Roche rivede radicalmente le proprie modalità di collaborazione con medici, strutture ospedaliere, enti di ricerca e associazioni di pazienti, introducendo meccanismi di valutazione dei rapporti gestiti da commissioni esterne indipendenti di comprovata competenza. Obiettivo dell’iniziativa è sgombrare il campo dai pregiudizi che inesorabilmente accompagnano le interazioni tra aziende farmaceutiche e stakeholder.

«Bisogna prendere coscienza che, in sanità, la condizione di conflitto di interessi è fisiologica e ineliminabile – afferma Maurizio de Cicco, presidente e amministratore delegato Roche SpA – è importante imparare a gestirla in modo maturo e farla evolvere verso un concetto più appropriato di comunione di interessi».

Il progetto

“La Roche che vorrei” è un progetto che segna il cambio di passo nella gestione dei trasferimenti di valore verso tutto il settore. Alla presentazione del 2 luglio a Milano, sono intervenuti, oltre a de Cicco, Carlo Cottarelli – presidente dell’Osservatorio conti pubblici, Nino Cartabellotta – presidente Fondazione GIMBE e Michele Tesoro-Tess – amministratore delegato Reputation Institute Italia e Svizzera.

Le principali aree di intervento dell’iniziativa sono tre:

  • donazioni
  • incarichi di consulenza
  • partecipazione ad eventi e congressi

Donazioni

A partire da quest’anno, le donazioni saranno gestite tramite bandi e le richieste verranno valutate da commissioni esterne indipendenti. Roche ha deciso di dedicare alle liberalità circa 3 milioni di euro che verranno assegnati a:

  • progetti di ricerca indipendenti (“Roche per la Ricerca”) rivolti a giovani ricercatori under 40 valutati dalla prestigiosa rivista internazionale Nature
  • progetti promossi da associazioni di pazienti e valutati dalla Fondazione Sodalitas
  • servizi per i pazienti promossi da strutture ospedaliere, valutati dalla Fondazione Sodalitas
  • figure professionali (data manager, infermieri di ricerca ecc.) selezionati da Fondazione GIMBE

Incarichi di consulenza

Roche conferirà gli incarichi di consulenza agli operatori sanitari solo previa autorizzazione da parte dell’ente da cui dipendono. Solo se la regolamentazione interna dell’ente lo prevede, sarà possibile sottoscrivere il contratto direttamente con l’operatore sanitario ma, in ogni caso, Roche trasmetterà preventivamente una “informativa di conferimento incarico” all’ente di appartenenza.

Partecipazione a Eventi e Congressi

Con il progetto “La Roche che Vorrei” l’azienda ha deciso di fare un passo ulteriore rispetto alle regole e limitazioni già attive, rinunciando, a partire dal 1° gennaio 2020, a invitare direttamente gli operatori sanitari a eventi ECM o a congressi scientifici e rimettendo la scelta dei partecipanti agli enti di appartenenza dei clinici.

Il nuovo ruolo delle aziende farmaceutiche

Questa inizativa si inserisce in un contesto generale che ha visto mutare profondamente il rapporto tra clienti e aziende. I nuovi modelli di influenza che si stanno affermando, ha spiegato Michele Tesoro-Tess, non prevedono più un approccio top-down ma richiedono che l’azienda presenti una propria personalità, un corporate character che permetta ai clienti di immedesimarsi.

Mentre nel 1993 il 60% della reputazione delle aziende era basata su informazioni finanziarie, nel 2012 questo fattore pesava già meno del 10%. Ora conta di più come un’azienda si comporta, particolarmente sui temi sociali ed etici.

«Oggi l’azienda farmaceutica ha un ruolo sociale», conferma Nino Cartabellotta spiegando che l’azienda deve diventare proativa e assumersi la responsabilità di superare anche le regole esistenti, soprattutto in tema di trasparenza. «Con il progetto “La Roche che vorrei” l’Azienda ha portato numerose proposte rilevanti per migliorare la trasparenza a esclusivo beneficio del rapporto di fiducia che dall’industria, attraverso professionisti e organizzazioni sanitarie, arriva direttamente ai pazienti».

«La trasparenza è una questione fondamentale – ha concluso Carlo Cottarelli – penso che iniziative come questa, che introducono nuovi codici di condotta, basati sulla trasparenza e sulla terziarietà siano indispensabili per migliorare la percezione dell’equità del sistema da parte del cittadino, cioè dell’utente dei servizi sanitari».