Prendere medicine per diverse volte al giorno per un periodo di tempo anche molto lungo? Bisogna organizzarsi e non sempre è facile. La distrazione e gli imprevisti sono sempre in agguato e talvolta è difficile essere aderenti alla terapia che bisogna assumere. Adesso però c’è una buona notizia. Un team di ricercatori dell’Università Tecnica di Monaco (TUM) ha di recente messo a punto un meccanismo che consente ad un farmaco di rilasciare in tempi diversi tre principi attivi. In pratica si utilizza un medicamento che mette a disposizione dell’organismo la cura prevista in orari giornalieri diversi, cioè quando serve. In questo modo si risolve il problema di dover prendere tre sostanze differenti lungo l’arco della giornata. Un bel risultato in termini di praticità e di aderenza al piano terapeutico.

La tempistica di rilascio dei principi attivi contenuti nel nuovo farmaco avviene secondo uno schema predeterminato. In pratica è come se il medicamento contenesse un timer che, agli orari previsti, libera la sostanza farmacologica nell’organismo.

I due Autori dello studio, ricercatori della TUM, sono Oliver Lieleg e Ceren Kimna. Il lavoro è stato pubblicato il 29 giugno scorso sulla rivista Journal of Controlled Release.

Nanofarmaco

Gli ingredienti del nuovo prodotto? Particelle di dimensioni nanometriche di argento, ossido di ferro e oro incorporate in idrogel e un DNA particolare che regola, con un opportuno meccanismo, il rilascio delle nanoparticelle. Esso non avviene casualmente ma seguendo un ordine ben preciso e obbligato: prima l’argento poi l’ossido di ferro. Se le particelle di argento non sono completamente sciolte, l’ossido di ferro non viene liberato.

In pratica, utilizzando sequenze di DNA complementari, vengono creati aggregati di nanoparticelle incorporati in strati distinti di un idrogel rilasciato attivando la dispersione aggregata. Questo meccanismo è compatibile con le condizioni fisiologiche poiché la cascata di rilascio viene avviata esponendo il gel caricato con nanoparticelle a concentrazioni saline fisiologiche.

La prima applicazione potrebbe riguardare creme e unguenti.

Spiega Oliver Lieleg, uno degli Autori e professore di biomeccanica: “Ad esempio, un unguento applicato a un’incisione chirurgica potrebbe rilasciare prima il farmaco antidolorifico, seguito da un anti-infiammatorio e poi da un farmaco per ridurre il gonfiore”.

Ma non è tutto qui. il prof. Lieleg ha infatti anche dichiarato che: “La consistenza degli unguenti li rende la soluzione più ovvia per un approccio basato sull’idrogel. Tuttavia, questo principio ha anche il potenziale per essere utilizzato in compresse che potrebbero rilasciare diversi ingredienti efficaci nel corpo in un ordine specifico”.

Si tratta quindi di un prodotto innovativo che guarda al futuro.

Molto significativo il commento contenuto nel comunicato stampa apparso sul sito sito dell’Università Tecnica di Monaco (TUM) e relativo al nuovo metodo: “è il sogno di ogni farmacologo”.