Umibecestat, chiamato anche CNP520, è un farmaco sperimentale oggetto di studio contro il morbo di Alzheimer. Il medicamento, indagato dalle case farmaceutiche Amgen e Novartis nell’ambito dell’ Alzheimer’s Prevention Initiative Generation Programme, è un inibitore dell’enzima BACE. Purtroppo le due società hanno deciso di sospendere i due trial di fase II/III perchè i risultati non sono buoni.

Lo studio

Lo studio in corso aveva come obiettivo quello di valutare l’efficacia e la sicurezza del prodotto con il fine di prevenire o comunque ritardare l’insorgenza della malattia degenerativa in soggetti ad alto rischio. I risultati ottenuti fino al momento dello stop saranno comunque presentati in un’opportuna sede scientifica, ha affermato Novartis.

Una valutazione di dati durante una revisione regolare pre-pianificata ha identificato un peggioramento in alcune misure della funzione cognitiva. Gli sponsor hanno concluso che il beneficio potenziale per i partecipanti agli studi non ha superato il rischio”. Questa la dichiarazione delle due compagnie farmaceutiche.

Umibecestat

Umibecestat fa parte di una categoria di farmaci inibitori dell’enzima beta secretasi (BACE) che favorisce la produzione di placche di amiloide. L’idea alla base della ricerca era che il medicamento, bloccando l’azione dell’enzima, potesse di conseguenza evitare anche la formazione delle placche. Ma l’esperimento non ha funzionato. Un altro BACE inibitore, verubecestat, prodotto da MSD, ha subito uno stop allo sviluppo nel 2017 perchè non ha funzionato. Elenbecestat, sviluppato da Eisai e da Biogen, è invece ancora oggetto di indagine avanzata. Pochi mesi fa, a marzo, un gruppo indipendente ha chiesto di proseguire nei test con due trial di fase III.

Una strada di insuccessi

L’interruzione dello studio si aggiunge purtroppo alla lista degli insuccessi dei test sperimentali finalizzati alla ricerca di una cura per questa malattia. Infatti, sempre quest’anno, anche Biogen ed Eisai hanno rinunciato agli studi di fase III su un altro prodotto,  aducanumab, perchè non sono riusciti a raggiungere gli obiettivi principali che volevano ottenere. Anche Roche ha fatto la stessa cosa, interrompendo due trial avanzati su crenezumab dopo un’analisi intermedia che ha dimostrato come non vi fossero possibilità di ottenere i risultati desiderati.