo. Una maggiore percentuale di pazienti trattati con lusutrombopag non ha avuto necessità di una trasfusione di piastrine prima della procedura invasiva o di una terapia di salvataggio per sanguinamento nella settimana successiva all’intervento.

Lusutrombopag per la trombocitopenia nei pazienti con epatopatia cronica
Lusutrombopag per la trombocitopenia nei pazienti con epatopatia cronica riceve il parere positivo dal CHMP dell’EMA

Shionogi & Co. ha annunciato che il Committee for Medicinal Products for Human Use (Comitato per i prodotti medicinali ad uso umano – CHMP) della European Medicines Agency (EMA – Agenzia Europea del Farmaco) ha rilasciato un parere positivo raccomandando l’autorizzazione all’immissione in commercio del lusutrombopag (S-888711) per il trattamento della trombocitopenia grave nei pazienti adulti con epatopatia cronica (CLD) che necessitano di procedure invasive.

Nell’accogliere l’annuncio, John Keller, Chief Executive Officer di Shionogi Europa, ha affermato:

«Questa opinione positiva del CHMP rappresenta un traguardo importante per tutti coloro che sono affetti da malattia epatica cronica in Europa, offrendo una possibilità di trattamento ben tollerata ed efficace nei casi di trombocitopenia grave per la gestione di procedure invasive. Un passo in avanti verso questi pazienti».

La domanda di autorizzazione all’immissione in commercio per lusutrombopag si basa su due fondamentali studi clinici randomizzati di fase III, L-PLUS1 e L-PLUS2, nei quali 312 pazienti affetti da CLD, trombocitopenia grave con un numero di piastrine <50,000/µl ed eleggibili ad una procedura invasiva, hanno ricevuto o lusutrombopag o placebo una volta al giorno per sette giorni.

Risultati degli studi L-PLUS1 e L-PLUS2 su lusutrombopag per la trombocitopenia nei pazienti con epatopatia cronica

Lusutrombopag ha raggiunto gli obiettivi primari e secondari con risultati statisticamente significativi.

Durante lo studio L-PLUS1, il 75,5% (38/49) dei pazienti cui è stato somministrato lusutrombopag non ha avuto necessità di una trasfusione di piastrine prima della principale procedura invasiva o di una terapia di salvataggio per sanguinamento nella settimana post-intervento, rispetto al 12,5% (6/48) che ha assunto placebo (P<0,0001).

Durante lo studio L-PLUS2, il 64,8% (70/108) dei pazienti trattati con lusutrombopag non ha avuto necessità di trasfusione di piastrine prima della procedura invasiva principale o terapia di salvataggio per sanguinamento nella settimana post-intervento, contro il 29% (31/107) dei pazienti trattati con placebo (P< 0,0001).

Le reazioni avverse più comuni sono state emicrania, nausea, trombosi venosa portale ed eruzioni cutanee; la frequenza della trombosi venosa portale è risultata comparabile fra i gruppi sottoposti ai due diversi trattamenti, lusutrombopag e placebo.

Lusutrombopag

Lusutrombopag è un piccolo agonista molecolare del recettore della trombopoietina umana che attiva la produzione di piastrine endogene, da assumere per via orale una compressa al giorno per sette giorni.

È già approvato negli Stati Uniti e in Giappone.

La UK Medicines and Healthcare Products Regulatory Agency – MHRA, agenzia regolatoria inglese dei farmaci, ha riconosciuto il Promising Innovative Medicine Designation (PIM), confermandone il potenziale per i pazienti con CLD e con trombocitopenia grave sottoposti a procedure invasive.

La trombocitopenia nella malattia cronica di fegato (Chronic Liver Disease)

La trombocitopenia è una delle complicazioni comuni della malattia cronica di fegato (CLD) e può essere causata da numerosi meccanismi, inclusi il sequestro splenico e la ridotta produzione di trombopoietina.  È la complicazione ematologica più comune nella CLD, manifestandosi in più del 78% dei pazienti affetti dalla malattia. La trombocitopenia grave è meno comune e si presenta nell’11% dei pazienti. Nei pazienti con trombocitopenia grave che richiedono una procedura invasiva elettiva esiste un aumentato rischio di sanguinamento e conseguente necessità di copertura piastrinica, che attualmente avviene attraverso trasfusioni di concentrati piastrinici.

Oltre ad aggravare il sanguinamento traumatico o post-operatorio, la trombocitopenia, ed in particolare quella grave, potrebbe complicare significativamente le procedure standard di diagnosi e cura del paziente, come la biopsia epatica e procedure mediche indicate o elettive per pazienti cirrotici, con il risultato di un trattamento tardivo o annullato.

I dati dimostrano che il costo annuale per l’assistenza sanitaria di un paziente affetto da trombocitopenia è più di tre volte maggiore rispetto a quello per un paziente con CLD senza trombocitopenia.